Disagi di viaggio: quando la meta sembra irraggiungibile
Dopo il mio viaggio a Vienna ho deciso di scrivere un Guest Post sulle disavventure capitate durante i viaggi. E’ vero, non può sempre andare tutto liscio, ma certe avventure sono da raccontare e, a volte, da dimenticare! A Vienna abbiamo avuto disagi in aeroporto, il giorno della nostra ripartenza, ma questo non è niente in confronto a ciò che alcune amiche Travel Blogger hanno voluto raccontarmi! In questo articolo leggerete dunque due mie esperienze da incubo e i racconti di Marica, Eleonora e Paola sui loro viaggi…Da incubo!
Il primo viaggio in aereo: Formentera. Dal paradiso all’incubo.
La prima pessima esperienza che vi voglio raccontare è quella che ho vissuto a Formentera, durante il mio primissimo viaggio con spostamento in aereo. Avevo 8 anni e con i miei genitori ho visitato l’idilliaca isola delle Baleari quando ancora era sconosciuta ai più. Ebbene, la vacanza sembrava essere stata divina, il mare era splendido, il cibo fantastico. Cosa avrebbe potuto rovinare un’esperienza simile? Solo l’attesa del volo di ritorno di ben 11 ore.
Alle 16 giunse presso il nostro Hotel l’addetta del Tour Operator che ci informò che il nostro volo era in ritardo di due ore e che, per evitare altri disguidi, saremmo stati portati presso una struttura della stessa catena ad Ibiza, dove potevamo tranquillamente cenare. Alle 18.30 sarebbe tornata con il pulmino per portarci in aeroporto.
Dopo l’iniziale fibrillazione ci adattammo a questo cambiamento e gustammo una cena tutto sommato discreta. Alle 19.30 ritornò l’addetta che ci informò che il volo aveva accumulato altre 4 ore di ritardo (salendo così a 6 ore) e che non potevamo rimanere nella struttura perciò ci avrebbero condotto all’aeroporto. La tensione cominciava a salire pericolosamente, ma, nonostate tutto, cercammo di mantenere la calma (altri turisti non furono così pacati).
Giunti all’aeroporto e sistemati sulle prime seggiole disponibili, l’addetta ci comunicò che NON C’ERA L’AEREO. Ma come non c’era l’aereo? Che cos’è, un film comico? Lo sarebbe davvero stato se non fosse che ci trovavamo nella realtà nuda e cruda. A quanto pare per un problema tecnico di prenotazioni, il volo previsto che ci avrebbe riportato in Italia non esisteva e quindi non saremmo partiti quella sera. La tensione esplose e tutti minacciavano esposti e denunce.
Come è finita? Dopo altre 5 ore finalmente un aereo atterrò a Ibiza: era partito appositamente dall’Italia per recuperare noi poveri sbandati e sarebbe rientrato a Milano dopo uno scalo a Roma. Insomma, Formentera ci voleva proprio tenere con sè a tutti i costi!

Photo by Jordi Vich Navarro on Unsplash
Viaggio in Madagascar…Senza valigie!
Un altro bel disguido di viaggio mi capitò in Madagascar, nel 2014. Dopo un volo di più di 10 ore finalmente atterrai ad Antananarivo assieme a mia zia. Dopo i controlli di routine ci disponemmo in fila per recuperare i nostri bagagli. Tra la stanchezza ed il fuso eravamo abbastanza provate ma cercammo comunque di rimanere lucide. Dall’aereo giunsero soltanto alcune valigie…E le altre? Quella di mia zia, ad esempio, non si era vista nemmeno con il binocolo, così come altri 12 bagagli di altri membri del gruppo di partenza. Dove erano finite le valigie? Come mai non erano sull’aereo?
Durante il viaggio di 12 giorni alcune valigie riuscirono a recapitarle mentre altre no. Indovinate tra quelle non recapitate quale c’era? Esatto, quella di mia zia. Purtroppo ci si deve adattare in questi casi e così abbiamo condiviso tutto, dai vestiti alla biancheria intima, perchè in giro per il Paese non siamo mai riuscite a trovare un negozio di abbigliamento.
