I borghi più belli secondo le Travel Blogger Italiane
L’estate del 2021 è stata un’estate di prossimità e all’insegna della scoperta del Bel Paese: molte travel blogger e amanti dei viaggi si sono infatti rivolti a proposte del territorio e dintorni riscoprendo il piacere di visitare anche luoghi non lontani da casa. La pandemia da COVID-19 ha quindi avuto un risvolto positivo almeno sul turismo del nostro Paese: molte strutture hanno fatto registrare il tutto esaurito per i tre mesi estivi con un vero e proprio rilancio dei borghi e dei piccoli paesi dell’entroterra. Su questa scia ho chiesto ad alcune viaggiatrici facenti parte del gruppo delle Travel Blogger Italiane quali sono i borghi italiani più suggestivi: scopriamoli insieme!
Annalisa
Tre Valigie Travel Blog
gaeta
Gaeta, la meravigliosa “Perla del Tirreno”, vanta due deliziosi centri storici in cui perdersi tra storia e tradizioni. Il quartiere medievale della città è entrato da qualche anno nella classifica dei Borghi più belli d’Italia e con i suoi preziosi monumenti e le chiese di una bellezza estasiante è uno dei luoghi da vedere assolutamente durante una vacanza nel Lazio.
Il golfo, abbracciato dalle montagne circostanti, regala paesaggi pazzeschi che spaziano dalle isole pontine fino a Ischia e al Golfo di Napoli.
I due centri storici, diversi tra loro ma altrettanto caratteristici, sono da esplorare in modalità lenta godendosi ogni singolo scorcio. Gaeta Medievale è il fulcro della movida e fonte inesauribile di arte e architettura risalenti a ogni periodo storico.
Dai romani ai Longobardi tante sono state le popolazioni che su questo tratto di costa hanno lasciato un segno del loro passaggio: ogni monumento, ogni chiesa, ogni colonna porta tracce di antiche civiltà regalando al visitatore un esperienza unica nel suo genere.
Dalla Cattedrale di San Francesco che si erge fiera sul promontorio di Monte Orlando, alla sottostante Cappella D’Oro, rifugio di Papa Pio IX e custode di volte di oro zecchino nonché di preziosi affreschi, è piacevole arrampicarsi per il dedalo di scalinate fino a raggiungere il famoso Castello Angioino Aragonese, testimone delle più famose vicende d’Italia.

Gaeta medievale vista dal Parco Regionale di Monte Orlando
E come non parlare della leggenda della Montagna Spaccata e della straordinaria bellezza delle falesie a picco sul mare, uniche nei colori e nella conformazione, che è possibile ammirare nel Parco Regionale Urbano di Monte Orlando?
Lasciandosi alle spalle Gaeta Medievale e passeggiando sul lungomare si arriva fino al porto delle paranze, i pescherecci del golfo di Gaeta. Perdersi nelle tradizioni locali non è mai stato così facile.
Una chiacchiera con i pescatori, uno sguardo al mercato del pesce e si entra nel budello gaetano, fatto di basoli antichi quanto la storia della città.
Tra botteghe artigiane e palazzetti dalle facciate colorate, il borgo dei pescatori avvolge il visitatore tra i profumi dei panni stesi al sole e delle tielle appena sfornate. E a proposito di tielle, famoso piatto tipico locale, la città di Gaeta regala grandi emozioni anche per il palato. Tra i piatti da assaggiare assolutamente durante una visita nel borgo, oltre alla già citata tiella, trovi la “votapiatto di calamarelle” e gli spaghetti con il sugo di spagnolette, pomodori autoctoni che si coltivano solo in questa zona, resi succosi e sapidi grazie ai terreni sabbiosi della costa.

Il borgo dei pescatori e la Chiesa degli Scalzi
Puoi concludere la tua vista a Gaeta tuffandoti nelle sue acque cristalline e crogiolandoti al sole sulle sue spiagge (ben sette!) di sabbia fine e dorata. E puoi farlo in ogni stagione, perché a Gaeta il clima è sempre mite grazie alla posizione strategica del promontorio su cui si stende la città.
Claudia e Ilaria
Trottole in viaggio
Osimo
Osimo è un borgo di circa trentamila abitanti. Siamo sulle colline marchigiane, a pochi chilometri dal capoluogo Ancona e non lontano dalla Riviera del Conero.
I suoi abitanti, gli Osimani, sono anche conosciuti con l’appellativo di “senza testa” e la spiegazione del perché di questo nome la troviamo nell’atrio di ingresso dell’edificio che ospita il Comune. Ad accogliervi troverete dodici statue di origine romana, tutte acefale. L’ipotesi più probabile del perché non abbiano le teste è riconducibile al fatto che si tratti di sculture incompiute. Altre leggende più accattivanti raccontano che probabilmente fu un atto di sfregio durante qualche battaglia ospitata nella cittadina.
Nell’atrio del Comune di Osimo, oltre alle famose statue senza testa potete trovare altri reperti storici risalenti alla dominazione romana.
Merita attenzione anche il loggiato del palazzo comunale: la sua pavimentazione in vetro, lascia scoprire i reperti portati alla luce solo alcuni anni fa da recenti scavi. Oltre a resti di edifici e scheletri è stata rinvenuta una statua di donna, probabilmente riconducibile a Plotina, moglie di Traiano.
Gli scavi del loggiato del comune di Osimo fanno presagire ai turisti che il sottosuolo della città sia ricco di reperti storici. Infatti la maggior parte del centro storico di Osimo è attraversato da grotte, in parte visitabili. Le grotte del Cantinone sono gallerie scavate nella roccia che si sviluppano a ridosso delle mura romane che cingono il centro storico.
Ma da Osimo si vede il mare? Certo che sì! Basta passeggiare fino ai giardini di Piazza Nuova. In questo meraviglioso belvedere vi si aprirà una vista a 180 gradi, che spazia dai monti Sibillini, alla riviera adriatica.
Nelle vicinanze potete fare una sosta al Duomo: la cattedrale dedicata a San Leopardo ospita le spoglie del cardinale nella cripta. Piccolo dettaglio che noterete subito: la chiesa mostra sulla piazza la sua navata longitudinale, un assetto anomalo per le chiese che
vedono l’ingresso principale sempre sul lato corto.
Il Santo patrono di Osimo è però San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti, a lui è dedicata una chiesa che ospita anche un convento francescano. Dedicate del tempo per visitare la chiesa e il chiostro adiacente. Al suo interno potete trovare numerose preghiere rivolte al Santo dagli studenti che cercavano una benedizione durante il loro percorso universitario.
Il centro di Osimo è ricco di palazzi storici: uno di questi è il Palazzo Campana, una volta sede del primo liceo della città, oggi adibito a ospitare mostre d’arte e cultura.
Infine un piccolo consiglio: se decidete di visitare Osimo, consigliamo di parcheggiare al Maxiparcheggio, il cui costo giornaliero è di soli 2€. Per arrivare in pochi minuti in centro storico vi basterà prendere il “Tiramisù”, un impianto di risalita dal nome super dolce con partenze dal parcheggio.
Barbara
Wanderlust in travel
Roccatederighi
Un destino che trabocca d’amore: amore per le arti, per la storia, per il tempo, per la campagna, per la gastronomia, per il vino, per la bellezza e per la vita!
Ecco, chiunque sia stato in Toscana ne torna innamorato!
Con un’aria classica e di campagna, nella città natale di Dante Alighieri, Leonardo Da Vinci, Michelangelo e Macchiavelli, il tempo scorre a un ritmo più lento, che è di grande ispirazione per godersi ogni momento in stile “slow travel”, termine che in italiano significa godersi il viaggio – e tutte le sue sorprese – senza fretta.

