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Zavattarello

L’Oltrepò è un luogo magico e ricco di storia, con castelli e borghetti tutti da scoprire. Da buona Donna Vagabonda mi piace girovagare tra i paesi di questo territorio e scoprire la storia di ognuno di essi: uno dei borghi più belli da visitare è senza dubbio Zavattarello, piccolo comune di circa 1000 abitanti situato nell’alta Val Tidone, nel cuore dell’Oltrepò.

Storia di Zavattarello

Lo splendido e suggestivo borgo di Zavattarello è una della località più conosciute della Provincia di Pavia: grazie alla sua posizione dominante, alla sua storia e alla sua vicinanza sia con il Piacentino che con il Piemonte, è una meta ambita da tutti gli amanti della collina, del buon cibo e della storia.

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L’ingresso del borgo

Zavattarello fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è considerato uno dei comuni più pittoreschi e maggiormente caratteristici del Nord Italia.

Questo piccolo agglomerato deve il suo nome all’attività che qui fu prevalente per secoli: quella dei ciabattini (il volgare “savattarellum” indica proprio il luogo dove si confezionavano le ciabatte, savatte), un mestiere antico oggi ormai del tutto scomparso.

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Tra le vie di Zavattarello

La sua storia è molto antica in quanto le prime tracce d’insediamento risalgono ai Romani (proprio qui è stata ritrovata una necropoli). Il simbolo dell’abitato è senza dubbio il Castello dal Verme il quale domina la Val Tidone e tutte le colline circostanti grazie alla sua posizione e alla sua caratteristica sagoma: il nucleo sembra risalire alla fine del X secolo e, in origine, fu proprietà del vescovo di Bobbio fino al 1169 quando fu conquistata dai Piacentini. Nel 1209, per decisione dell’imperatore Ottone IV,  Zavattarello tornò a essere possedimento del vescovo di Bobbio ma, nonostante ciò, il castello rimase un luogo protagonista di lunghe contese tra due fazioni piacentine: quella ghibellina capitanata dalla famiglia Landi e quella guelfa guidata dalla casata degli Scotti. Dopo lotte, battaglie e atti diplomatici furono i Landi a ottenere il feudo e Ubertino Landi qui regnò fino alla donazione del feudo ai guelfi piacentini.
Con l’affermazione del casato dei Visconti ci fu l’ascesa dei Dal Verme: nel 1390 il vescovo di Bobbio attribuì il feudo a Jacopo Dal Verme, il primo della casata a ottenere possedimenti nell’Oltrepò Pavese.

Dopo alcuni passaggi di mano dettati dalla politica di Ludovico il Moro, i Dal Verme riuscirono a ottenere di nuovo il castello e a mantenerne il controllo fino al 1975 quando gli eredi Dal Verme lo donarono al Comune. Un vero e proprio dominio quasi incontrastato che ha favorito la fortuna del castello e di questo territorio: soltanto durante la Seconda Guerra Mondiale il maniero vide l’oscurità dato che i Nazisti lo bruciarono come monito verso la Resistenza, la quale fu molto agguerrita in Oltrepò.

Un fatto singolare è degno di nota: nel 1817 Zavattarello passò dalla Diocesi di Bobbio a quella di Tortona e nel 1923, con Bobbio, fu aggregato alla provincia di Piacenza. Le proteste, sfociate in una clamorosa “marcia su Bobbio” nel Dicembre 1924, costrinsero però le autorità a organizzare un plebiscito che nel 1925 decretò il ritorno del centro sotto la Provincia di Pavia. Una particolarità storica davvero curiosa, non trovate?

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Castel Dal Verme

Oggi il castello è aperto ma rispetta orari molto specifici e attira a sé numerosi visitatori da tutta la Lombardia e non solo: io non ho avuto ancora occasione di poterlo visitare al suo intero, ma sono sicura che non passerà molto tempo prima che io “lo conquisti”!

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Zavattarello tra salite…E discese!

La mia visita a Zavattarello

Con le sue dodici pittoresche frazioni Zavattarello è una vera icona del turismo lento in Oltrepò: l’ho potuto ben appurare le molte volte che ho fatto tappa qui dato che sempre ho trovato accoglienza e tanto amore per il territorio. Non mancano i servizi per gli amanti del ciclismo o i sentieri per chi, come me, preferisce scoprire i luoghi a piedi: qui infatti si trovano numerosi sentieri come quello della Memoria, lungo cinque chilometri, o quello del Rio Morcione. É inoltre possibile congiungersi alla Via del Sale e creare itinerari ad hoc per qualunque tipo di camminatore: il panorama suggestivo dei boschi dell’Alta Val Tidone non può inoltre che impreziosire il trekking!

A Zavattarello ho ritrovato l’atmosfera autentica di una volta, quella di cui mi sono innamorata e che continua a guidarmi alla scoperta della mia terra d’origine: le sue strette viuzze, le antiche case in pietra, l’ombra del castello che sembra proteggere l’abitato, i sorrisi dei suoi abitanti. L’attenzione da parte dell’amministrazione locale nei confronti dei turisti e della comunità stessa è davvero encomiabile: a partire dal sito internet inerente la città, ben curato e coinvolgente, gli eventi organizzati sono numerosi e ricorrenti e il borgo è sempre pronto ad accogliere mostre e rappresentazioni sia all’interno del Castello che tra le vie delle sue caratteristiche frazioni.

La Big Bench #263

In data 16 ottobre 2022 è stata inaugurata proprio a Zavattarello una nuova Panchina Gigante, la Big Bench numero #263: di colore bianca e azzurra, come i colori della famiglia Dal Verme, si trova tra il centro abitato e la frazione di Crociglia e si può raggiungere facilmente con una passeggiata semplice da entrambi questi punti di partenza.

La Big Bench #263 di Zavattarello il giorno dell’inaugurazione

L’inaugurazione, molto sentita sia dalle persone del posto che dagli appassionati delle Big Bench come me, ha coinvolto l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco, comitato promotore proprio della costruzione di questa panchina avvenuta grazie alla collaborazione di più aziende del territorio. Ho partecipato con gioia a quest’evento (dato che è stata la mia prima inaugurazione di Big Bench) e non vedo l’ora di raccontarvela in un articolo dedicato!

Cosa vedere e fotografare: l’Oltrepò è terra di castelli, di vigneti e di borghi antichi. Da Zavattarello potete tranquillamente spostarvi a Varzi e all’Eremo di Sant’Alberto di Butrio, oppure scendere verso Casteggio per visitare i numerosi borghi e la Big Bench numero #163. Inoltre, grazie alla vicinanza con il confine di regione, potrete raggiungere l’Emilia Romagna molto velocemente.

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