Al termine del nostro viaggi davamo per dispersa la valigia ma, proprio prima del check-in per rientrare in Italia, il nostro referente ci dice che la valigia è sana e salva e ci avrebbe aspettato a Linate. Dov’era finita durante quell’interminabile viaggio? In un posto assai sperduto, a Lakselv. Questo nome forse non vi dirrà granchè, ma se vi dico Capo Nord? Ecco, e a quanto pare il suo viaggio non era ancora terminato perchè avrebbe dovuto raggiungere un porto ancora più remoto attraverso un postale.
Insomma, questa valigia invece che andare a sud è andata a nord: solo una piccola deviazione? Non lo sapremo mai, fatto sta che al nostro rientro, per fortuna, la valigia era lì ad aspettarci, ancora chiusa con il suo lucchetto e con i vestiti puliti e profumati, come se non fosse accaduto nulla.
Vediamo ora le esperienze delle amiche Travel Blogger!
Mauritius…Senza passeggino!
By Marica – Bambini Giramondo
Il mese scorso siamo partiti per il nostro viaggio di nozze con i bambini, direzione Mauritius. Un viaggio di quasi venti ore considerando lo scalo e gli spostamenti da/per l’aeroporto.
E come in tutti i viaggi che si rispettino, l’imprevisto è dietro l’angolo.
Arrivati a Roma Fiumicino con l’euforia di chi sta per prendere un aereo, facciamo il check-in per bagagli, che andranno in stiva, e passeggino trio che consegneremo direttamente all’imbarco ed utilizzeremo durante lo scalo.
Dopo sei ore di volo atterriamo a Dubai, senza passeggino. Al banco informazioni della compagnia ci assicurano che arriverà direttamente a Mauritius. Utilizziamo i passeggini forniti gratuitamente in aeroporto fino all’imbarco successivo.
Altre sei ore di volo, atterriamo stanchi ma felici. Al ritiro bagagli però il nostro trio non c’è.
Non ci resta che andare all’ufficio bagagli per chiedere informazioni. Qui compiliamo il PIR (Property Irregularity Report), un modulo con codice alfanumerico che consente la localizzazione del bagaglio smarrito. Rilasciamo una descrizione dettagliata e ci comunicano che il giorno successivo avremmo ricevuto il passeggino direttamente in hotel.
Così è stato, tutto si è risolto per il meglio ma abbiamo comunque perso più di un’ora in aeroporto per sporgere denuncia, dopo un lungo viaggio e con due bimbi piccoli.
Il sistema di localizzazione dei bagagli tuttavia ci è sembrato efficiente ma al ritorno non abbiamo voluto rischiare, il passeggino è andato in stiva diretto a Roma.
Riferimenti
BLOG: https://www.bambinigiramondo.it/
INSTAGRAM: https://www.facebook.com/bambinigiramondo/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/bambinigiramondo/
A 4000 metri senza mezzi di trasporto…In Bolivia!
By Eleonora – Avventure Ovunque
Si sa che quando si viaggia in Sudamerica bisogna essere pronti ad adattarsi un po’ e non si può organizzare tutto in anticipo. E infatti noi, prima della partenza, non eravamo riusciti a trovare informazioni precise sui pullman per raggiungere la cittadina di Tupiza, in Bolivia, partendo dalla capitale, Sucre. Una volta arrivati alla stazione dei pullman di Sucre, abbiamo però scoperto che ogni mattina c’è un pullman che arriva a Potosí giusto in tempo per poterne prendere un altro diretto a Tupiza: perfetto!
Chiaramente però, il nostro pullman è arrivato a Potosí giusto cinque minuti dopo la partenza di quello per Tupiza. Che credo sia stato l’unico pullman di tutto il Sudamerica a partire in orario, ma sorvoliamo.