Barbara a Roccatederighi
Luoghi così si trovano quasi ovunque in questa regione, amata e ricercata dai turisti perché offre esperienze emozionanti e indimenticabili. Un bell’esempio è Roccatederighi, una città quasi fantasma che si trova nella Maremma Grossetana.
Situato sopra uno sperone roccioso, nella frazione di Roccastrada (GR), nel cuore dell’alta Maremma, si trova questo piccolo borgo-castello medievale che è letteralmente scolpito nella roccia.
La storia ci racconta che era già conosciuta nel 952 con il nome di Rocca Norsina e fu solo nel 1239 che cambiò nome, prendendo spunto dalla famiglia Tederighi che la dominò per molti anni a partire dal 1200.

Veduta di Roccatederighi
Per accedervi bisogna attraversare il suo portone d’ingresso ad arco tondo, dove si vede ancora l’inferriata che difendeva la città dagli eventuali aggressori.
Un’altra particolarità di questa porta è che è talmente piccola che non concede l’accesso alle macchine!
Ecco perché è così magica: il tempo lì si è fermato e i suoi vicoli sono pieni di storia, una sorta d’atmosfera surreale e antica che vi sorprenderà!
In alto al paese si trova la Torre dell’Orologio, ricostruita nel 1911 per celebrare il 50° anniversario dell’Unità d’Italia; salendo ancora, si trova la Chiesa di San Martino, risalente al X secolo.
La vista da lassù è qualcosa di spettacolare, perderete lo sguardo su tutta la pianura maremmana, con i suoi paesaggi suggestivi, come una cartolina.
Una visita a questo borgo vi lascerà una tale sensazione di pace e di ampio respiro, che vi verrà voglia di tornarci spesso e di vederlo in tutte le stagioni.
Rossella
Family Planet
Bussana vecchia
Bussana Vecchia è un piccolo borgo dell’entroterra ligure nei pressi di Sanremo (Imperia). Non potete perdere una visita se siete nei paraggi, soprattutto se amate l’arte e i piccoli borghi ricchi di storia e di fascino.
La storia che sta dietro a questo luogo è tanto affascinante quanto incredibile, legata ad una vera e propria rinascita. Nel 1887 Busana venne colpita da un violento terremoto che la danneggiò profondamente. La cittadina iniziò prima a svuotarsi per poi diventare una vera città fantasma.
E così rimase, per più di sessant’anni, fino a quando il ceramista torinese Clizia decise di trasformarlo in un vero e proprio borgo artistico. Chiamò così altri artisti provenienti da tutta Europa che non resistettero al fascino di quel luogo così fuori dal tempo. Decisero quindi di ripopolarla: alcuni si trasferirono qui, altri vi tornavano ogni anno per periodi più o meno lunghi. Le case più agibili vennero recuperate e alcuni edifici ristrutturati.
Fu così che verso la fine degli anni ‘60 la comunità contava una trentina di creativi.
Oggi Bussana è famosa per le sue case colorate, per le installazioni e per i piccoli atelier che formano un vero e proprio laboratorio a cielo aperto nell’entroterra ligure.
Bussana è accessibile solo a piedi, potrete lasciare la macchina all’ingresso del paese. Contate circa un’ora per la vostra visita.
Una volta arrivati il consiglio è semplicemente quello di perdervi tra le sue viuzze dove poter ammirare le sue botteghe e gli atelier che sorgono nelle costruzioni in pietra. Ma ancora murales, sculture, affreschi, qualche piccolo punto ristoro e molti i gatti che vi accompagneranno durante la vostra visita. Uno degli edifici più suggestivi da vedere è la vecchia chiesa di Sant’Egidio che non fu mai ristrutturata e che ancora conserva le tracce di quelli che erano gli stucchi e le pitture originarie.
Il suo campanile scampò miracolosamente al terremoto tanto che per i suoi abitanti rimane un vero simbolo della sua rinascita.
Altro punto di interesse degno di nota, lungo la via del Mare, sono gli scavi archeologici della Villa romana di Bussana, un’antica villa di epoca romana del I-II secolo d.C.
Claudia
Diario dal mondo
Cornello dei Tasso
In Alta in Val Brembana si trova Cornello dei Tasso, uno dei borghi più belli d’Italia dal 2003.
Un tempo al centro di importanti scambi commerciali e di passaggio di persone e merci che si svolgevano con la Valtellina lungo la Via Mercatorum, la più antica strada della Valle Brembana, è una delle località bergamasche dove meglio si è conservata la struttura urbanistica ed architettonica medioevale. Interessante curiosità legata a questo borgo è la sua relazione con la famiglia da cui deriva il suo nome: l’antica famiglia Tasso, da cui discese l’autore Torquato Tasso, proprio qui stablì una delle prime imprese multinazionali europee, quello del servizio postale tra l’impero asburgico e gli altri stati d’Europa.

Cornello dei Tasso
La società si chiamava “Compagnia dei Corrieri della Serenissima” ed erano in 32 soci, la maggior parte provenienti proprio dalla Val Brembana. Le spedizioni avvenivano soprattutto tra Roma, Milano ed Innsbruck. I Tasso avevano ideato un sistema di spedizione a staffetta, inizialmente a piedi, e in seguito perfezionata con l’uso del cavallo e delle diligenze, così che una lettera impiegava solo 24 per arrivare a Milano da Venezia.

