I Viaggi dei Vagabondi: Cernobyl e Prypjat – di Stella
Continua e si arricchisce la rubrica de “I Viaggi dei Vagabondi” con un contributo davvero ragguardevole, quello inviatomi da Stella Corona che riguarda il suo viaggio scientifico e di ricerca a Cernobyl, in Ucraina. Stella รจ stata molto dettagliata e precisa riguardo al suo racconto e ci tiene a fare qualche ringraziamento prima di farvi immergere in un mondo poco conosciuto:
Vorrei ringraziare per prima Francesca Gorzanelli che mi ha dato i contatti di Alexander, una delle guide: grazie a lui ho potuto conoscere tutto ciรฒ che serve per visitare questa zona, in piรน mi ha dato contatti di persone che lavorano all’Ecocentre cosรฌ da avere un laboratorio dove osservare le rane, oggetto del mio studio. Infine vorrei ringraziare tutto lo staff dell’Ecocentre che mi ha aiutata nel mio progetto.
Tengo a precisare che questo suo viaggio รจ un viaggio di ricerca e di studio, finalizzato alla relizzazione di uno studio scientifico e della sua tesi di laurea in scienze e tecnologie per la natura, non รจ stato un viaggio di piacere. Questi luoghi sono altamenti contaminati da radiazioni assai penetranti e assolutamente si sconsiglia l’ingresso nella zona di esclusione senza un’adeguata protezione e senza una guida.
Stella รจ una ragazza di 23 anni, che ho avuto il piacere di conoscere anche di persona oltre che virtualmente, e una studentessa di scienze e tecnologie per la natura (il mio stesso percorso di studi ed รจ proprio grazie a ciรฒ che l’ho conosciuta). Il suo viaggio si รจ svolto in piccola parte a Kiev e, per la maggiorparte, nella Zona di Esclusione di Chernobyl (CEZ) dal 5 al 20 luglio 2019.
Ho fatto questo viaggio in solitaria, dallโItalia non รจ venuto nessuno con me, ma a Kiev (dove sono atterrata) ho incontrato Natasha, una signora che lavora presso il paese in cui avrei risieduto e che si รจ offerta di aiutarmi nello spostamento dallโaeroporto al mio appartamento. Purtroppo, di Kiev non ho molte foto perchรฉ mi sono concentrata di piรน sulla Zona di Esclusione, ma lโanno prossimo mi impegnerรฒ di piรน e proverรฒ a fare anche un piccolo reportage sulla capitale dellโUcraina.
Ma come mai hai scelto proprio Cernobyl come luogo dei tuoi studi in preparazione alla tesi di laurea?
Ho scelto questa localitร perchรฉ, nonostante la tragedia sia conosciuta praticamente in tutto il mondo, poche persone effettuano studi sulla flora e fauna presenti. Gli studiosi presenti nella CEZ (Zona di Esclusione) si occupano in particolare di mammiferi e uccelli, ma nessuno si occupa degli anfibi (cosรฌ come di molte altre specie animali), ed il materiale presente in rete รจ davvero scarso, perciรฒ, avendo giร esperienza con gli anfibi, ho deciso di effettuare qualche ricerca su di loro.
Un progetto ambizioso quello di Stella, che l’ha coinvolta per un periodo non breve! Leggiamo insieme il suo diario di viaggio, ricco di esperienze e avventure.
Il mio viaggio รจ cominciato il 5 luglio. Verso le 13.40 sono atterrata a Kiev, Natasha รจ venuta ad aspettarmi assieme alla sua famiglia e in macchina mi hanno accompagnata al mio appartamento al quartiere Obolon, a nord di Kiev. Lโappartamento prenotato con AirBnB era al decimo piano di un grosso palazzo, qui vive Kateryna, una signora che ha vissuto in Italia, quindi parlava molto bene la nostra lingua e le ho spiegato un poโ del mio progetto.
Il giorno dopo, sempre assieme a Natasha e alla sua famiglia, sono andata a visitare la cittร . Siamo passati su un grande ponte pedonale sul fiume Dnepr da cui si vedeva gran parte della cittร , dopodichรฉ abbiamo visitato alcune chiese ortodosse e ho anche potuto assistere ad una parte della loro messa. Le loro tradizioni e le loro chiese sono molto diverse dalle nostre, gli edifici sono ornati dโoro, con molti mosaici e dipinti. La tappa successiva รจ stata al museo dei carri armati. Questo era un museo in parte allโaperto e in parte al chiuso.
