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Il Museo del mese di Aprile: Il Museo per la Storia dell’Università di Pavia

Per questo mese di aprile vorrei presentarvi un Museo del tutto particolare, che ho conosciuto durante un’uscita didattica alle superiori (e di anni, credetemi, ne sono passati): il Museo per la Storia dell’Università di Pavia.

La mia carissima Professoressa di scienze del liceo (che ricordo sempre con molto affetto) un giorno ci portò in questo museo e fu davvero amore a prima vista: mi ero davvero impressionata, in senso positivo, a vedere reperti anatomici e strumenti bizzarri per lo studio della fisica! L’amore per questo museo continuò negli anni e in occasione della “Notte Bianca” più volte ho visitato questo luogo di conoscenza e di storia, a volte in solitaria e a volte in compagnia di amici che rimasero abbastanza stupefatti.

Con la breve transizione “gialla” della Lombardia (nel febbraio 2021) ho voluto tornarci, da Donna Vagabonda: e così ho scritto una mail al museo e prontamemte la Dottoressa Maria Carla Garbarino mi ha risposto, accogliendomi nel migliore dei modi.

Prima di raccontarvi la mia esperienza, come sempre vi lascio qualche nozione storica del museo.

La storia del Museo per la storia dell’Università di Pavia

Il Museo per la Storia dell’Università di Pavia è un museo a carattere storico-medico che raccoglie reperti inerenti la storia dell’Università di Pavia. Ufficialmente inaugurato nel 1936, le sue origini risalgono a qualche anno prima e precisamente al 1929, alla Prima esposizione nazionale di storia della scienza tenutasi a Firenze: in quell’occasione l’Università di Pavia intervenne inviando alcuni pezzi e, al rientro di questi, si iniziò a pensare ad un’esposizione permanente all’interno dell’ateneo. Qualche anno più tardi il Rettore, il Professor Ottorino Rossi, affidò al Professor Guido Sala e al Professor Antonio Pensa il compito di realizzare il museo: all’epoca l’esposione contava numerosi preparati anatomici di Antonio Scarpa (vi ricordate l’Aula Scarpa? Sì, è proprio “quello Scarpa”!) e di alcuni suoi successori come Giacomo Rezia e Bartolomeo Panizza.

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Negli anni ’50, sotto la guida di Pensa, il museo si ampliò e venne aggiunta la sezione di Fisica intitolata all’illustre scienziato Alessandro Volta (anche lui una nostra “vecchia conoscenza”, vi ricordate il Museo della Tecnica Elettrica di Pavia?). Nel 1983, sotto la direzione del professor Alberto Gigli Berzolari, furono completati i lavori riorganizzativi degli spazi espositivi, con il restauro delle scaffalature settecentesche originali e la distribuzione delle raccolte nelle tre sale dedicate alla medicina e nelle due sale dedicate alla fisica. Negli anni ’90 tutta la collezione di fisica è stata protagonista di un importante lavoro di identificazione e restauro.

Le collezioni del museo

Il nucleo originario delle principali collezioni deriva dal periodo teresiano dell’Università: la mitica Maria Teresa d’Austria (ma quante volte ve ne ho parlato? Ormai ho perso il conto, del resto la storia accademia di Pavia e di Milano, soprattutto per quanto riguarda le scienze, è indissolubilmente legata a questa incredibile donna) diede ordine di restaurare le varie collezioni di creare numerosi luoghi adatti alla cultura (pensiamo all’Orto Botanico di Pavia, a quello di Brera ma anche al Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia).

Oggi il Museo, diviso in due sezioni, quella di medicina e quella di fisica, espone preparati anatomici, strumenti di fisica, cimeli dei grandi studiosi che a Pavia hanno condotto ricerche (dalle fotografie alle lettere passando a vari documenti), strumenti chirurgici e molto altro ancora.

La sezione di medicina si articola in tre sale intitolate rispettivamente all’anatomista Antonio Scarpa, al patologo chirurgo Luigi Porta, all’istologo e patologo Camillo Golgi.

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All’interno della Sala Scarpa sono conservati alcuni preparati anatomici provenienti dalle collezione anatomiche e anatomo-patologiche e alcune scatole di strumenti chirurgici come l’armamentario chirurgico di Giovanni Alessandro Brambilla donati a Scarpa dall’Imperatore Giuseppe II. Ciò che forse colpisce di più della sala è la presenza di un’importante cera anatomica a grandezza naturale che mostra gli organi interni realizzata dal ceroplasta fiorentino Clemente Susini: di sicuro è un reperto d’impatto! Le cere anatomiche servivano per studiare il corpo umano ed erano modelli sempre consultabili e molto accurati.

La Sala Porta ospita numerosi preparati anatomici e patologici, strumenti chirurgici e documenti inerenti a pazienti e cartelle cliniche provenienti per la maggior parte dal museo che lo stesso Luigi Porta aveva fatto allestire all’interno dell’Ospedale San Matteo, ancora oggi punto di riferimento tra gli ospedali italiani. I reperti si possono dividere in tre categorie principali a seconda del loro scopo: sperimentali, didattici e patologici.