Veduta del borgo di Cornello dei Tasso
L’imperatore d’Austria Massimiliano d’Asburgo affidò alla famiglia Tasso l’organizzazione delle poste dell’impero, e questo diede ancora più risalto al borgo di Cornello dei Tasso. Nonostante l’isolamento di Cornello intorno al ‘500 ne comportò il declino commerciale, lo stesso isolamento secolare ha favorito la conservazione dell’originario tessuto urbanistico originaria che, salvo alcuni rimaneggiamenti della seconda metà del Novecento, appare ancora oggi nella sua fisionomia medievale. Da non perdere la via porticata, la chiesa e il museo del Tasso, che ospita il primo francobollo emesso al mondo, il famoso Penny Black, affrancato ad una lettera del 1840. Il borgo è molto raccolto e non ci vorrà molto per visitarlo tutto, ma vale assolutamente una visita se vi trovate in zona.
Marina
Maraina in viaggio
Tarquinia, Scarperia e Longobucco
Tarquinia
Tarquinia è un centro abitato antichissimo. Più antico di Roma, per capirci.
Gli Etruschi vivevano sulle colline oggi occupate dal borgo e dal suo territorio da diversi secoli prima di Cristo.
Il Santuario dell’Ara della Regina, su un colle poco distante dall’abitato attuale, era un vero e proprio luogo di culto internazionale – stando alle proporzioni dell’epoca. Le necropoli etrusche, tra cui quella dei Monterozzi è la più nota, ci parlano di una società ricca, aristocratica, amante degli agi e della cultura greca, come emerge da certi miti rappresentati sui vasi e dalla rappresentazione stessa del banchetto, che ricorre spesso nelle tombe.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio.
Etruschi.
Necropoli dei Monterozzi: si tratta di 20 tombe a camera scavate nel ventre della terra. Le camere funerarie sono tutte affrescate con scene che rimandano al momento del banchetto aristocratico animato da danzatrici e suonatori di flauto; in altri casi si evocano scene di caccia; in altre ancora sono i demoni dell’Oltretomba, Karun dagli occhi spiritati, ad essere raffigurati sulle pareti delle camere.
Ma l’esperienza etrusca a Tarquinia non si esaurisce qui: il Museo Archeologico Nazionale, allestito in uno splendido palazzo medievale nel borgo di Tarquinia, è un excursus che ci accompagna passo passo alla scoperta degli Etruschi di Tarquinia. Tra sarcofagi scolpiti in pietra a sarcofagi dipinti, da vasi dipinti di importazione greca a vasi realizzati da artisti etruschi, il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia è un viaggio ampio e variegato attraverso la storia dei più antichi tarquiniesi, prima che i Romani, con la loro conquista, cancellassero questa cultura davvero eccezionale. Un museo assolutamente da visitare.
Il borgo di Tarquinia è di impianto medievale, anche se alcuni palazzi sono successivi: al medioevo risalgono le chiese romaniche più antiche, che ci riportano indietro nel tempo, quando la religione era davvero una cosa sacra e le chiese erano buie ed estremamente spirituali.
scarperia
Scarperia è un borgo medievale splendido e piccolissimo nel cuore del Mugello, il territorio appenninico che separa Firenze da Bologna. Molti lo conosceranno per il Circuito del Mugello. Ebbene, vi assicuro che dal borgo di Scarperia si sente il rombo dei motori in pista quando girano, sia che si tratti di bolidi a quattroruote, sia che si tratti di moto.
La piccola piazza del borgo di Scarperia è dominata dallo splendido palazzo medievale dei Vicari. Sulla facciata sono apposti tantissimi stemmi di famiglie nobili medievali e rinascimentali, il che arricchisce ulteriormente questo luogo.
Il Palazzo dei Vicari è aperto al pubblico e visitabile: al suo interno, tra le tante cose, colpisce l’attenzione un meccanismo di orologio messo a punto da Leon Battista Alberti, ma in effetti Firenze non era lontana da Scarperia neanche allora. Oltre alla storia del Palazzo e del borgo, si scoprirà un’altra storia, ben più interessante anche se – forse – meno nobile: quella dell’arte della coltellineria.
Ebbene sì, Scarperia è nota fin dal medioevo per la produzione di lame e coltelli. Nel borgo si trovano ancora alcuni negozi che vendono coltelli prodotti artigianalmente. L’arte della coltellineria è antica e nel Palazzo dei Vicari è allestito il Museo dei Ferri Taglienti, dedicato proprio a questa nobile e antica arte. IlMuseo non parla solo dell’attività di Scarperia, ma anche delle altre tradizioni di coltelleria presenti in Italia oppure all’estero. Il tutto esponendo esemplari di coltelli davvero notevoli per perizia artistica e bellezza. Poco fuori dal Palazzo dei Vicari si trova ancora un’antica fucina che oggi riveste un ruolo importante nella didattica per i bambini (ma anche per gli adulti, perché no).
Tra mantici, strumenti per la forgia, calderoni, martelli e incudini, la Fucina del Coltellinaio di Scarperia è uno dei luoghi più suggestivi di tutto il Mugello.
Longobucco
Longobucco è un borgo piccolo abbarbicato alla sua montagna; siamo nel cuore dell’altopiano della Sila, sul versante che da lì a pochi km vira verso la costa Jonica. Da qui comunque il mare è ben lontano, tutto è immerso nel verde dei boschi e nel grigio della roccia.
Longobucco, forse proprio a questo suo isolamento, in una stretta gola, ha sviluppato un artigianato suo molto peculiare: un artigianato legato alla produzione di tessuti. Innanzitutto, i versanti rocciosi del territorio sono ricchi di piante di ginestra che se d’estate colorano le montagne di giallo con i loro fiori, durante tutto l’anno forniscono con i loro steli materia prima per intessere tessuti.
La produzione più particolare di Longobucco è infatti quella dei tessuti in fibre di ginestra: al tatto lievemente ruvide e fresche, in realtà le coperte realizzate in questo modo sono piuttosto isolanti e calde. L’ideale per gli abitanti di Longobucco che in passato dovevano affrontare inverni piuttosto rigidi,
soprattutto stando appresso alle greggi di pecore. Ed ecco che l’altra produzione importante di tessuti è in lana: coperte e copriletti dai disegni molto
particolari, spesso simbolici, dalle fantasie piuttosto estrose e colorate che è possibile visitare in due spazi museali: il primo è il Museo diffuso di Longobucco, comunale, dove sono raccolte alcune belle coperte e tessuti di produzione storica. L’altro museo invece è privato ed è il racconto di un produttore di tessuti di
Longobucco, la famiglia Celestino, che ha aperto al pubblico il suo opificio storico, con i suoi telai, ma anche con fotografie storiche e documenti appesi alle pareti, a dimostrazione del fatto che la storia dei singoli concorre a costruire quella del luogo. Quella della famiglia Celestino è un’attività che ha attraversato
praticamente tutto il Novecento: è stato il primo vero e proprio “ginestrificio” d’Italia, fortemente sostenuto, negli anni Trenta, dal governo fascista che la vedeva come una produzione autarchica, di sussistenza assolutamente da premiare in quanto produzione locale, contro ogni forma di importazione
dall’estero.
elisa
Un viaggio in mente
Dozza
Dozza è un piccolo borgo della provincia di Bologna, famoso per i suoi murales. In questa località, fin dagli anni sessanta, si svolge ogni due anni la rassegna “Il Muro Dipinto” che ha trasformato nel tempo le facciate delle case di Dozza.
Il borgo è diventato così una galleria d’arte a cielo aperto in cui ammirare dipinti in un itinerario a piedi che si svolge tra Via XX Settembre e Via Edmondo de Amicis. Tra i murales più famosi di Dozza vanno citati l’Angelo di Dozza, un murales del 1993 realizzato da Giuliana Bonazza, l’Arcobaleno di Alfonso Frasnedi realizzato nel 2000 e l’opera Koncept “Dozza”, realizzata nel 2000 dall’artista Michal Strjecek.
Girando nel borgo si incontrano tante opere e ognuno si affeziona a dipinti più o meno conosciuti, è sempre una bella sorpresa scoprire nuovi murales man mano che si esplora il paese.

L’Arcobaleno di Dozza
Oltre che per i suoi murales, Dozza merita una visita anche per la sua imponente Rocca Sforzesca, una residenza-museo in cui ammirare arredi storici e dipinti delle famiglie Campeggi e Malvezzi che hanno abitato la rocca dal XVI secolo, fino al 1960. La rocca si visita facilmente, seguendo un percorso guidato ricco di pannelli informativi che conduce il visitatore fino al torrione. Raggiunta la cima della rocca si può ammirare un magnifico panorama della campagna circostante e incredibile ma vero, si incontra anche un drago dormiente! Infatti, in una cella visibile appena prima di giungere al torrione, riposa il drago Frystan. Il drago si sveglia ogni due anni, per due soli giorni durante la biennale d’arte del fantastico, Fantastika.

