Diario di viaggio: dalla Toscana ai Castelli Romani – Giorno 4
Ed eccoci giunti al quarto giorno di questo viaggio così ricco e particolare: siamo giunti ai Castelli da meno di 24 ore e già ce ne siamo innamorati! In questo quarto giorno del Diario di Viaggio esploreremo il Giardino Barberini e il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo in mattinata mentre nel pomeriggio ci sposteremo a Marino dove ci attende Fabiana Giansanti dell’Archeoclub Colli Albani per farci conoscere la città e i suoi sotterranei.
Prima di partire alla scoperta di questi luoghi vi lascio la tabella delle nostre attività.
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Ok! Siete pronti?
VIA!
Svegliati di buon mattino e dopo una buona colazione ci dirigiamo verso Castel Gandolfo, uno dei più conosciuti luoghi dei Castelli Romani e di tutto il Lazio. Il territorio del comune si estende a cavallo tra la zona collinare dei Colli Albani e quella pianeggiante dell’Agro Romano. Come Frascati e Rocca di Papa è incluso nel Parco Regionale dei Castelli Romani. Il suo suolo è totalmente composto da terreni di origine vulcaniche, con prevalenza di materiali come peperino (ricordatevi questo nome, mi raccomando), tufo e pozzolana. Castel Gandolfo fa parte del circuito de “I Borghi più belli d’Italia” e, dopo averlo visitato, possiamo ben dire che questo è uno dei borghi più interessanti da me visitati fino ad oggi.

Palazzo Pontificio
Gaetano Moroni, bibliografico ed erudito, descriveva Castel Gandolfo in questo modo:
“Da tramontana signoreggia Marino, l’antico Tuscolo, e i monti di Tivoli; e dal mezzogiorno vagheggia Ardea ed altri luoghi, e dalla parte occidentale da per tutto poi gode la vista del mare. Confina col detto lago e monte, colla Riccia, con Albano, colla via Appia, colle Fratocchie e campagna romana“
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica – Castel-Gandolfo, vol. X p. 153, Venezia 1841
Castel Gandolfo è conosciuta soprattutto per la presenza del Palazzo Pontifico, un tempo residenza estiva dei papi, e per gli splendidi giardini pertinenti. É proprio su questi due luoghi che la nostra attenzione si è soffermata maggiormente: prima di partire abbiamo prenotato la visita guidata al Giardino Barberini e al Palazzo tramite il sito Ufficiale del Vaticano in modo da avere l’orario di entrata programmato e per non correre il rischio di non vedere i due monumenti a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19. Dopo i controlli di routine di sicurezza attendiamo il resto del gruppo e partiamo alla scoperta dei giardini accompagnati da un simpatico addetto alla sicurezza (che per l’occasione si è improvvisato anche guida turistica rispondendo ad alcune delle nostre domande e racontandoci la storia del Palazzo e dei Giardini). Insieme a noi ha preso parte alla visita un gruppo di frizzanti consorelle: un gruppo di suore eterogeneo con signore provenienti dall’Africa e dal Sud-Est Asiatico davvero effervescenti che non si sono tirate indietro davanti a piccoli scherzi e autoscatti. Insomma, la visita è stata tutt’altro che noiosa!
I giardini si estendono per 55 ettari e si sviluppano sul versante sud occidentale del Lago di Albano, proprio sopra i resti dell’ Albanum Domitiani, una tra le più illustri e imponenti ville dell’antichità voluta, come dice il nome, dall’Imperatore Domiziano. Il “parco” è costituito in realtà da un’insieme di più giardini e ville acquisiti in epoche diverse: il primo fu il Giardino del Moro di epoca seicentesca, collegato direttamente al Palazzo Apostolico, fu realizzato per volere di Urbano VIII Barberini trasformando l’antica rocca dei Savelli e a loro sottratta per non aver onorato un debito. Nel 1773 si aggiunse Villa Cybo, ex proprietà del Cardinale Camillo Cybo e infine toccò a Villa Barberini, annessa con il Trattato Lateranense del 1929. Ma i giardini non splendettero sempre di luce propria: furono abbandonati per almeno settant’anni fino al 1932 quando si inaugurarono gli interventi di recupero volti anche a ristabilire l’antico ruolo di Castel Gandolfo come residenza del Pontefice.