La sera stessa dovevo incontrare Alexander, la persona che da gennaio ha organizzato la mia visita nella CEZ per parlare e per vederci finalmente dal vivo. Per fortuna parlava benissimo l’ italiano, quindi abbiamo potuto esprimerci al meglio. Prima perรฒ ho dovuto fare una tappa allโEpicentr, un grande centro commerciale dove dovevo reperire alcune scatole in plastica dove mettere temporaneamente le rane raccolte. Per raggiungere questo luogo ho utilizzato una marลกrutka, un mezzo di trasporto tipico nei paesi dellโest Europa: questi mezzi sono delle specie di taxi collettivi che effettuano una tratta in particolare, ma sono piรน piccoli dei bus normali, solitamente possono trasportare fino a 14 persone.
La mattina di lunedรฌ 8 luglio, sono partita per Chernobyl: dopo un viaggio di circa unโora e mezza ho raggiunto il check point di Dytyatky, lโinizio della Zona di Esclusione dei 30 chilometri. Qui sono dovuta scendere dallโauto e registrarmi come visitatrice nella zona, in piรน i militari hanno fatto alcuni controlli di sicurezza ai miei bagagli. Dopo un piccolo tour in un paese abbandonato, io e i miei responsabili siamo giunti al centro di ricerca: qui Evgenii e Svetlana, studiosi e accompagnatori, mi stavano aspettando e subito mi hanno accompagnata sulle rive del fiume Uzh a cercare le prime rane. Questa zona non era radioattiva, cosรฌ come non lo รจ la cittร di Chernobyl (al contrario di quello che molta gente pensa), perรฒ mi serviva raccogliere dati anche dalle zone โpuliteโ per avere dei confronti sugli animali prelevati in zone contaminate (il cosiddetto gruppo di controllo).
Purtroppo, in tutta la giornata ho trovato una sola rana nonostante fossimo stati molto tempo sulle rive del fiume e in zone dove mi han detto che solitamente vedevano molti di questi animali.

Barca abbandonata sulle rive del fiume Uzh
Nel pomeriggio ho osservato la rana, ho preso alcune misure con il calibro e ho scattato delle fotografie. A vederla dallโesterno sembrava un animale in ottima salute, aveva buoni riflessi ed era molto vigile. Non avendo fatto esami genetici e anatomici non รจ stato possibile ricavare ulteriori informazioni (le analisi genetiche dovrei farle lโanno prossimo, mentre per analisi di anatomia interna ho deciso che le effettuerรฒ solo nel caso trovassi animali morti, preferisco non sacrificare alcun animale).
Il giorno dopo mi sono svegliata alle 5 per andare assieme ad Evgenii e Svetlana a cercar rane: per questa occasione si sono aggiunti anche Vladimir e Vadim. Vladimir รจ uno studioso che lavora con gli insetti, mentre Vadim รจ un cosiddetto “Samosely”, cioรจ una di quelle persone che รจ tornata a vivere in queste zone nonostante il divieto del governo, lui รจ nato lโanno prima che succedesse il disastro e abitava proprio a Prypjat, la cittร della centrale nucleare.
Nonostante quedta nuova uscita, a Stella la fortuna sembrava proprio non girre dato che, anche questa volta, รจ riuscita a trovare soltanto una rana da poter studiare, in una zona non radioattiva.
Mercoledรฌ 10 luglio ho incontrato Katya, una ragazza che ha studiato i pesci del fiume Prypjat e assieme a Sergii, Evgenii e Sasha (altri ragazzi che lavorano al centro) siamo andati nella Zona di Esclusione dei 10 chilometri. Questa zona รจ quella piรน contaminata e vicina alla centrale nucleare. Prima di entrare cโรจ un altro check-point in cui si fanno controlli ai vari bagagli e si segna chi entra e chi esce. Abbiamo tardato un poโ questa spedizione perchรฉ in mattinata il presidente dellโUcraina, Volodymyr Zelens’kyj, era in visita alla cittร . La sua visita aveva come scopo quello di firmare un decreto per migliorare la CEZ per i turisti e mostrare Chernobyl al mondo, per un rilancio turistico di questa zona del Paese.