L’Angelo di Dozza
Concluso il percorso all’interno della rocca, si può scendere nelle cantine del castello, dove ha sede l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna. Qui è possibile acquistare vini provenienti non solo dal territorio di Dozza, ma da tutta la regione, oltre a vari prodotti tipici come: marmellate, sughi e conserve.
Dozza è sicuramente un borgo che merita una visita, qui vi divertirete a cercare e fotografare i murales più belli. Non perdetevi la visita alla Rocca Sforzesca e all’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, il posto perfetto per acquistare un bel ricordo da portare a casa con voi.
Domenica
Spunti di Viaggio
Chianalea di Scilla
Chianalea di Scilla è un borgo di pescatori che sembra sorgere per magia dalle acque del Mar Tirreno, nel profondo Sud della Calabria! Un borgo che fa parte del Comune di Scilla, in provincia di Reggio Calabria, inserito nel novero dei Borghi più Belli d’Italia!
Conosciuto dalla stampa internazionale e dagli instagrammer di mezzo mondo per i bellissimi scorci ed i panorami che si aprono sulla Costa Viola, le Isole Eolie e lo Stretto di Messina, questo piccolo Borgo gioiello, per me è da sempre un luogo del cuore!
Prendetevi del tempo per viverlo pienamente, visitandolo magari al di fuori dell’alta stagione estiva, per cogliere “la voce del mare” e vedere al lavoro i pescatori, intenti a rimagliare le reti o sistemare le barche allo Scaro Alaggio, fra altre mille altre barche colorate. La passeggiata che dal porticciolo vi porterà nel cuore di Chianalea di Scilla, è un susseguirsi di vicoli e vicoletti che si aprono sul mare e sulle casette, letteralmente abbarbicate sugli scogli! Se il mare qui domina su tutto, il borgo di Chianalea di Scilla è dominato dall’alto dal Castello dei Ruffo di Calabria, una fortezza arroccata sulla mitica rupe di Scilla, che ti consiglio di visitare assolutamente! Dagli affacci e passaggi del castello, che prende il nome da un’antica casata nobiliare, si può ammirare uno dei panorami più belli dell’intera Calabria, con una vista che spazia dal sottostante borgo di Chianalea allo Stretto di Messina, sino alle isole Eolie!

Panorama di Chianalea di Scilla
Il Castello si può visitare al costo di € 2,00, con ingresso gratuito per i bambini fino a 10 anni e gli over 70. I panorami dall’alto sul borgo e sullo Stretto rievocano l’antica radice greca di questi luoghi, ma anche le leggende e i miti che intorno a quest’area strategica gravitavano! Perché Scilla e Cariddi, sono due i “mostri” che hanno avuto un posto importante nell’Odissea di Omero, ma anche in molte altre storie e leggende popolari, che si tramandano da millenni.
Se ti lasci trasportare dalle magiche atmosfere di questi luoghi, potresti ancora sentire il canto delle Sirene che cercarono di incantare Ulisse!
Scherzo, o quasi!

Il porticciolo di Chinalea di Scilla
Di cose da vedere e da fare a Chianalea di Scilla e Scilla (e nei dintorni), ce ne sono davvero tantissime, ma potresti sempre decidere di goderti il momento e vivere profondamente il tuo soggiorno in questo Borgo di Calabria, esplorandone tutti gli angoli!
Di sicuro, non dovresti perdere di:
- Ammirare la vista sulla rupe di Scilla e marina Grande dal Belvedere di San Giorgio
- Degustare il tipico Street food scillese, il panino con il pesce-spada, o un’ottima granita
- Pigroneggiare sulla spiaggia di Marina Grande di Scilla, in attesa del tramonto
- Cenare in uno dei ristoranti sul mare a Chianalea di Scilla
- Dormire in uno dei piccoli hotel o B&B, ricavati da quelli che un tempo erano le abitazioni dei pescatori a Chianalea.
Il mio luogo del cuore aspetta anche te per stregarti!
Come arrivare a Chianalea di Scilla? Se siete in auto, la via preferenziale da percorrere è l’ex A3 Salerno – Reggio Calabria, oggi rinominata Autostrada del Mediterraneo. Se provenite da Sud o da nord, non importa: imboccate lo svincolo autostradale per Scilla, proseguite sino a Marina Grande e da qui, sino al porticciolo di Chianalea di Scilla. In alternativa, potete percorrere la strada statale ss 18 da Reggio Calabria a Scilla. Per chi arriva in aereo, l’aeroporto di riferimento per l’area dello Stretto di Messina è il “Tito Minniti” di Reggio Calabria. Per chi predilige i voli low-cost, atterrerà all’aeroporto di Lamezia Terme. Da qui, potrà arrivare sino a Scilla con il treno, i bus o noleggiando un’auto.
Sara
La Principessa dei Viaggi
Barolo
Vi chiederete perché ho deciso di parlare proprio di Barolo comune piemontese che si trova in provincia di Cuneo: perché in questo piccolo paese si produce uno dei migliori vini del Piemonte che è diventato famoso in tutto il mondo: il Barolo.
Sito nel cuore delle Langhe e famoso per la sua forma di sperone è diventato Patrimonio dell’Umanità. Piccolo ma pieno di fascino, per visitarlo al meglio, l’Ideale è perdersi tra le sue stradine fino ad arrivare ad ammirare il suo imponente castello. Si narra che la sua costruzione risalga al X secolo per difendere la zona dalle scorribande ungare e saracene. Finì poi in mano alla famiglia Falletti famiglia influente costituita da banchieri ed esponenti dell’alta borghesia. Fu abitato da Giulia Colbert che, quando morì, lasciò l’intero patrimonio alla sua fondazione l’Opera Pia Barolo che con il lascito, ristrutturò il castello. Al suo interno sono visitabili le sale della biblioteca fatta costruire da Silvio Pellico amico e consigliere dei marchesi e il museo delle Contadinerie.
Pensate che il primo metodo di vinificazione fu sperimentato proprio da Giulia Colbert ultima proprietaria del Castello Falletti di Barolo, che ospita proprio al suo interno l’Enoteca Regionale del Barolo in cui si può trovare e degustare il Barolo DOGC. All’interno infatti si trova il Wine Museum che è uno spazio dedicato alla storia del vino, in coesistono due anime – storica e multimediale – che mescolate insieme danno vita ad un’immersione emotiva e sensoriale nella cultura del vino. La visita si sviluppa attraverso 25 sale in cui si percorrono varie aree tematiche come: il rapporto tra il vino, arte e cucina, le origini della produzione del vino e in particolare del Barolo, la storia del Castello e dei suoi abitanti ed infine la degustazione.
Dopo un buon pranzo a base di specialità piemontesi quali il vitello tonnato, gli agnolotti e il fritto misto alla piemontese il tutto innaffiato da ottimi vini DOCG, prendete la macchina e raggiungete la cappella del Barolo a La Morra. Vi consiglio di parcheggiare l’auto e poi fare la salita a piedi, per godere del bellissimo
paesaggio in mezzo ai filari. Dopo una lunga camminata troverete ad attendervi un’insolita opera a ridosso delle vigne. La cappella della SS. Madonna delle Grazie costruita nel 1914 come riparo temporaneo dalle grandinate per i contadini che lavoravano nelle vigne, dopo anni di abbandono fu acquistata dalla famiglia Cerreto e venne trasformata da Sol LeWitt e David Tremlett in una delle attrazioni più visiate dal territorio. Ai due artisti è venuto in mente davanti ad un buon bicchiere di Barolo di riqualificare l’edificio, trasformandola in un’opera d’arte contemporanea dai colori accesi. Ad oggi è una delle opere più fotografate di tutte le Langhe.
Libera
Liberamente Traveller
Santarcangelo di Romagna
Santarcangelo di Romagna è meritatamente annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Si trova nell’entroterra riminese, tra verdi e morbidi colli ai quali, i tetti rossi del borgo, donano un inconfondibile tocco di colore!
Si tratta di uno di quei luoghi della nostra bella Italia che sembrano fuori dal tempo, usciti dalla tavolozza di un pittore e messi lì, a completa disposizione dei visitatori. Per questo motivo, dimenticate a casa la fretta e, dopo aver parcheggiato l’auto, soffermatevi per alcuni minuti presso la centralissima piazza Ganganelli. Qui, attorno alla fontana che si erge nel centro della piazza, si svolge lentamente la vita del borgo, animata da suoni e colori delle bancarelle che propongono tessuti oppure piccoli manufatti di artigianato locale. Sentite anche voi questo rintocco? È il Campanone, che svetta dai suoi 25 metri, nella parte alta della cittadina.