I meravigliosi Giardini all’Italiana
Naturalmente la visita non comprende tutti i 55 ettari dei giardini (sarebbe davvero infattibile visitarli tutti, in particolar modo nel giro di un’ora) ma si svolge percorrendo un percorso che parte dal Giardino della Magnolia e si snoda attraverso il Giardino del Belvedere, le rovine del Teatro e i resti del Criptoportico imperiale. La visita è adatta a tutti, piacevole e quasi tutta all’ombra (e meno male perchè la canicola di luglio non perdona). I giardini sono in stile italiano, caratterizzato da geometrie e piccole siepi ordinate di bosso: tutto è stato studiato nei minimi dettagli e la manutenzione da parte dei giardinieri è costante. Posso affermare senza dubbio che questi giardini sono tra i più belli e suggestivi che io abbia mai visitato (e ne ho visti davvero tanti!).
Terminata la visita ci siamo diretti subito al Palazzo Pontificio: acquisito dalla Camera Apostolica nel luglio 1596 e incorporato come patrimonio inalienabile della Santa Sede il 27 maggio 1604, il territorio di Castel Gandolfo fu prescelto come luogo di villeggiatura da molti papi, a cominciare da Urbano VIII. Il progetto del palazzo fu affidato a Carlo Maderno che lo realizzò con l’aiuto dei suoi assistenti Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli. Benché promotore della sua costruzione, Urbano VIII non vi abitò mai preferendo risiedere nella vicina Villa Barberini, appartenente al nipote Taddeo Barberini. Il primo pontefice a villeggiarvi fu dunque il senese Alessandro VII, che completò l’edificio con la facciata principale e l’ala occidentale. Da allora molti papi scelsero Castel Gandolfo come luogo di villeggiatura. Papa Benedetto XVI ad esempio si è trasferito a Castel Gandolfo tutte le estati del suo pontificato. Dal 28 febbraio, giorno della rinuncia al papato, al 2 maggio 2013 è inoltre diventata la residenza pro tempore del Papa emerito, dopodiché si è trasferito al Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Ad oggi il palazzo non è più residenza papale per volere di Papa Francesco che preferisce restare nella Domus Sanctae Marthae in Vaticano.
Il palazzo è aperto al pubblico relativamente da poco tempo (dal 14 ottobre 2016) grazie alla decisione di Papa Francesco di creare un museo con l’intero complesso delle Ville Pontificie.
Al primo piano si trova la galleria con i ritratti dei Papi e con alcuni indumenti e vesti dei pontefici: l’audioguida fornita all’interno ci spiega la storia dei sovrani e le loro riforme più importanti. Non sono presenti tutti i ritratti di tutti i pontefici ma solo di 51, quelli dei più importanti e magnanimi. Devo dire che l’audioguida risulta davvero pregevole e in pochi minuti la traccia scelta spiega le tappe più importanti del ponteficato del “Papa selezionato” senza annoiare o confondere, come spesso accade con le audioguide.
Salito lo Scalone d’onore si giunge al piano nobile del palazzo, l’ultimo: da qui si percorrono diverse stanze disposte in ordine gerarchico secondo il cerimoniale vaticano, riprendendo lo schema della Seconda Loggia nel Palazzo Apostolico Vaticano. Un palazzo in ogni caso sobrio e adatto alle esigenze di un uomo come il Papa. Un plauso dunque a Papa Francesco che tanto ci teneva ad aprirlo al fine di permettere a chiunque di ammirarne le sue bellezze.
Bello ed interessante, non c’è che dire! Se passate per i Castelli Romani una tappa al Palazzo Apostolico e ai suoi Giardini non perdetevela, rimarrete estasiati!
