Il Museo del Mese di Maggio: Il Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti
Durante il mio viaggio alla scoperta dell’Umbria dell’estate del 2022 ho avuto l’immenso piacere di visitare la cittadina di Gualdo Tadino e i suoi musei: questi infatti sono numerosi e fanno parte di un unico circuito visitabile con un solo biglietto, cosa che ho apprezzato davvero molto malgrado non sia riuscita a fare tappa in tutti i suoi luoghi museali. In questo articolo ve ne racconto uno che mi ha colpito profondamente e che ho trovato davvero significativo e ricchissimo: il Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti.
Il Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti
Un vero viaggio indietro nel tempo piรน significativo che mai. ร questo ciรฒ che permette di fare il Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti, intitolato al primo Presidente della Regione Umbria e facente parte del Polo Museale di Gualdo Tadino, ospitato presso il Palazzo del Podestร , nel cuore del centro storico di Gualdo Tadino: un viaggio necessario con la mente e con il cuore che ci fa comprendere come il popolo italiano sia sempre stato un popolo di migranti, speranzoso e orgoglioso. Qui infatti รจ narrata la storia dell’emigrazione a cavallo tra la fine del 1800 e gli anni ’60 del Novecento, un movimento massiccio che in realtร nemmeno oggi si รจ fermato anche se ne sono cambiati i protagonisti.

Una delle sale del Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti
Con il desiderio di migliorare le proprie condizioni sociali sono state moltissime le persone (o addirittura intere famiglie) che hanno preso treni, navi, mezzi di fortuna per raggiungere “L’America”: Stati Uniti, Brasile, Argentina, ma anche Germania, Svizzera e Belgio. Tutti questi viaggiatori avevano in comune il coraggio e la voglia di scommettere su un futuro migliore: un viaggio della speranza letteralmente che non sempre poi ha portato a quel benessere tanto agognato. Pensiamo ad esempio al disastro della miniera di Marcinelle o alla ghettizzazione degli italiani a New York, considerati cittadini di serie B e portatori di criminalitร .

Volti di minatori
Il percorso museale si sviluppa su piรน livelli e permette al visitatore di visionare l’esclusivo materiale documentario di Rai Teche e della Radio Televisione della Svizzera Italiana e di trovarsi letteralmente tra quei compatrioti in fila per salire su una grande nave con valigie pesanti e con le lacrime agli occhi. Documentari, fotografie, biglietti, documenti identificativi, lettere ma soprattutto immagini severe e senza filtri di un popolo in fuga da fame e povertร .
ร dunque possibile comprendere, grazie a un ambiente altamente immersivo, come si sentivano i migranti giunti al porto di arrivo o alla stazione di una imponente cittร straniera, lo smarrimento ma anche la tanta voglia di rivoluzionare il presente e il futuro delle generazioni a venire. Com’era il viaggio? Quanti giorni e quante ore dovevano sostare i nostri connazionali stipati in vagoni o stive? E con cosa partivano? Che cosa portavano con sรฉ queste persone?
A tutte queste domande il Museo dร risposte grazie ai preziosi reperti qui ospitati: testimonianze dure e crude di un passato che รจ tremendamente attuale e a eventi a cui assistiamo tutti i giorni.
La mia visita al Museo
Il Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti รจ stata l’ultima mia tappa alla scoperta della cittadina, piccola e romantica, di Gualdo Tadino. Proprio prima di lasciare questo borgo interessante e accogliente ho voluto dedicare il mio tempo a un museo che trattasse un tema cosรฌ a me caro: mio nonno Gesualdo e mia nonna Linda sono stati migranti, il primo dalla Sicilia verso la Germania (dove tutt’ora ho ancora molti parenti) e la seconda dall’Abruzzo alla Lombardia. Con tali radici ho sempre sentito l’interesse verso la storia migratoria del popolo italiano, soprattutto alla luce della massiccia migrazione delle tantissime persone provenienti dall’Africa o dal Medio Oriente che cercano in Italia e non solo di vivere una nuova vita.