Libera tra le vie di Santarcangelo
Pensate che non lontano da questa torre campanaria si erge la Rocca Malatestiana, dove sembra abbia avuto luogo la storia d’amore tra Paolo e Francesca, raccontata da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia. Quello che mi ha colpito, durante il mio girovagare alla ricerca dei più bei punti panoramici del
borgo, è l’accuratezza con cui porte e finestre di ogni casa, sono state addobbate: fiori colorati e piante aromatiche disposte in pratici vasetti, utensili legati alla vita familiare e simpatici mici sdraiati al sole.

Veduta di Santarcangelo di Romagna
Un consiglio: prima di lasciare il borgo, fate come me: visitate la sua rete di cunicoli sotterranei. Dovete sapere che qui c’è una vera e propria città sotto la città. Si tratta di grotte di origine antichissima che durante la Seconda Guerra Mondiale divennero dei rifugi.
Pensate che moltissimi cittadini di Santarcangelo e dintorni, dovettero rifugiarsi qui per scampare ai bombardamenti che durano anche molti mesi.
Oggi, alcune di queste cavità, vengono adoperate per conservare il vino tipico di questa terra: il Sangiovese.
Buon viaggio e …prosit!
Federica
Appunti di Zelda
Diano Castello
Diano Castello sorge su un piccolo colle che domina l’intera valle Dianese, con i suoi ricchi alberi di ulivo e le distese di viti che ci ricorda la produzione di uno dei vini più importanti della zona il Vermentino.
Diano Castello nasce come borgo nel Medioevo, intorno al X secolo, dovute alle incursioni saracene che spaventavano i villaggi lungo la costa ligure, costringendo così agli abitanti a rifugiarsi nell’entroterra. La popolazione creò così un “castrum” e da qui il nome “Castrum Diani”, ovvero un borgo fortificato in cima a un colle. Questo permetteva agli abitanti di avvistare pericoli e di difendersi e prepararsi con largo anticipo, protetti da solide mura.
L’accesso al borgo avveniva attraverso quattro porte:
- Porta del Borgo, a nord;
- Porta della Marina, a sud;
- Porta del Portello di San Pietro a est;
- Porta del Mercato a ovest.
Claudia
Dammi La Mano
Cison di Valmarino
Cison di Valmarino, in provincia di Treviso, è uno dei Borghi più Belli d’Italia ed è anche Bandiera Arancione del TCI. Adagiato ad una modesta altitudine sulle Colline del Prosecco, domina la Valsana, vicino al confine con la provincia bellunese.
Il borgo è piccolo e contenuto, ma molto prezioso: conta circa 2.600 abitanti su una superficie di una trentina di kmq. Come la maggior parte dei borghi italiani, la sua origine è romana. Con i longobardi diventa il Feudo Valmareno, ma il nome “Cison” – che significa “disboscato” – deriva dalla bonifica realizzata
nel XII secolo. Nel centro, in Piazza Roma, potrete visitare il Palazzo del Municipio, il Teatro della Loggia e il Museo della Radio d’Epoca.

Cison di Valmarino vista da Castelbrando
Castelbrando è oggi una struttura ricettiva, ma è comunque visitabile con un piccolo contributo per utilizzare l’ascensore. Ne vale la pena per ammirare la splendida visuale sulla Valsana e sul borgo di Cison e fare la conoscenza del Cedro del Libano monumentale che si trova tra le mura.
La piazzetta, la cattedrale, il Castello, meritano tutti una visita, ma a mio avviso sono soprattutto le passeggiate che si possono compiere nei suoi dintorni che meglio rendono l’idea non solo del paesaggio, ma anche della vita rurale che le popolazioni conducevano a Cison di Valmarino.
È il caso della Via dell’Acqua/dei Mulini che costeggia il torrente Rujo, tramite la quale si arriva anche al Bosco delle Penne Mozze che commemora gli alpini caduti in battaglia, perfetta da fare con i bambini.

