L’Etna
Da buona mezza siciliana, quale sono, non potevo non visitare la grande Etna, ‘a Muntagna in siciliano.
L’Etna in realtà non è solo un monte, ma un’importante complesso vulcanico che si è originato durante il Quaternario. E’ il più alto vulcano terrestre della Placca euroasiatica, nonchè uno dei più studiati al mondo. Le eruzioni spettacolari hanno sempre influenzato l’ambiente circostante, plasmandolo e modificandolo. Dal 2013 è anche Patrimonio dell’umanità. Il vulcano sorge sulla costa orientale della Sicilia, nella provincia di Catania.

Pendici dell’Etna
L’edificio di base è a scudo ma il vulcano si è poi evoluto in uno strato vulcano. Le eruzioni si verificano sia sulla sommità che dalle bocche laterali e sono soprattutto effusive, ma dal 1971 è cresciuta la sua attività esplosiva. Sulla sommità ci sono 4 crateri, mentre sui fianchi si annoverano circa 300 coni di varie dimensioni.
Con il mio compagno di viaggio, mio papà, partiamo di buon’ora da Scordia (la nostra base per il viaggio in Sicilia) verso il maestoso monte. Già da lontano si può ammirare la maestosità di questo gigante, che è anche il protagonista di una leggenda tutta italiana: sotto al monte, si narra, è seppellito Encelado, un gigante che aveva osato sfidare Giove. Ancora oggi, per ricordarci della sua presenza, Encelado sputa fuochi e fiamme dall’Etna e così avviene l’eruzione.
Passando tanti pittoreschi paesi della Piana Catanese, arriviamo verso il gigante e iniziamo a salire, e salire, e salire. La vegetazione tutta intorno a noi cambia, i boschi diventano sempre più radi, e i gli alberi si fanno più giovani, con la terra che è sempre più nera, risultato delle più recenti eruzioni. Sembra di essere catapultati nel Triassico!

La peculiare vegetazione: un esempio di dinamismo
Arriviamo alla stazione dove lasciare l’automobile e non è per niente facile trovare un parcheggio, ma con un po’ di fortuna ce la facciamo. Qui ci sono numerosi negozi di souvenirs e ristoranti, inoltre è anche il punto di ritrovo degli escursionisti che partono per visitare i punti più alti del vulcano. Noi ci accontentiamo di rimanere in basso, in quanto non siamo attrezzati per un’escursione ad alta quota: già qui fa freddino e il pile viene comodo, nonostante sia settembre.
Ci sono dei piccoli crateri antichi, che sono visitabili: ci addentriamo anche nel fondo di questi, e ci sentiamo già piccoli piccoli. La roccia è scura, quasi nera, ed è porosa, ma anche fragile: se pensiamo che era lava questo può far quasi impressione, ma non a me, che sono abituata a trattare rocce per i miei studi. Ci sono parecchi scorci che si prestano a bellissime fotografie e infatti non perdiamo proprio occasione per fotodocumentare il tutto.
Alla fine del giro intorno al cratere incontriamo un pastore, in abiti tradizionali, con una simpatica capretta: il pastore ci dice che ha perso il lavoro dopo 10 anni, perchè la sua fabbrica ha chiuso, e quindi si è messo ad allevare caprette ma non è andata molto bene, così è rimasto con una capretta soltanto e adesso guadagna qualche spicciolo vendendo delle rocce vulcaniche e facendo foto insieme ai turisti. La sua storia ci intristisce molto, ma lui non smette di sorridere, e ci dice che la speranza di trovare un lavoro decente sarà l’ultima a morire. Gli auguriamo buona fortuna, facendogli anche noi una donazione. Purtroppo non possiamo fare molto altro, ma era così contento di aver scambiato quattro chiacchiere in siciliano e quasi si commuove: probabilmente viene ignorato da molti, ma non da noi.

Sorrisi…
E’ ora di comprare qualche piccolo pensiero, tra cui una piccola bandiera della Trinacria e un piatto in pietra lavica con il dipinto dell’Etna, eseguito a mano.
Rimaniamo lì ancora per un’oretta per le ultime fotografie e per ammirare ancora la maestosità dell’Etna. Ripartiti, la nostra prossima tappa è Zafferana Etnea per il pranzo. in Piazza Umberto I Belvedere c’è un bel localino, il Castello di Bacco: ordiniamo una bella grigliata mista ed è tutto squisito. Per finire, un bel souflè al cioccolato con granella di pistacchio di Bronte. Non vi dico come cantavano le mie papille gustative!
Purtroppo il tempo non è dei migliori (sarò io probabilmente che porto la pioggia, non lo so) e infatti inizia a piovere. Decidiamo quindi di rientrare pian piano verso Catania, ma prima ci dirigiamo al Castagno dei 100 Cavalli: di questo però, vi racconto la storia in questo articolo.
L’escursione in pillole
- Periodo di viaggio: settembre
- Durata: mezza giornata
- Difficoltà: 2/5
- Viaggio organizzato: no
- Adatto a famiglie e bambini: sì
signorpietroblog
Bellissima escursione! L’ho fatta anche io con i miei zii e le mie cugine! Non credo di aver incontrato il pastore! Avevamo preso la seggiovia arrivando un poco più su per vedere meglio! Abbiamo pure visto le coste della Calabria! Bello tutto, soprattutto il paesaggio, forse un po’ caro. Ricordo che un’escursione con una jeep costava 55 euro a persona!
donnavagabonda
Ovviamente sfruttano il turismo, soprattutto straniero ed alzano i prezzi. Appena ci tornerò, prenderò anche io la seggiovia!
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Raffaella M.
‘a Muntagna : se la conosci …. te ne innamori. Sarà perchè, come dici tu, ha plasmato il territorio circostante, sarà per i suoi colori cangianti a seconda delle condizioni meteo, per le numerose possibilità di visita che offre un po’ alla portata di tutti ma l’Etna mi è rimasto nel cuore. Quando qualcuno mi dice che andrà in vacanza in Sicilia io gli consiglio sempre di tenere in considerazione un’escursione sull’Etna, ne vale davvero la pena. Mi hai fatto sorridere leggendo le ultime righe del tuo racconto quando dici che il meteo non è stato dei migliori e che forse attiri la pioggia, anch’io quando ero stata sull’Etna il 28 settembre 2003 avevo trovato brutto tempo e la pioggia e, come se non bastasse, quel giorno si era verificato il più grave blackout mai visto in Italia. Come mi dovrei definire? Ahahahaha
Donna Vagabonda
Ahahaha no va beh ma noi viaggiatrici siamo incredibili e tra meteo e imprevisti beh.. Ne sappiamo fin troppo! A’ Muntagna è favolosa, io ci tornerei subito!
Claudia
Ma dai non sapevo avessi origine siciliane! Sono stata in Sicilia ma non ho avuto modo di visitare l’Etna, che peccato!
Donna Vagabonda
Eh già! Da parte di mio padre 😁 la prossima volta non perderla, è un luogo unico!
Antonella
Per noi catanesi l’Etna è un riferimento quotidiano, non possiamo fare a meno di ammirarla ogni giorno! Per i visitatori è una meta imperdibile a prescindere dalla preparazione atletica, si può visitare in mille modi e fare infinite esperienze!
Donna Vagabonda
Vorrei tornarci il prima possibile e provare a fare i trekking fino ai crateri… L’Etna è una fonte inesauribile di emozioni!