ร cosรฌ, con tanta emozione, che ho affrontato la visita del museo: ogni sua parte รจ allestita in modo tale da catapultare il visitatore indietro nel tempo e anche io posso ben dire di aver fatto questo viaggio emozionale. Guardando quei volti, disperati e speranzosi allo stesso tempo, non si puรฒ che provare un senso di impotenza ma anche tanta tristezza nel sapere che queste persone sono state costrette dalla fame e dalla povertร a fuggire dalla propria terra natia.
Rimango molto colpita dalla sezione dedicata al lavoro in miniera: l’impiego del minatore era tra i piรน diffusi tra gli immigrati italiani che spesso accettavano condizioni di lavoro sfibranti e disumane pur di racimolare un misero stipendio, rischiando anche la vita. Essendo poi laureata in mineralogia non posso fare a meno di constatare quanto il lavoro in miniera sia uno dei piรน duri in assoluto, sia a livello fisico che mentale: osservando le rughe di quegli uomini, sporchi e imbrattati di sudore e carbone, non posso non pensare a quanti ancora oggi, soprattutto bambini, sono costretti a svolgere queste attivitร usuranti e pericolose. Prima era il carbone, oggi รจ il COLTAN e tutto ciรฒ fa riflettere.
L’esposizione del museo รจ chiara e lineare: il percorso รจ adatto a tutti, sia grandi che piccoli ma รจ particolarmente indicato per le scuole che possono affrontare un tema cosรฌ focale in maniera coinvolgente. Soffermandosi su quelle fotografie e quelle testimonianze si percepisce quanto ancora oggi il tema delle migrazioni sia attuale ed รจ giusto anche, e soprattutto, affrontarlo nelle scuole come un vero e proprio fenomeno demografico che puรฒ cambiare totalmente la storia di popolazioni e nazioni.
ร mio parere che dovrebbero esserci piรน musei come questo: non bisogna infatti ignorare o dimenticare il passato e la nostra storia, non bisogna dimenticarci di essere umani di fronte alle tragedie migratorie che tutti i giorni (o quasi) accadono. Ogni anno, inoltre, centinaia di italiani decidono di lasciare il Paese alla ricerca di un futuro migliore o di una opportunitร di carriera: il fenomeno migratorio non รจ affatto terminato, anzi. ร giusto dunque conoscere quando รจ nato e come si รจ evoluto per comprendere i grandi flussi di oggi, senza ignorare la matrice comune di entrambi.
Informazioni utili
Il Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti si trova a Gualdo Tadino (Perugia) presso il Palazzo del Podestร .
Il Museo รจ aperto dal giovedรฌ alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale.
Lisa Trevaligie-Travelblog
Peccato non aver saputo prima dell’esistenza di questo museo. L’avrei senza dubbio raggiunto durante la mia visita a Perugia. E’ un ottimo modo per ricordare e commemorare i nostri antenati, perchรจ chiunque ha un emigrato in famiglia…
Donna Vagabonda
Almeno uno sicuramente, รจ stato un fenomeno cosรฌ permeante nel passato che ancora oggi condiziona la nostra vita.
antomaio65
Non sapevo di questo museo ma vado spesso in Umbria e non lo mancherรฒ la prossima volta. Mi piacciono le tue riflessioni che condivido totalmente: essere costretti a lasciare il proprio paese nella speranza di un futuro migliore รจ molto triste, lo รจ ancora di piรน se il luogo dove si arriva รจ inospitale. In fondo dovremmo capire che รจ il mondo il nostro paese e redistribuire la ricchezza di conseguenza
Donna Vagabonda
Esatto, purtroppo la ricchezza rimane sempre e solo nelle mani di pochissimi e questo non fa che creare disuguaglianze che poi, alla fine, conducono alla povertร e all’emigrazione.
Sara Bontempi
Mi fai sempre scoprire dei musei davvero interessanti, dovrei passare proprio a Gualdo Tadino a settembre e il Museo Regionale dellโEmigrazione Pietro Conti lo voglio visitare!
Donna Vagabonda
Dai! Non perderti questo e tutti gli altri facenti parte del Polo Museale, non te ne pentirai!