Ponte dei Sassi
Chi ha voglia di camminare un po’ può arrivare al Bivacco dei Loff sulle prealpi Bellunesi, ma anche percorrere in auto o in bici il passo San Boldo, lungo la Strada dei Cento Giorni, è un’esperienza molto paesaggistica e c’è anche un museo per conoscerne la storia molto particolare.
Eventi interessanti: la manifestazione “Artigianato Vivo” che si tiene in agosto e che vede la città riempirsi di bancarelle e laboratori artistici, ma anche “Bosco Incantato – Sulle Vie dell’Acqua” che si tiene ogni 25 Aprile tra il borgo e i boschi, portando in scena spettacoli e attività per i più piccoli.
Francesca
#Wanderbeach
Gallipoli e Otranto
Gallipoli
Chi l’ha detto che Gallipoli è solo mare? Gallipoli a settembre si spopola, vanno via tutti, e chi è veramente interessato alla storia della città ne approfitta per venire a scoprirla grazie al suo clima mite e alle belle giornate, che tra alti e bassi dureranno fino a novembre/dicembre. Non c’è periodo più bello per conoscere veramente la città anche se è inverno non fa freddo, infatti non è difficile vedere persone a maniche corte anche a novembre. Soltanto il centro storico della città, un’isoletta dal diametro di 1km circa, ha 33 chiese che ogni confraternita legata agli antichi mestieri portava avanti e le abbelliva. La confraternita più ricca era quella degli Bastasi, gli scaricatori di porto, e la sua chiesetta era quella di Santa Maria della Purità, proprio quella che si affaccia sull’omonima spiaggetta. È stata più volte affrescata, ma a causa dell’ umidità che deteriorava gli affreschi, fu ricoperta di tele dipinte da abili pittori del regno di Napoli. Durante gli ultimi lavori di restauro è stato rinvenuto e reso accessibile un ulteriore dipinto che si trova sotto la tela delle porte d’entrata. Oggi si può vedere in via esclusiva perché coloro che lo mettono a disposizione per sostenere i costi di manutenzione dovuti di un delicatissimo meccanismo di apertura chiedono un contributo. Quindi, grazie a questo prezioso meccanismo potete ammirare un affresco tenuto nascosto e salvaguardato dalle rovine del tempo, ma al tempo stesso molto più antico e importante. Tante sono le bellezze storiche e i musei presenti in questa città imperdibili da visitare oltre ai fantastici scorci e agli angoli più caratteristiche della città.
Otranto
Otranto diede il nome alla Terra d’Otranto, che spesso troverete su tutte le cartine antiche. Una terra ricca, florida, grazie al suo incessante commercio e ruolo principale all’interno del bacino del Mediterraneo, un tempo insieme alla potenza marittima di Taranto, e Gallipoli, fu un luogo cruciale per le Crociate dove tutti gli approvvigionamenti avvenivano in questo territorio, perché terra più vicina alla Terra Santa dove si combattevano queste battaglie. La Terra d’Otranto è famosa anche per i cavalieri templari e per la storia millenaria che parte dagli ultimi rilevamenti in zona di Porto Badisco dai primi esemplari di Homo Sapiens.
Ma come dice il proverbio “Molti nemici, molto onore” più era il prestigio più aumentavano gli attacchi ricevuti, infatti tutte le coste salentine furono continuamente saccheggiate nel corso degli anni, ma Otranto fu quella che patì maggiormente tutti questi saccheggi e, nella cattedrale di Otranto, sono ancora esposti gli 800 martiri di Otranto che sacrificarono la loro vita in cambio della propria libertà di esprimere la propria fede durante i saccheggi ottomani.
Veronica
Oggi dove andiamo
Camogli
Arrivando in questo piccolo angolo di paradiso ligure che è Camogli si rimane subito folgorati dai colori delle case e dal profumo di focaccia che si diffonde nell’aria. Il paese si trova a metà strada fra il Promontorio di Portofino e Genova, ed è il perfetto compromesso per coloro che vogliono trascorrere in un’unica vacanza sia momenti di relax che di avventura. Sono infatti tantissime le gite che si possono organizzare: camminare nei sentieri immersi nel bosco per arrivare ai borghi irraggiungibili di Punta Chiappa e San Fruttuoso. Oppure si può rimanere nel borgo, andando alla scoperta del Castello della Dragonara, il quale ospita tutto l’anno mostre ed esposizioni.

Il porticciolo di Camogli
Un tempo borgo di pescatori, che ancora oggi attraccano i loro pescherecci nel porticciolo, Camogli offre esperienze di ogni genere, offrendo ottime opportunità anche per gli amanti della cucina. Sia il centro pedonale che il porticciolo e la passeggiata sul mare sono costellati di ristoranti e locali, dove è possibile degustare piatti a base di pesce e degustare l’ottima cucina ligure. Per tutti gli amanti del mare, del sole e dell’abbronzatura, Camogli è il luogo adatto per rilassarsi e stendersi sull’asciugamano sentendo il rumore del mare che si infrange sulla battigia; la spiaggia è comodamente raggiungibile direttamente dalla passeggiata.

La passeggiata di Camogli
Non solo Camogli, ma anche Portofino, Rapallo e Recco sono destinazioni che meritano di essere assolutamente visitate, che si affacciano direttamente sul mare vicino a Camogli. Insomma, decisamente un borgo da non perdere!
Raffaella
Raf Around the World
Sappada, Cividale e Pesariis
Sappada
Includere Sappada tra i borghi più belli del Friuli Venezia Giulia potrebbe essere una scelta in grado di far storcere il naso a qualcuno. Non per la bellezza del luogo (sulla quale non si discute), ma per il fatto che solo nel 2017 Sappada è stata annessa alla Provincia di Udine. Fino ad allora Sappada apparteneva alla Provincia di Belluno in Veneto, poi, attraverso un referendum, la popolazione ha espresso la volontà di voler far parte del Friuli Venezia Giulia. In fondo, Sappada è sempre stato un borgo particolare, in bilico tra la cultura del Cadore e le tradizioni della Carnia, ma con un carattere tutto suo. Qui infatti si parla il dialetto sappadino, una parlata di origine germanica con forti influenze carinziane.
Circondata dalle maestose cime delle Alpi Carniche e delle Dolomiti Pesarine, Sappada con i suoi 1245 metri sul livello del mare è il più alto comune del Friuli. Si compone di 15 borgate, ognuna delle quali ha una propria chiesa e una fontana principale. Le borgate Granvilla, Palù e Bach costituiscono il centro commerciale e turistico del paese. Ma sono le borgate Pill, Mühlbach, Cottern, Hoffe, Fontana, Kratten, Soravia, Ecche e Puiche quelle più affascinanti che costituiscono la cossidetta Sappada Vecchia.
Infatti, gli amanti dell’architettura che vengono a visitare Sappada non possono non passeggiare per Sappada Vecchia. Qui le tradizionali case di legno sappadine decorate con fiori e sculture si susseguono una dopo l’altra creando scorci davvero suggestivi. Questi edifici sono costruiti con una tipica tecnica locale chiamata block bau, in cui le travi di legno vengono sovrapposte in senso orrizonatale e incastrate negli spigoli.
Gli amanti delle passeggiate, invece, non possono perdersi le suggestive Cascatelle di Mühlbach. Qui, attraverso un sentiero ricavato nella roccia, si risale il rio Mühlbach per raggiungere la cascata più grande. Una passeggiata breve, ma completamente immersa tra il verde del bosco e il suono del ruscello.
Cividale
Seguendo la strada più breve che da Udine porta verso il confine con la Slovenia, prima di inerpicarsi su per le colline friulane, si passa per Cividale. Antica capitale longobarda, oggi questo bel borgo friulano è la destinazione preferita per chi vuole fare una passeggiata nella storia e nella natura. La cittadina di Cividale è attraversata dalle acque turchesi del fiume Natisone, le cui spettacolari forre sono una meta molto frequentata dagli amanti della canoa. A collegare le due sponde cittadine del borgo, c’è il mitico Ponte del Diavolo. Si dice che questo ponte sia stato costruito dal Diavolo in persona che, considerata l’impossibilità degli abitanti locali di erreggerlo in un punto considerato molto impervio, ha offerto il suo aiuto in cambio dell’anima del primo passante. Fu così che nacque il celebre ponte, ma il diavolo venne beffato dai cividalesi che fecero attraversare il ponte da un cane e non da una persona.
Leggende a parte, Cividale è davvero un borgo ricco di storia. Camminando tra le sue stradine acciotolate, è ancora possibile vedere eleganti dimore nobiliari e persino una suggestiva casa di origine medievale. Tra le testimonianze artistiche più suggestive ci sono l’Ipogeo Celtico e il Tempietto Longobardo. Il primo, la cui origine è ancora avvolta nel mistero, consiste in alcune misteriose cavità sotterranee comunicanti tra loro. Il secondo, invece, ospitato nel complesso monastico di Santa Maria in Valle, è un capolavoro dell’arte tardomedievale per gli affreschi e gli stucchi che lo decorano.
Cividale, infine, è anche un borgo perfetto per gli appassionati di cucina. Una passeggiata enogastronomica può iniziare con un aperitivo (meglio se a base di un buon calice di vino locale) in uno dei bellissimi locali storici di Piazza Paolo Diacono. Si può proseguire, poi, con un gustoso pranzo con i prodotti tipici della zona (imperdibile una generosa porzione di frico con la polenta) in uno dei piccoli ristoranti nascosti nei vicoli cittadini. Non si può, però, lasciare Cividale prima di aver assaggiato (ed eventualmente acquistato da uno dei produttori locali) la gubana, dolce tipico delle Valli del Natisone, con un ripieno a base di uvetta e frutta secca.
Pesariis
In Friuli Venezia Giulia, nel cuore delle Alpi Carniche, si trova la Val Pesarina, altrimenti detta la Valle del Tempo per la sua fama nel campo dell’orologeria. Qui, lungo il vivace corso del torrente Pesarina, tra le Dolomiti Pesarine a nord e i verdi pascoli che separano questa valle dalla Val Lumiei di Sauris a sud, sorge il piccolo borgo di Pesariis. Questo centro montano è un vero e proprio museo all’aria aperta. Proprio qui, dal 1725, ha sede la celebre fabbrica di orologi dei Fratelli Solari che ha regalato a Pesariis l’appellativo di “paese degli orologi”.
Basta muovere qualche passo nel centro del paese per rendersi conto dell’importanza locale di questa industria manifattutiera. Tra le suggestive case di sasso perfettamente conservate e gli spioventi tetti di scandole (tipiche tegole carniche realizzate in legno), si sviluppa un percorso pedonale che porta a visitare ben dodici orologi monumentali. Dall’orologio a palette a quello a scacchiera, dalla classica meridiana al calendario perpetuo gigante, passeggiare per Pesariis è davvero come entrare in una dimensione senza tempo. Sarà per le architetture tradizionali che impreziosiscono le case del borgo, sarà per le strette vie di ciotoli quasi deserte, ma in questo borgo il tempo sembra davvero essersi fermato. Sempre a proposito di tempo, gli appassionati potranno terminare la visita al paese degli orologi visitando il Museo dell’Orologeria Pesarina. Invece, gli amanti della montagna e delle passeggiate potranno percorrere uno dei numerosi sentieri che attraversano le montagne attorno a Pesariis: ce n’è per tutti i gusti, dai più facili e panoramici ai più difficili ed adrenalici. A partire proprio dal sentiero che, partendo dal centro del paese e passando per la sede della fabbrica Solari, conduce alla cascata di Fuas, un breve ma suggestivo itinerario che descrive perfettamente la bellezza un po’ selvaggia e un po’ ritrosa di questo angolo di Friuli Venezia Giulia.