Terminata la visita era ora di pranzo e lo stomaco cominciava a lamentarsi.
Ricordate che nella Pianificazione di Viaggio vi avevo detto che avevo scelto di visitare i Castelli Romani anche in un’ottica enogastronomica? In particolare proprio a seguito della visione di un episodio di “4 Ristoranti con Alessandro Borghese” dedicata alle titpiche fraschette dei Castelli Romani? Beh, siamo a Castel Gandolfo e dove potevamo mangiare se non da Giorgia e presso la fraschetta vincitrice “Hosteria“? E’ proprio qui che decidiamo di fermarci e in particolare presso la succursale “Hosteria la Pasta” nata dalla passione per la pasta fresca, qui creata con le mani delle sapienti cuoche che hanno imparato dalla unica e inimitabile Nonna Elsa: l’ambiente ci risulta dunque fresco e giovanile e mangiare premiati dalla vista del Palazzo Apostolico beh… E’ un belvedere!
Decidiamo di andare sul classico e per questo motivo io scelgo di ordinare le tagliatelle all’Amatriciana (senza Pecorino, lo so, non uccidetemi, ma non lo posso mangiare), mentre Gabriele si butta sulle pappardelle al ragù di lepre. Come dolce io non posso esimermi: tiramisù!
Una sola parola: GODURIOSO.
Non lo avevo mai provato con le scaglie di cioccolato al suo interno e vi anticipo che questo è senza dubbio il miglior tiramisù da me assaggiato ai Castelli. Dolce, soffice e cremoso allo tempo stesso, ma con una marcia in più data dalle gocce di cioccolato che rendevano il tutto ricco e gustoso. Insomma, se volete mangiarvi un dolce “BONO”, venite qui all’Hosteria!
Questi complimenti non li ho risparmiati alla padrona di casa Giorgia con cui ho avuto il piacere di parlare per qualche minuto: le ho spiegato del motivo della mia visita ai Castelli e subito lei mi ha chiesto di provare a mangiare anche presso le altre Freschette concorrenti del programma televisivo, con molta sportività. Un consiglio che, vi anticipo, finiremo per seguire.
Brava Giorgia, la tua cucina ci ha davvero colpito!
Proprio sul finire del pranzo si è però abbattuto su di noi un bel temporale estivo. Per quanto fosse previsto e fossimo attrezzati siamo comunque costretti a lasciare questa ridente località un poco prima di quanto inizialmente previsto. Pazienza, non abbiamo potuto vedere Castel Gandolfo come desideravamo ma avremo modo di recuperare nei giorni successivi.
Piegati dalla pioggia siamo fuggiti in stanza per tirare il fiato e per riordinare le idee prima della prossima attività prevista: la visita guidata a Marino e ai suoi sotterranei.
Alle 17 ci attendeva infatti la Dottoressa Fabiana Giansanti dell’Associazione Archeogruppo Colli Albani proprio a Marino per condurci tra le vie della città e farci scoprire i suoi sotterranei. Ci siamo incontrati con Fabiana alla Fontana dei mori, simbolo della vittoria di Marcantonio II Colonna sull’Impero Ottomano da cui, durante la Sagra dell’uva, sgorga addirittura vino invece che acqua!
La nostra visita “in superficie” si è svolta soprattutto all’interno del “quartiere medioevale” alla ricerca di luoghi e monumenti dell’epoca. Fabiana infatti ci ha mostrato alcune case caratterizzate da una scalinata soppalcata: tale costruzione in epoca medioevale permetteva di sfruttare il sottoscala come cantina o deposito di vario genere. Inoltre ci mostra il Vicolo Baciadonne, stretto e angusto ma ancora percorribile: non è difficile comprendere a cosa debba il proprio nome!
Affacciandoci poi da Via Posta Vecchia abbiamo scorto le ultime Cave di peperino dell’omonimo quartiere: con questa roccia magmatica sono state costruite numerose case ed edifici della città (e non solo) fin dall’antichità (i Romani conoscevano perfettamente questo materiale) e l’attività estrattiva è proseguita fino al 1960 quando le cave vennero abbondonate a causa della costruzione della Strada statale 217 Via dei Laghi.