La Kry
Non conoscevo questo museo ma me lo sono subito segnato perchรจ mi sembra davvero uno di quei posti che vorrei visitare, uno di quelli dove guarderei nelle teche alla ricerca di volti che mi assomigliano perchรจ so che buona parte della mia famiglia รจ emigrata altrove, in ogni angolo del mondo, dalle Americhe all’Africa, e non tutti hanno avuto la possibilitร di tornare “al paesello” per godersi una tranquilla pensione.
Non solo concordo con te sul fatto che ci vorrebbero piรน musei di questo tipo ma credo anche che sarebbe bello se venissero mostrate le storie e l’evoluzione di questi spostamenti fino ai giorni nostri perchรจ sono tanti gli amici che hanno lasciato l’Italia per altri lidi e non credo che questa tendenza finirร presto perchรจ, dopotutto, siamo ancora un popolo versatile da questo punto di vista.
Donna Vagabonda
Il tema migratorio รจ di notevole interesse soprattutto in questi ultimi anni: non solo i tantissimi sbarchi di persone davvero disperate che tentano di raggiungere l’Europa con ogni mezzo possibile ma anche la costante e silenziosa “fuga di cervelli” che non si riesce a fermare a causa di politiche inconcludenti sul versante occupazionale e della ricerca. C’รจ davvero da riflettere.
Libera
Sono un’appassionata di storia, dunque questo museo sull’emigrazione potrebbe fare davvero al caso mio. Ne terrรฒ conto in un prossimo viaggio in Umbria.
Donna Vagabonda
Sono sicura che lo troverai interessante e molto ben allestito.
Teresa
Non avevo mai sentito nominare questo museo, ma trovo che sia molto interessante e particolare, visto che si riferisce ad un periodo molto importante della nostra storia recente.
Donna Vagabonda
Esatto, รจ un museo da visitare con la consapevolezza che tutto ciรฒ che si mostra รจ la cruda veritร e che oggi tantissimi esseri umani vivono ancora questo dramma quotidianamente.
Bru
Ho sempre scritto poco dei musei che ho visitato ma amo leggere i racconti di voi travel blogger che vivete in Europa, mi fanno sentire meno lontana dal vecchio mondo.
Donna Vagabonda
Sono contenta che anche io contribuisca a farti sentire vicina alla tua terra natia, spero proprio di offrirti una finestra dell’Italia e sulle sue meraviglie oltre che sui suoi interessanti musei!
Alessandra
Non sapevo che a Gualdo Tadino ci fosse un museo cosรฌ interessante. Ne terrรฒ presente sicuramente dato che, abitando nelle Marche, per noi non รจ tanto distante. Grazie del suggerimento!!!!
Donna Vagabonda
ร veramente un museo straordinario che mette il visitatore di fronte alla cruda realtร dell’emigrazione e del dramma che i nostri avi hanno vissuto. Assolutamente da visitare!
Mariarita
Non conoscevo il Museo Regionale dellโEmigrazione Pietro Conti. La prossima volta che andrรฒ a Perugia mi fermerรฒ anche a Gualdo Tadino per visitarlo. Le storie delle emigrati mi hanno sempre affascinato. Hanno tutte un alone di sofferenza e speranza che rende difficile non commuoversi!
Donna Vagabonda
Esatto, sono storie vere e ancora molto vive nel nostro cuore, non ci si puรฒ non commuovere.
Claudia
Mi hai fatto scoprire un museo davvero interessante, grazie Eliana! Uno sempre a tema emigrazione italiana รจ presente anche a Recanati, nelle Marche.
Donna Vagabonda
Chissร che bello anche quello, sarร interessante e ricco come questo!
lara uguccioni
Un tema che mi ha sempre interessato, il mio nonno emigrรฒ in Lussemburgo e tutti i suoi figli nacquero lร . mi piacciono le storie, le ascolto sempre con attenzione. Un argomento attuale oggi come allora.
Donna Vagabonda
Ma pensa, anche tu hai tanti parenti migranti, come me e tantissimi italiani. Il tema รจ attualissimo e ci deve far davvero riflettere.
Cristina
Deve essere un museo molto interessante, l’argomento della migrazione delle persone fa parte della nostra storia passata ma anche di quella attuale. Grazie per tutte le informazioni!
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