Per prima cosa ci siamo diretti in una zona dove era presente un piccolo fosso e alcuni stagni e qui ho trovato un esemplare di ululone dal ventre rosso (Bombina bombina) e una rana verde. Il contatore Geiger, strumento che ho sempre portato con me e che misura le radiazioni presenti in una determinata zona, segnava 0.70ฮผSv/h, un valore abbastanza alto, ma non il piรน alto che ho trovato (i valori di pericolo sono segnati nella tessera in foto, come riferimento ho usato il valore al centro, il ฮผSv/h).

Tabella per le radiazioni
Ci siamo spostati poi sulle sponde di un piccolo laghetto senza nome e lรฌ la radioattivitร era piรน alta, 2.85ฮผSv/h e qui abbiamo trovato 5 rane. Abbiamo poi visitato uno stagno in cui il contatore Geiger segnava 5.16ฮผSv/h: questo รจ stato il sito piรน prolifico perchรฉ abbiamo trovato ben 19 rane verdi. Infine, nell’ultimo sito visitato che segnalava 57.17ฮผSv/h radiazioni, ne abbiamo trovate altre 10. Questa giornata รจ stata molto proficua e abbiamo trovato molti animali, per questo ero molto soddisfatta.
Prima di uscire dalla zona dei 10 chilometri abbiamo dovuto testare il livello di radiazioni assorbite dal corpo passando attraverso un macchinario (di cui purtroppo non ho foto mie) dove dovevamo appoggiare mani, piedi e testa sopra dei particolari sensori. Se il livello di radiazioni fosse rimasto nella norma si sarebbe accesa una luce verde, altrimenti avremmo dovuto sottoporci ad ulteriori accertamenti. Per fortuna nessuno di noi ha mai assorbito troppe radiazioni.
Di sicuro uno studio temerario e molto coraggioso, ma assolutamente fondamentale per capire gli effetti delle radiazioni sulla fauna locale, anche in previsioni di eventuali altri disastri nucleari.
Giovedรฌ 11 e venerdรฌ 12 sono rimasta in laboratorio a misurare tutte le rane per poi rilasciarle. Dato che gli uffici sono chiusi per il weekend, sono tornata a Kiev per un breve tour della cittร fino a lunedรฌ 15, quando due ricercatori del centro ricerche rapaci sono venuti a prendermi a Kiev insieme a Katya per tornare a Chernobyl. Purtroppo, il tempo non era molto buono, ma io dovevo piazzare alcune trappole per gli insetti, perchรฉ volevo fare alcune ricerche anche su di loro, quindi assieme ai due ricercatori e a Sasha siamo andati in una prima zona abbastanza contaminata e ho piazzato le trappole. Nel frattempo, sono stata con i ricercatori ad osservare alcuni rapaci presenti, ma dato il cattivo tempo abbiamo avvistato solo tre gheppi (Falco tinnunculus). Ho perรฒ avuto lโopportunitร di scattare una foto ad un piccolo uccellino: unโaverla piccola femmina (Lanius collurio) che, nonostante il brutto tempo, se ne stava ferma su un cespuglio. Dopo queste osservazioni sono andata in altre zone a piazzare le trappole.
Il giorno successivo non ho avuto nulla da fare perchรฉ le trappole dovevano rimanere nel terreno qualche giorno (io per carenza di tempo le ho lasciate solo due giorni). La giornata di martedรฌ era molto piovosa e quindi non ho potuto fare nulla di interessate nella Zona e sono rimasta in ufficio a studiare per un esame che avrei dovuto dare il 22 luglio.
Mercoledรฌ il tempo era migliorato, quindi abbiamo pianificato un viaggio a Prypjat, la cittร fantasma dove รจ successo tutto. Verso le 11 io e gli altri ricercatori siamo partiti di nuovo per la Zona dei 10 chilometri. Di nuovo ci siamo dovuti fermare al check-point per i controlli e poi via verso la cittร : nella parte piรน esterna del perimetro della cittร รจ presente una vecchia fabbrica in cui si allevavano pesci e che dopo il disastro รจ diventata lโufficio di alcuni ricercatori, oggi completamente abbandonata.
