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New York – Giorno 3

Siamo a metà del viaggio, e mi devo ricredere: New York non è poi così male!

Oggi decidiamo di far visita al National Museum of American Indian, un museo forse poco conosciuto ma che merita proprio una visita! Decidiamo di andare a piedi, godendoci la bella giornata di sole: è un pochio distante e ci vuole una mezz’ora buona per arrivare.

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L’ingresso

L’ingresso è imponente e l’esposizione non è da meno: vestiti, maschere, utensili, attrezzi, armi… Tante sono le culture variopinte e misteriose: non solo degli USA ma di tutte le due Americhe. Non mancano monili e pietre preziose, soprattutto delle civiltà Precolombiane.

 

 

Oltre alle collezioni, il museo ospita spesso delle exibitions e altre attività interessanti. I pezzi della collezione sono straordinari, in particolare i variopinti copricapi fatti con piume e penne di uccelli variopinti, tra cui si riconoscono le penne di pappagalli come le favolose ara.

La visita dura all’incirca un paio d’ore, dopodichè ci dirigiamo al parchetto di fronte, il Bowling Green Park , con una bella fontana addobbata da gerani. Ci riposiamo qualche minuto e scendiamo, verso il nostro albergo, passando di nuovo per Wall Street e la Trinity Church. E’ quasi ora di pranzo e un hot dog non ce lo leva nessuno, insieme ad un bel gelato gigante al cioccolato! E’ proprio vero che negli States tutto è mega, è ultra, è giga!

Dal nostro albergo prendiamo la metropolitana, direzione Lincoln Center! Una tappa qui è d’obbligo per chi ha visto il film “Stregata dalla Luna“: è proprio qui infatti che la bellissima Loretta, interpretata da una straordinaria Cher, incontra il suo “lupo” Ronny, un giovanissimo e grintoso Nicholas Cage, per andare a vedere La Boheme. Per i due sarà una serata indimenticabile. La fontana davanti al famoso teatro è spenta purtroppo, ma riviviamo proprio l’atmosfera del film, un vero cult. Sarebbe davvero un’esperienza unica vedere uno spettacolo qui, ma non ne abbiamo il tempo, quindi entriamo solo a dare un’occhiata: i lampadari sono proprio gli stessi del film, come pure il tappeto rosso. Stiamo con gli occhi all’insù, sognanti e felici di rivivere i passi di Loretta e Ronny.

Vicino al Lincoln Center c’è anche la famosa scuola di recitazione di teatro Julliard che ha “sfornato” personalità importanti come Robin Williams, Kevin Spacey, John Williams, Adam Driver. Di certo, è un onore essere ammessi a questa importante accademia!

Proprio dritto, in linea d’aria, si incrocia il Central Park, il polmone verde di New York: il parco è stato aperto nel 1856 ed è stato progettato da Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux. E’ una vera oasi per i newyorkesi e non solo: qui molti turisti passeggiano e leggono un piacevole libro, inoltre si possono fare sport come jogging, biking e footing. Al suo interno si trovano due laghi artificiali, numerosi sentieri e due piste da pattinaggio. Il parco è un rifugio per numerosi uccelli migratori ed è quindi un importante spot di biodiversità, in particolare appunto per l’avifauna. All’interno si trova anche uno zoo!

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Mille bolle al Central Park!

Perdersi in questo parco, dove non si sente nemmeno il rumore del vicino e assordante traffico, è un gioco da ragazzi: è talmente grande che ci vuole una mappa dedicata!

Qui facciamo numerosi incontri con i simpatici scoiattoli grigi, socievoli e disinibiti: si prestano a numerose fotografie, lasciandosi andare in pose artistiche più o meno spontanee. Come al solito, non mi faccio scappare qualche foto con loro. Il parco è festoso, animato dalle risate dei bambini e dal canto degli uccelli. Qui infatti gorgheggia il cardinale rosso, che mi concede anche il lusso di un set personale mentre mangia una succulenta blatta.

Il motivo principale della mia visita al Central Park è particolare e forse un po’ di nicchia: la visita alla statua di Balto. Balto era un cane, mezzo lupo e mezzo husky, diventato famoso grazie alla sua storia avvincente. Durante un’epidemia di difterite, nel 1925, a Nome in Alaska, il siero per curare i malati finisce e, a causa di una violenta tempesta di neve, è impossibile raggiungere la città vicina per il rifornimento di medicinali con i mezzi di trasporto tradizionali: l’unico mezzo per recuperare il carico di medicine è la slitta trainata da una muta di cani. Molte mute di cani si sono alternate per recuperare il carico ma quella più famosa è di certo quella di Balto, l’ultima. Dalla sua incredibile storia, è stato tratto anche il film d’animazione “Balto” di Steven Spielberg, film che amo moltissimo e che mi fa sempre commuovere.

Vedere la statua mi ha fatto scendere una lacrimuccia (lo so, sono troppo sentimentale), e pensare che un cane può aver fatto tanto mi fa pensare che spesso gli eroi esistono, ma non sono sempre umani come tutti pensiamo. Con la sua resistenza, Balto ha salvato Nome ed è diventato il simbolo delle fedeltà dei cani verso gli umani. Scatto fotografie a più non posso e poi mi siedo sulla panchina difronte per ammirarlo per intero.

Noto, con dispiacere, che molti turisti passano ignari davanti alla statua senza nemmeno fermarsi a leggere la sua targa: mi intristice tutto ciò, perchè forse la sua storia non è apprezzata da tutti o semplicemente non è abbastanza famosa. Per me, a prescindere, rimarrà sempre un vero eroe.

Continuo il mio giretto al Central Park, finchè non è ora di cena, così decido di rientrare.

Un’altra giornata spensierata è volta al termine.

Per gli altri giorni del Diario di viaggio di New York, cliccate in basso:

Primo giorno

Secondo giorno

Quarto giorno

 

 

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