Continuando il nostro tour abbiamo avuto modo di ammirare Palazzo Colonna, edificio storico, oggi sede del Comune di Marino. Il palazzo venne edificato tra gli anni trenta del Cinquecento e gli anni venti del Seicento per volere di vari esponenti della famiglia Colonna e rimase proprietà della famiglia stessa fino al 1916 quando venne ceduto al Comune di Marino. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo venne quasi completamente raso al suolo a causa dei bombardamenti alleati del 2 febbraio 1944. Ciò che ne rimase è stato inglobato nella nuova struttura, terminata nel 1958. É proprio al di sotto di tale edificio e del centro storico che si trova, a circa 10 metri di profondità, un intricato reticolo di grotte. Le gallerie, scavate in epoca romana interamente nel peperino, servivano principalmente come deposito per le botti di vino. Durante la Seconda Guerra Mondiale tali gallerie svolsero però un compito fondamentale: vennero difatti utilizzate come rifugio antiaereo dalla popolazione che qui riuscì a sopravvivere ai bombardamenti (anche se non mancarono le vittime).
Il complesso delle gallerie “SottoMarino” è affidato oggi all’Archeoclub Colli Albani che mette a disposizione una guida per far conoscere i segreti e la storia di Marino e dei suoi sotterranei. A causa dell’emergenza COVID-19, però, le visite devono seguire una nuova procedura di cui siamo stati ben felici di fungere da “cavie”: Fabiana e gli altri membri dell’Archeoclub hanno difatti realizzato un podcast che guida il visitatore alla scoperta dei sotterranei. Dopo essere entrati dal teatro comunale ci siamo immersi in un altro mondo, in un’altra epoca. La voce della guida e i suoni extradiegetici ci hanno riportato a quel maledetto 2 febbraio quando a Marino il tempo si è davvero fermato. Il percorso mostra una miriade di oggetti che i rifugiati hanno perso durante quelle ore concitate di fuga dalle ostilità: scarpe, penne, occhiali, oggetti di vita quotidiana che mai hanno ritrovato i legittimi proprietari. Il silenzio viene interrotto solo dal rumore delle bombe riprodotto nel podcast: un brivido ci attraversa la schiena a pensare a quei devastanti momenti.

Ingresso ai Sotterranei
Il tour termina con i nostri occhi estasiati per ciò che abbiamo appena potuto vedere e ascoltare: Fabiana e i suoi colleghi dell’Archeoclub hanno trovato un modo geniale e davvero coinvolgente per valorizzare i sotterranei e la stessa Marino grazie al loro percorso “Memorie di Guerra”. Proprio per questo motivo tale intricato dedalo di gallerie riceverà il dovuto approfondimento all’interno della rubrica “Il Museo del Mese” (stay tuned!).
Dopo questa visita ci siamo sentiti più completi, più arricchiti e anche più tristi a ripensare ai momenti orribili che gli abitanti di Marino hanno dovuto patire: ma la Memoria serve a questo, a farci riflettere e ad evitare di farci commettere gli stessi errori del passato. Fabiana e l’Archeoclub Colli Albani hanno preso a cuore la storia di Marino e, come volontari, si prodigano per valorizzare questo territorio che tanto avrebbe da mostrare: purtroppo non mancano le difficoltà del caso dovute a scarsa comunicazione con gli enti locali, all’organizzazione di tour mirati e alla valorizzazione dei luoghi marinesi in generale, come per il famoso Mitreo di Marino che da anni reclama giustizia ma ancora rimane nascosto al pubblico e non accessibile. Tante, troppe difficoltà che Fabiana e i soci del club affrontano sempre a testa alta, fieri della loro passione e della loro devozione verso questo territorio. Spero, in cuor mio, che questo articolo aiuti a dar voce all’Archeoclub Colli Albani e a tutte quelle realtà che tanto avrebbero bisogno di essere valorizzate da persone come Fabiana e che questa passione diventi per lei e per tutti gli altri volontari un lavoro stabile.