Dopodichรจ ci siamo diretti verso lโormai famoso parco divertimenti della cittร : non tutti sanno che questo parco non รจ mai stato aperto al pubblico perchรฉ doveva essere inaugurato per la festivitร del primo maggio 1986, quattro giorni dopo il disastro. Sono presenti tre giostre, lโautoscontro, una piccola calcinculo e la famosissima ruota panoramica. La visita proseguiva al centro sportivo cittadino in cui era presente un campo da basket e una piscina. Il centro sportivo รจ stato chiuso definitivamente nel 2000 in contemporanea alla chiusura della centrale nucleare, perchรฉ, nonostante il disastro, essa ha continuato a funzionare per altri 14 anni e con essa anche alcune strutture della cittร per permettere ai lavoratori di svagarsi.
Tappa successiva, la scuola: nellโedificio erano ancora presenti moltissimi libri e oggetti didattici che si usano normalmente nelle scuole, come volumi per imparare a scrivere, per imparare la matematica e cosรฌ via. Alcuni erano ben conservati, mentre altri erano sparsi a terra e rovinati dal tempo e forse anche dal vandalismo (cosa che non manca nella Zona, purtroppo).

L’Hotel Polissya
Abbiamo poi visto dallโesterno lโHotel Polissya, il famoso albergo della cittร : so che molte persone salgono fino alla cima per ammirare il panorama della cittร desolata, ma quel giorno noi non siamo saliti. Ho poi chiesto di poter vedere la torre di raffreddamento della centrale dallโinterno (lโaltra รจ quasi completamente smantellata). Allโinterno della torre si puรฒ entrare e sono rimasta sorpresa di vedere molti uccelli volarci dentro e ho notato la presenza di tantissimi nidi di gheppio con i piccoli ormai giร pronti a volare.
Nonostante la contaminazione la vita va ancora avanti, anche se, quasi sicuramente, quei poveri gheppi non avranno una aspettativa di vita pari ai loro conspecifici di altre zone. All’interno della torre erano presenti delle ossa di qualche animale sparse in giro, forse di alce. Magari il frutto di una predazione da parte di qualche lupo oppure una morte naturale dell’animale stesso.

Piccoli gheppi
Altra tappa รจ stata il New Safe Confinement (NSC), una grande struttura che serve a proteggere il reattore esploso e ad evitare che grandi quantitativi di radiazioni fuoriescano da esso (sotto lโNSC ho misurato circa 1.5ฮผSv/h). La struttura รจ destinata a durare 100 anni, dopodichรฉ bisognerร costruirne un altro e cosรฌ via: questo perchรฉ il tempo di decadenza della radioattivitร durerร milioni di anni.
Dopo la visita alla cittร siamo passati vicino alla pozza di raffreddamento e ad alcuni stagni molto contaminati da Stronzio 90 e Cesio 137: qui ho potuto osservare da lontano alcune gru per il carico e scarico merci delle navi che approdavano al porto di Prypjat. Dopo il disastro esse sono state usate per trasportare il materiale contaminato sulle navi per portarlo allo smaltimento.
Nellโultima tappa ho potuto osservare un braccio meccanico utilizzato per scoperchiare il reattore 4, ancora oggi รจ pericolosamente radioattivo ed emana 65.15ฮผSv/h, il valore piรน alto che ho registrato personalmente nella Zona (anche se sicuramente non il piรน alto, perchรฉ i sotterranei dellโospedale sono ancora pieni delle tute usate dai liquidatori per spegnere lโincendio in alcuni punti si possono raggiungere valori di 1mSv/h, equivalente a 1000ฮผSv/h).
Sempre nel pomeriggio del giorno stesso siamo andati a recuperare le trappole per insetti. Nellโultimo sito dove ho posizionato le trappole ho assistito ad una scena davvero toccante: alcune persone ci hanno chiamato per farci notare che cโera un cavallo di Przewalski morto con il suo puledro disperato, perchรฉ non capiva come mai la madre fosse a terra. ร stata unโesperienza molto triste osservare questa scena. Lโanimale a terra non aveva tracce di predazione e molto probabilmente รจ morto per l’accumulo di qualche sostanza allโinterno del corpo (gli elementi contaminanti piรน presenti sono lo Stronzio 90 e il Cesio 137, ma anche altri come lo Iodio 129, Americio 241, Plutonio 238, 239 e 240, Cerio 144 ed Europio 154, tutte sostanze radioattive che se accumulate nellโorganismo provocano danni e infine portano alla morte).