Federica
My Travel Planner
Morano Calabro
Amo la Calabria intera, così diversa dal resto d’Italia, ma se c’è un borgo che mi è rimasto particolarmente nel cuore, quello è Morano. Già esercita il suo fascino visto da lontano. Un presepe, questo sembra. Arrampicato su un monte perfettamente conico, l’abitato ne segue il profilo. Intorno, quasi a proteggerlo, i monti Pollino, Serra Dolcedorme e Serra del Prete. Uno scenario naturale meraviglioso.
Morano è bello visto di giorno, quando si distinguono bene le tante case alte e strette che sembrano aggrappate l’una alle altre. È bello al tramonto, quando la pietra delle case si veste d’arancio. E lo è di notte, quando i lampioni accesi trasformano Morano in un presepe illuminato da tante lucine. Va poi percorso tutto Morano, attraverso le sue stradine, le scalinate e i sottopassi che ti portano dal basso all’alto del paese o viceversa. Punto di riferimento sono Via Domenico Cappelli, la via più grande che lo attraversa tutto, e la cupola maiolicata della Collegiata di Santa Maria Maddalena che spicca, colorata d’ocra e verde, fra i tetti rossi delle case.

Veduta di Morano Calabro
È un paese molto curato Morano. In ogni angolo si ritrova l’orgoglio dei moranesi per il proprio paese. Nella cura che c’è ovunque, nelle tradizioni tenute vive. Nelle vecchie fotografie in bianco e nero appese sulla via principale e nei piccoli vicoli del Rione Giudea arricchiti da decorazioni, versi scritti sulle porte, targhe di legno che indicano i mestieri dei vecchi abitanti e piccole installazioni. C’è poi la Morano più ricca, quella delle tante chiese che ospitano opere preziose, e quella dei palazzi antichi nobiliari dagli splendidi portoni. A Natale, con la rappresentazione del presepe vivente, si ha un presepe nel presepe. Se poi i tetti sono tutti imbiancati dalla neve, l’incanto è completo. Sembra strano pensare alla neve in Calabria, ma qui in inverno arriva il gelo. In molti nel corso degli anni lo hanno dovuto abbandonare per trovare lavoro altrove, spesso oltre oceano. Ma nessuno l’ha dimenticato e torna appena può.