La Sala Golgi è dedicata a Camillo Golgi, scienziato illustre vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1906: la vetrina centrale della sala è dedicata alle sue importanti scoperte nel campo dell’istologia e non solo. All’interno degli scaffali sono conservati altri preparati provenienti dal Museo Porta e reperrti riferibili al periodo che va dall’ultimo quarto del XIX secolo alla prima metà del XX secolo.

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La sezione di fisica comprende due sale: il gabinetto di fisica di Alessandro Volta e il gabinetto di fisica dell’1800. Nella prima sala i reperti sono legati agli studi di Volta, gli oggetti da lui usati per lo studio e le invenzioni dello scienziato. Nella seconda sala invece si trovano numerosi strumenti legati allo studio della fisica, della termodinamica e di altre discipline: numerosi sono i macchinari e i marchignegni perfettamente conservati (e spesso funzionanti) che stupiscono per la loro forma bizzarra e unica!

La mia visita al Museo

Data l’apertura dei musei ho deciso di sfruttare l’occasione per visitarne il più possibile partendo proprio dai musei della mia città. Ho (ri)scoperto con vero piacere il Museo per la Storia dell’Università grazie alla visita guidata di Alessia Chiarenza, disponibile e preparata guida presente al museo e, ancor prima, alle attività social proprio del museo (che è presente su alcune piattaforme come Instagram e Facebook). La visita è stata piacevole e davvero molto istruttiva, si percepiva il palpabile entusiasmo di Alessia e la sua dedizione: oltre alla sua chiarezza mi è piaciuta la sua disponibilità a rispondere a domande e a raccontarci aneddoti divertenti e particolari.

La visita è stata poi una grande occasione per conoscere anche Ester Bernardi e la stessa Maria Carla Garbarino, persone disponibilissime e davvero gentili che mi hanno fatto scoprire quanto il museo sia un luogo dedicato ai cittadini e con tanta voglia di farsi scoprire in una città che di meraviglie ne ha da vedere! Insieme abbiamo chicchierato piacevolmente del museo, del blog di Donna Vagabonda, di attività che possiamo, in futuro, sviluppare insieme. Che dire, quando si incontrano persone così gentili e lungimiranti non si può che essere contenti perchè isnieme si condivide la passione per la cultura e la voglia di rilanciare una città come Pavia, unica ma a livello turistico tristemente trascurata.

Vi consiglio caldamente di visitare il museo insieme ad una delle guide, preparate, disponibili e pronte per farvi scoprire ogni retroscena curioso di un luogo nascosto ma che non vede l’ora di mostrarsi ai vostri occhi.

Ringrazio di cuore la Professoressa Lidia Falomo, direttrice del museo, Maria Carla Garbarino, curatrice del Museo, Ester Bernardi e Alessia Chiarenza per la loro infinita disponibilità e la loro squisita gentilezza.

Per scoprire tutte le attività del museo per la Storia dell’Università di Pavia vi invito a consultare il sito ufficiale, la loro pagina Facebook e il loro profilo Instagram.

Informazioni utili

Il Museo per la Storia dell’Università di Pavia si trova presso l’Università degli Studi di Pavia in Corso Strada Nuova 65 a Pavia.

Gli orari di apertura sono i seguenti:

Lunedì: dalle 14.00 alle 17.00

Martedì: dalle 15.00 alle 18.00

Mercoledì: dalle 09.00 alle 12.00

Giovedì: dalle 15.00 alle 18.00

Venerdì: dalle 09.00 alle 13.00

Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale.

Per scoprire altro su Pavia e dintorni clicca sugli articoli sottostanti!

 

Commenti

  • 27 Aprile 2021

    A parte che non torno a Pavia da un secolo, ma poi adoro i musei particolari come quello di cui ha scritto tu. Oltretutto sto cercando di aprire la mia mente verso le materie scientifiche, per cui potrebbe essere un’ottima idea per la mia prossima gita nella bella città lombarda 🙂

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  • 27 Aprile 2021

    Davvero molto bello! Se ti è piaciuto e dovessi capitare in Campania, ti consiglio di visitare il Museo Papi di Salerno, che raccoglie una vasta collezione di strumenti medici;)

    Rispondi
  • Bru
    28 Aprile 2021

    Riesci sempre a scovare nuovi angoli della nostra bella italia molto interessanti, come questo piccolo museo. Mi hai fatto venire in mente che non sono mai stata a Pavia ( devo rimediare !)

    Rispondi
  • Lisa Trevaligie Travelblog
    30 Aprile 2021

    Quando trovi una guida preparata e ben disposta al dialogo e al confronto credo che sia già un ottimo punto di partenza. Sarebbe davvero delizioso visitare questo museo, per me ora un pò troppo lontano da raggiungere date le restrizioni. ma chissà che non riesca ad ottobre, quando spero la situazione sia decisamente migliorata.

    Rispondi
    • 31 Dicembre 2021

      Come sempre riesci a scovare un museo piccolo e prezioso e a trasmettere il tuo entusiasmo per le tue visite e le tue nuove scoperte!

      Rispondi
  • 1 Maggio 2021

    Museo davvero molto affascinante. Lo terrò a mente se capiterò in zona. La gentilezza di chi ti guida è un valore aggiunto preziosissimo.

    Rispondi
  • A.
    3 Maggio 2021

    Ci andrò appena si potrà 😊 grazie per il consiglio

    Rispondi

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