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Il Castello di Vezio

Durante il mio incessante peregrinare, tra nuove mete e posti già visti, mi sono soffermata sulle rive del Lago di Como per poterne scoprire le più segrete bellezze. Prima di dirigermi a Varenna (leggete il mio articolo cliccando qui) e dopo aver scoperto la storia di Acquate (leggete il mio articolo cliccando qui), mi sono diretta verso un luogo a tratti magico e a tratti fiabesco: il Castello di Vezio.

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Le mura ed un torrione

Il Castello di Vezio si trova sul promontorio che sovrasta proprio la città di Varenna e domina l’intero lago. L’origine della fortificazione non è ancora chiara: il toponimo di Vezio è probabilmente di origine romana e il forte è stato costruito per funzione militare-strategiche, probabilmente per fare da guardia alla strada che da Bellano conduceva ad Esino Lario. Il forte è legato alla storia di Teodolinda, la regina longobarda (molto famosa soprattutto in territorio pavese): si narra che la regina, trascorrendo gli ultimi anni a Perledo, avrebbe fatto costruire la chiesa di San Martino e il castello di Vezio unitamente all’oratorio di Sant’Antonio per lasciare la testimonianza della sua fede fervente nel Cristianesimo.

Una prima testimonianza storica si ha con la venuta degli esuli comacini in seguito alla guerra con Como del 1169 d.C.

Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti. Nel 1778, l’infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni, la cui congiunta, Crivelli Serbelloni, mantenne il possesso della torre di Vezio fino all’Ottocento. La proprietà passò poi alla famiglia Greppi Di Robilant che ne mantiene tutt’ora il possesso.

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Le mura viste dall’esterno

Oggi il Castello è aperto al pubblico ed è visitabile per gran parte dell’anno: oltre alla visita del cortile e della Torre, è possibile fare un piccolo giro sulle mura e nella grotta appena sotto al castello. L’Associazione Turistica Castello di Vezio si occupa della gestione del forte e promuove manifestazioni ed esposizioni. Inoltre è possibile assistere a degli spettacoli di falconeria, dove vengono spiegate le caratteristiche dei rapaci e si può osservare il loro volo leggiadro.

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Un barbagianni

Lasciata l’auto a poca distanza dal castello, si prosegue su un piccolo sentiero fino alla cima del promontorio: il Castello è ben segnalato ed è raggiungibile anche dal piccolo paese di Vezio adiacente e sottostante. Prima di entrare, mi fermo per una piccola sosta al bar che vende anche souvenir e dispone di servizi igienici (non presenti all’interno del complesso del castello). Ora tutto è pronto per la visita, così acquisto il mio biglietto direttamente all’entrata e inizio. La vista dal promontorio vale veramente la pena e l’aria che si respira è così fresca che fa venire voglia di trasferirsi direttamente qui. Proprio durante la mia visita è in corso uno spettacolo di falconeria con un giovane esemplare di barbagianni (Tyto alba): è piacevole assistere a qualche minuto di questa interessante lezione e scattare qualche foto, sempre senza flash.

 

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Dopo aver immortalato il complesso da varie angolazioni, decido di salire sulla Torre, il simbolo di questo castello: all’interno della torre vi è un’esposizione sul Lariosauro, rettile marino preistorico venuto alla luce per la prima volta al mondo a poche centinaia di metri dal Castello. Il rettile è vissuto durante il Triassico Medio (Anisico – Ladinico), circa 245-235 milioni di anni fa e aveva una lunghezza compresa tra i 60 centimetri e i 130 centimetri. Il primo esemplare noto di Lariosauro venne alla luce a Perledo. Il Lariosauro era un predatore acquatico che si nutriva di pesci e cefalopodi e, probabilmente, il rettile era ovoviviparo in quanto sono stati rinvenuti probabili resti di embrioni.

Dalla torre si gode di una vista mozzafiato e tutto intorno risplende il riflesso del sole sul bellissimo Lago di Como.

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Lo spettacolare panorama sul Lago di Como

Scesa dalla torre, l’ultima cosa da fare è vedere i sotterranei, che tradizione vuole, sono abitati da fantasmi: non ne incontro nemmeno uno, chissà che magari la mia presenza non li abbia spaventati!

Una bella gita è conclusa, e ora non mi rimane che godermi il tramonto a Varenna, proprio sotto il Castello.

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