Il Castello Ducale di Agliè
Quante volte l’ho visto in televisione, in DVD, durante le puntate di Elisa di Rivombrosa, la fiction storica italiana più famosa e più amata. Con il cuore e con l’immaginazione ho sempre sognato di andarci, e finalmente, dopo anni, sono riuscita ad organizzare la mia visita a questo gioiello architettonico: sto parlando del Castello Ducale di Agliè!
Il Castello Ducale di Agliè si trova nel comune omonimo di Agliè, nelle vicinanze di Torino. L’edificazione del nucleo centrale è iniziata nel XII secolo per conto della famiglia San Martino.
Nel 1667 il conte Filippo San Martino commissionò all’architetto Amedeo di Castellamonte i lavori per trasformare la facciata sul giardino e altre migliorie come il cortile e le due gallerie.
Nel 1764 i conti vendettero la proprietà ai Savoia e questi affidarono la ristrutturazione all’architetto Ignazio Birago di Borgaro.
Durante l’occupazione di Napoleone, in castello cambia la sua funzione e diventa un ricovero per i mendicanti, mentre il parco viene ceduto ai privati. Non passò molto tempo, siamo nel 1823, che la proprietà rientrò tra le propietà dei Savoia e Carlo Felice lo fece di nuovo ristrutturare, questa volta da Michele Borda di Saluzzo. Ancora, tra il 1830 e il 1840, il castello fu ristrutturato e i lavori furono imponenti: durante questo periodo si costruirono il grande lago, il laghetto e le isole, mentre il giardino venne trasformato all’italiana. Il tutto fu opera dell’architetto tedesco Xavier Kurten. Dopo la morte di Carlo Felice, il castello passò a Ferdinando di Savoia, duca di Genova.
Nel 1939 il castello venne venduto alla Stato Italiano e questo venne trasformato in un museo, oggi visitato da migliaia di persone ogni anno, grazie alla fama acquisita in Italia alle fiction Elisa di Rivombrosa e La bella e la bestia.
Parto di buon mattino, non è proprio vicino a casa, e mi dirigo verso il Castello. Da Torino non ci sono molte indicazioni stradali, ma riesco comunque a giungere al Castello, che è proprio all’inizio del paese. Lascio l’automobile e mi informo sulle visite guidate per visitare gli interni: mi prenoto per quella delle 11 e intanto inizio a visitare il giardino.
Ogni passo che faccio è un passo nella storia e ad ogni passo ricordo ogni scena del mio sceneggiato preferito: sullo scalone quando il Conte Fabrizio dichiara il suo passionale amore ad Elisa, davanti alla fontana dove era posizionato il gazebo dove i due si sono promessi amore eterno, nella galleria dove Elisa passeggiava con la Contessa Anna.
Il giardino è spettacolare, con tante siepi di bosso che si incrociano creando dei bellissimi motivi geometrici. La fontana centrale è imponente e incornicia il castello nella sua magnificenza. Dalla veduta mi fermo un attimo dove il povero Conte Fabrizio è morto, ucciso con una fucilata alle spalle da Armand Benac. Lo strazio di Elisa ritorna nella mia mente, e una lacrima scende.
Dopo aver visitato l’ampio giardino, mi dirigo alla visita guidata.
Le sale all’interno non sono quelle della fiction, ma non sono meno belle: riccamente decorate da quadri e da arazzi, ci riportano nel 1800, con una collezione di oggetti cinesi e tante porcellane finemente decorate. La visita si snoda anche all’interno delle cucine del Castello, davvero ampie, dove viene ricostruita la vita dei cuochi e dei camerieri con dovizia di particolari: le cucine erano naturalmente collegate con le camere dei lavoranti ma anche con il castello per portare le pietanze.
Lascio dunque il Castello, la mia visita è finita. Mi riprometto di tornarci presto, magari in una giornata di sole, dove posso apprezzare meglio la parte esterna.
Elisa e Fabrizio mi aspetteranno ancora, in questa reggia dei sogni.
Pingback: Il Castello di Govone - Donna Vagabonda