Questo ci fa comprendere come sia davvero sconsigliato avvicinarsi ad un luogo del genere senza l’adeguata consapevolezza e le giuste protezioni.
Giovedรฌ 18 ho iniziato a identificare gli insetti trovati e vedere se ci sono state differenze nella quantitร tra le varie zone. Come pensavo, nella zona piรน contaminata (questa volta era di 1.40ฮผSv/h) cโerano molti meno insetti rispetto alla zona โpulitaโ con 0.19ฮผSv/h. Nel pomeriggio sono andata insieme ai ricercatori nel luogo dove il giorno prima abbiamo trovato il cavallo: quel giorno erano arrivati da Kiev degli esperti dellโistituto zoologico dellโuniversitร di Kiev che hanno effettuato lโautopsia dellโanimale per capire cosa fosse successo e hanno prelevato molti campioni da analizzare. Nel frattempo, il puledro si era aggregato ad un nuovo gruppo di cavalli, per nostra e sua fortuna.
Venerdรฌ 19 รจ stato il mio ultimo giorno nella Zona: alle 10 sono partita con il bus e sono andata fino a Kiev, da lรฌ ho preso il treno insieme a Sasha per andare in aeroporto. Qui ci siamo salutati e sono andata nella mia camera di albergo per riposarmi un poโ.
Sabato 20 il mio aereo partiva verso le 10 e dopo aver superato tutti i controlli sono potuta ripartire per lโItalia.
Il tuo racconto รจ davvero stato molto minuzioso e ci hai raccontato di aver visto luoghi e animali molto particolari e di aver vissuto esperienze davvero uniche. Che cosa hai provato esattamente, mentre eri lรฌ?
Per quanto riguarda le emozioni, quelle provate sono state molte. Prima di partire ero un poโ preoccupata sul fatto di intraprendere un viaggio del genere totalmente in solitaria, non avevo bene idea di come fosse lร la situazione, se le persone fossero disponibili con me o meno, in piรน il fatto di non sapere la lingua mi preoccupava ancora di piรน. Tutto perรฒ รจ cambiato quando lunedรฌ 7 ho incontrato Sergii e Denis che si sono subito mostrati disponibili nei miei confronti e per fortuna parlavano inglese molto bene. Mentre visitavo la zona provavo un misto di emozioni positive e non, infatti in mezzo cโera un poโ di tristezza. Le emozioni positive le provavo perchรฉ mi faceva molto piacere essere immersa nella natura con animali ovunque, silenzio e cosรฌ via, ma da una parte ero triste perchรฉ sapevo che tutta quella natura era contaminata e ancora oggi la flora e la fauna ne soffrono e continueranno a soffrirne per migliaia e migliaia di anni.
Tutto sommato รจ stata unโesperienza molto positiva, ho potuto osservare realtร molto diverse dalla nostra a cui siamo abituati, nella Zona cโerano regole ben precise da seguire, cโera il coprifuoco notturno, militari ovunque, tutte cose a cui noi non siamo abituati. Nonostante tutte queste regole le persone sono molto disponibili e si preoccupavano che passassi il mio soggiorno al meglio. Anche a Kiev mi sono trovata bene, perchรฉ le persone erano gentili e cercavano di darmi indicazioni su come usare i bus, ad esempio. Anche se non conoscevano bene lโinglese ce la mettevano comunque tutta per aiutarmi. Quindi sarรฒ molto contenta di ritornarci lโanno prossimo, verso maggio, per raccogliere altri dati (purtroppo quelli di questโanno sono veramente pochi) e poter ancora restare ancora due settimane in questa riserva naturale.
Gli itinerari di Stella:
Da Milano a Kiev
Dallโaeroporto Boryspil a Obolon
Da Kiev a Chernobyl
Da Chernobyl a Prypjat
Lโanno prossimo proverรฒ a fare anche una piccola mappa in tempo reale dei luoghi visitati, cosรฌ avrรฒ mappe piรน precise dei miei spostamenti.
Ringrazio veramente di cuore Stella per aver condiviso con me e con tutti voi il suo viaggio di ricerca a Kiev, Cernobyl e Prypjat: un viaggio sicuramente particolare, unico nel suo genere.
Se anche voi volete condividere con me e con gli altri appassionati Vagabondi di viaggi le vostre avventure, allora leggete questo articolo e contattatemi al piรน presto! Non vediamo l’ora di conoscere le vostre storie!