Le case di Morano
Perché Morano è un paese che non si dimentica!
Babi | Wanderlust in Travel
Quanti bei posti..davvero una guida spettacolare del Bel Paese. Alcuni conosco già, altri ho già preso nota e sicuramente andrò a curiosare.
Super brave tutte!
Donna Vagabonda
Grazie di aver apprezzato questo articolo 😉
Mimì
Ciao Eliana!
Che bello leggere di così tanti borghi Italiani? Mille idee per viaggi, weekend e gite fuori porta!
Il mio preferito? Tutti … E tutte brave le colleghe che hanno scritto!
Un articolo utilissimo …
Grazie mille per avermi ospitata,🙏
Mimì
Donna Vagabonda
Grazie a te di aver contribuito! Non vedo l’ora di scoprire anche io tutti questi borghi! 🌟😍
Valentina
Bellissimo lavoro ragazze, avete raccolto un sacco di idee per dei weekend in Italia! Molti di questi borghi non li ho mai visitati, prenderò sicuramente spunto per qualche viaggetto
Donna Vagabonda
Ne sono felice, l’articolo deve proprio ispirare 😀
Valentina
Che belli questi articoli a più mani e quanti bei borghi sono stati menzionati.
Conosco solamente quello di Dozza, poco distante da dove vivo. Un altro borgo nel bolognese conosciuto per i suoi affreschi è San Giovanni in Persiceto, famoso per la Piazzetta degli Inganni – in questo comune, poi, si mangia divinamente. Consiglio “L?officina del gusto” che propone un’ottima cotoletta con crema di parmigiano e fette di culatello. Una bontà
Donna Vagabonda
Mamma mia Valentina! Io ci andrei subito, volersi immediatamente a mangiare le fette di culatello!!
Patrizia
Oh mamma sono indietrissimo! Conosco tutti quelli della Liguria e Barolo, ma sul resto mi trovi imprepara! Molto bello questo articolo perché mi ha dato qualche ispirazione per i prossimi viaggi!
Donna Vagabonda
Ne sono proprio felice! Anche io non ne conosco molti, un motivo in più per seguire i consigli delle nostre travel blogger!
Claudia
Grazie per aver ospitato il mio racconto su Cornello dei Tasso. Sicuramente una carrellata di borghi stupendi, tutti da visitare!
Donna Vagabonda
Grazie a te di aver partecipato, è un piacere per me 😍
ANTONELLA MAIOCCHI
Caspita! Questo articolo è una vera antologia di bellezza e me lo salvo per il futuro. Mi sono incantata a leggere di tanti borghi della nostra bella Italia alcuni conosciuti e amati e altri per me completamente nuovi che mi hanno fatto venire voglia di partire subito alla volta, per esempio, di Cison di Valmarino e non solo per il prosecco!
Donna Vagabonda
Eh qui c’è proprio l’imbarazzo della scelta, sono uno più bello e interessante dell’altro quindi è dura scegliere quale sarà il primo ad essere visitato!
Bru
Un’articolo bellissimo, davvero complimenti a te Eliana per l’idea, e a tutte le care travel blogger italiane, alcuni borghi li conoscevo altri li ho scoperti oggi leggendovi
Donna Vagabonda
Grazie per i tuoi complimenti! 😀
Sara Slovely.eu
Fantastica questa guida! Anche perché più della metà dei borghi citati non li conoscevo (a parte quelli nella mia regione, Friuli Venezia Giulia). Certo che l’Italia nasconde davvero tantissime perle, tutte da esplorare. Ottimo lavoro, complimenti a tutte!
Donna Vagabonda
Penso che l’Italia abbia talmente tanti borghi che è impossibile conoscerli tutti ma le travel blogger hanno una marcia in più e alcuni ce li hanno presentati proprio divinamente in questo articolo!
Veronica
Bellissim post, ammetto che non conoscevo il 90% di questi borghi e ho allungato la mia lista di tantissimo! L’Italia è così bella da nord a sud e ci sono delle chicche in ogni regione e questo post ne è la prova.
Donna Vagabonda
Sì in ogni regione ci sono borghi e luoghi magici come questi!
Babi| Wanderlust in Travel
Sono posti talmente belli che ti viene voglia di vederli tutti!
è stato un piacere partecipare a questa iniziativa parlando della mia Toscana 😉
Donna Vagabonda
Grazie di aver partecipato mia cara 😀
elisa
La maggior parte dei borghi citati in questo articolo li conosco solo di nome, ma ho letto con piacere i riferimenti al borgo di Barolo, che desidero visitare da tempo. Ora che ho scoperto l’Enoteca Regionale del Barolo, devo solo organizzarmi e partire!
Donna Vagabonda
Barolo è splendida, ci sono stata e mi è rimasta nel cuore, una vera chicca!
Lisa Trevaligie Travelblog
E’ stato davvero un piacere partecipare al tuo articolo con la mia città, Gaeta, e scoprire i borghi selezionati delle altre Travel Blogger Italiane. E’ venuto su davvero un capolavoro, utilissimo a chi cerca esperienze da fare in Italia all’insegna dell’autenticità.
Donna Vagabonda
Hai detto bene, all’insegna dell’autenticità e qui di questa ce n’è davvero molta 😍 grazie di aver partecipato ❤
ERMINIA SANNINO
Molti di questi borghi li conosco esclusivamente grazie alle Travel Blogger Italiane e devo dire che durante il 2020 e il 2021 incluso mi hanno fatto sognare e viaggiare con la mente, come sempre fai anche tu. Spero di poter visitare tutti questi borghi prima o poi.
Donna Vagabonda
Anche tu mi hai fatto viaggiare con cuore e mente ❤ e anche io spero davvero di vederli tutti al più presto!
Paola
A volte ci dimentichiamo quanta bellezza abbiamo nel nostro paese. Complimenti a tutte per la scelta di questi favolosi Borghi!
Donna Vagabonda
Hai proprio ragione! Per fortuna che le travel blogger italiane ce lo ricordano spesso 😀
Federica Assirelli
Che carrellata di luoghi uno più bello dell’altro. È l’Italia dei piccoli borghi, l’Italia che forse amo di più e che più mi scalda il cuore! Grazie per aver pensato a questo articolo e grazie dell’ospitalità!
Donna Vagabonda
Grazie a te di aver contribuito! Anche secondo me questa è l’Italia migliore ⭐
marina lo blundo
Contenta di aver fatto parte di questa fantastica squadra! è uscito fuori praticamente un giro d’Italia eccezionale, pieno di spunti e di idee per gite fuoriporta alla scoperta dei nostri borghi. Grazie per aver avuto quest’idea e grazie per aver coinvolto le travel blogger italiane!
Donna Vagabonda
Grazie a te di aver partecipato Marina!
Teresa Scarselli
Quanti spunti di viaggio per gli anni a venire! Sono una appassionata cacciatrice seriale di borghi, in particolare di quelli meno patinati, e in questa selezione ne ho scoperti davvero tanti che proprio non conoscevo. Un viaggio nell’Italia Minore, che minore non è! Bravissime tutte le contributors!
Donna Vagabonda
Grazie per aver letto e apprezzato l’articolo 🤩
elilovestravelling
Aiuto! Sono proprio una schiappa, di questi borghi ne avrò visti si e no 2…. La nostra Italia nasconde davvero tanti bei posti, bisognerebbe solo avere tempo e voglia di visitarli! Grazie per i suggerimenti ragazze!
Donna Vagabonda
Beh ma non è una gara, anche io ne ho visti pochi ma conto di vederne tanti altri proprio partendo da questi spunti!
anna
Oddio che vergogna…. li ho contati e ne ho visitati solo 3: Chianalea, Otranto e Gallipoli. Alcuni li conoscevo, ma altri non li avevo mai sentiti nominare. E’ bellissimo leggere gli articoli con tanti contributi perché si hanno tanti punti di vista differenti.
Donna Vagabonda
Tranquilla! Nessuno qui li ha visitati tutti e anche se fosse non è una gara e non bisogna vergognarsi. Spero che l’articolo ti abbia ispirato a vedere qualche borgo 😍
Amber
Articolo super interessante e ben strutturato! Adoro i borghi, sono una delle mie passioni! Essendo ligure sono di parte, Camogli è il mio borgo del cuore, insieme a Finalborgo!
Donna Vagabonda
Camogli concordo con te, è splendida! Finalborgo invece non l’ho mai vista!
Lara Bradamilla
L’Italia e i suoi mille borghi, non basterebbe un libro per raccontarli tutti! Ottimo questo articolo per conoscerne anche sempre di nuovi. Bella idea.
Donna Vagabonda
Grazie di averlo apprezzato 😀
Selena
Tra questi ne ho visitati 4, ma i miei borghi italiani preferiti in assoluto ( tra quelli che ho visto fino ad ora ) sono: San Gimignano, Assisi e Triora, in Liguria 🙂
Donna Vagabonda
San Gimignano e Assisi le ho viste, Triora la conosco di nome ma non ci sono mai stata!
Libera
È stato un piacere partecipare a questo articolo facendo conoscere uno dei borghi più belli della mia regione , l’Emilia Romagna.
Donna Vagabonda
L’Emilia poi è veramente meravigliosa! Grazie di aver partecipato!
Sara
Di tutti questi borghi io ho visitato solo Gaeta e Camogli… Gli altri sono ora tutti in bucket list! 😍
Donna Vagabonda
Un motivo in più per visitarle 😉
Clauisa
Quanti borghi! Alcuni per me quasi sconosciuti altri più o meno noti. Un po’ alla volta cercherò di vederli tutti (almeno quelli più vicini) perché ognuno merita una visita approfondita. Grazie ragazze!
Donna Vagabonda
Grazie a te di aver letto l’articolo 😉
Martina
Bellissimo articolo con una carrellata di borghi uno più affascinante dell’ altro, ho preso nota per i futuri viaggi nelle regioni da voi citate 😍
Donna Vagabonda
Grazie di averlo letto, sono contenta che sia stato un buono spunto per i prossimi viaggi!