Fabiana ci è rimasta proprio nel cuore e anche ora che non siamo più ai Castelli ci sentiamo con frequenza dati i nostri comuni punti di interesse e grazie al fatto che entrambe vogliamo che la cultura sia sempre e comunque valorizzata. Anche lei, come altre persone incontrate in questo viaggio, ha saputo catturarci con la sua passione e sarà un piacere incontrarla nuovamente la prossima volta che faremo ‘Na gita a li Castelli.
E’ ormai ora di cena e Fabiana ci consiglia di fare un bell’apericena al For de Porta, sempre a Marino: la nostra guida è così gentile da farci riservare un tavolo e non rimaniamo delusi dalla proposta culinaria offertaci dai proprietari. Salumi e formaggi, focacce al pomodoro, melanzane e verdure di stagione il tutto accompagnato da un fantastico vino rosso prodotto dalla casa.
Sazi e contenti di aver speso il giusto ci dirigiamo verso l’automobile per rientrare al nostro B&B: la seconda giornata ai Castelli Romani è terminata e noi siamo sempre più innamorati di questi luoghi…
Consigli per una visita indimenticabile: se volete visitare Castel Gandolfo e giungete qui con l’automobile vi consiglio di parcheggiare presso il parcheggio gratuito di Viale Bruno Buozzi, di fronte al Ristorante Gardenia. Da qui raggiungere il centro storico è davvero comodo e pratico. Se invece volete parcheggiare a Marino vi consiglio il parcheggio a pagamento in Via d’Azeglio, sempre nel centro storico, a circa 5 minuti a piedi dal Comune. Per visitare il Palazzo Pontificio e i Giardini bisogna prenotare online il biglietto sul sito dei Musei Vaticani: non perdetevi l’occasione di visitarli se venite a Castel Gandolfo!
Fraschette e cibo tipico: come avrete capito in questi luoghi c’è una vera e propria cultura enogastronomica. Lasciatevi tentare dalla cucina tipica di questi luoghi e fermatevi in una delle buone fraschette: fate attenzione che siano vere fraschette o osterie e che non si fregino del nome per poi non esserlo! Attenzione anche a non lasciare nulla nei piatti altrimenti… A lavare i piatti 😉
Ilenia
Che bello; è da quando hanno aperto che vorrei visitare i giardini di Castel Gandolfo ma non sono ancora riuscita. Dalla tua descrizione sono veramente belli: allora devo assolutamente organizzarmi
Donna Vagabonda
Luoghi unici che aspettano solo il turismo per rinascere, ti consiglio di sentire Visit Castelli Romani per un viaggio unico ❣
Helene
I Giardini di Castel Gandolfo sembrano davvero sensazionali. Me li sono segnati per una futura escursione insieme alle tante prelibatezze.
Donna Vagabonda
Ah non te ne pentirai sai? Sono veramente magnifici!
Angela Coscia
Ho seguito tutto il viaggio sui social😍 mi è piaciuto un sacco. I castelli romani sono sulla mia wishlist da sempre e ad ottobre sarò da quelle parti…magari potrei approfittarne!
Donna Vagabonda
Perché no? Non farteli scappare! Ti consiglio di contattare Valerio di Visit Castelli Romani per vivere esperienze uniche nel cuore dei Castelli!
Ilaria Fenato
Mi fa davvero piacere che la mia zona ti sia piaciuta cosi tanto! Avevo seguito il tuo viaggio su instagram con interesse per vedere anche il punto di vista di chi non ci abita.
Anche io quest’anno ho avuto il piacere di visitare la villa pontificia ed i suoi giardini. Veramente suggestivi!
Donna Vagabonda
È una zona che non si può non amare ma che purtroppo incontra molti ostacoli nella sua valorizzazione come ben potrai notare anche tu. In quanto a bellezze da vedere poi… Non si discute 😁
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