Una volta appurato di aver perso la coincidenza, ci siamo quindi trovati a cercare di capire come fare. Avremmo potuto aspettare la sera e prendere un pullman notturno, ma non avevamo voglia di viaggiare di notte. E comunque non ci andava nemmeno di aspettare un intero pomeriggio in una stazione degli autobus. Prima di partire avevo però letto su internet che ci sono anche degli altri pullmini, con sei o sette posti, che non hanno orari precisi ma partono semplicemente quando sono pieni. Chiedendo un po’ in giro ho quindi scoperto che questi pullmini a Potosí partono dal “vecchio” terminal dei pullman. Noi ovviamente eravamo in quello “nuovo”. Nessun problema però, perché una ragazza ci ha gentilmente indicato la strada, dicendo che ci sarebbero voluti circa 20 minuti a piedi.
Dopo aver caricato gli zaini sulle spalle, ci siamo quindi avventurati fuori dal terminal. Pochi passi e già ci mancava il fiato: Potosí si trova a oltre 4000 metri di altitudine, dove l’ossigeno comincia ad essere poco e camminare con uno zaino da 12 chili sulle spalle inizia ad essere una mezza impresa. Abbiamo guardato la strada davanti a noi ed era tutta in salita. Abbiamo controllato su Google Maps e si trattava di 3 chilometri. Non era possibile che riuscissimo ad arrivare vivi, figuriamoci fare quella strada in 20 minuti.
Abbiamo allora deciso di fare l’unica cosa possibile: prendere un taxi. Davanti alla stazione mi sarei aspettata di trovarne a dozzine, considerato che in Bolivia di solito spuntano come funghi. Invece no, nulla. Ne abbiamo trovato solo uno. Da fuori aveva l’aria un po’ malandata, ma d’altro canto non avevamo grande scelta. Dopo aver contrattato il prezzo della corsa, siamo quindi saliti. E certo, il fatto che i sedili fossero tutti diversi tra loro era un po’ strano. Diciamo che tutto in quella macchina dava l’idea che fosse stata assemblata dal nulla con pezzi presi a caso qua e là. Ma il momento di vero disagio è stato quando abbiamo visto che il tassista non aveva la chiave: per far partire l’auto stava usando direttamente i cavi elettrici!
Dopo averne lette di tutti i colori prima della partenza, a proposito di rapimenti, truffe ed estorsioni, nel trovarci in quella situazione un po’ di agitazione non ci è mancata. Però alla fine è andato tutto bene. Siamo arrivati a destinazione, abbiamo recuperato gli zaini e non ci è successo nulla di male. Ma sono momenti che ci ricorderemo per sempre!
Riferimenti:
BLOG: www.avventureovunque.it
La Costa Azzurra da dimenticare!
By Paola – Pasta Pizza Scones
Alla maggior parte delle persone che conosco la Costa Azzurra fa venire in mente vacanze di lusso, cene in ristoranti vista mare, passeggiate mano nella mano sul lungomare e croissant appena sfornati a colazione. A me invece viene in mente la catena di hotel Balladins (e le cozze, moules frites in tutti i modi).
La prima volta che andai a Cannes, una decina di anni fa, fu in vacanza con un mio ex fidanzato. Inizialmente avevamo programmato di andare in Croazia, ma dopo lunghe discussioni davanti all’ingresso dell’autostrada mi convinse che per una settimana aveva più senso andare in Costa Azzurra anziché perdere un giorno di viaggio (partivamo da Torino). Io ovviamente ero furiosa, mi ero letta tutta la guida dei Balcani e avevo una valigia piena di abitini hippie-chic perfetti per la Croazia e totalmente fuori luogo per la Francia. Accettai il cambiamento di programma solo perché avevamo già perso due ore e lui era irremovibile (e al volante, altrimenti la discussione non sarebbe proprio neanche iniziata).
Non avendo prenotato arrivammo a Cannes da perfetti sprovveduti, senza sapere che c’era un festival delle barche o qualcosa del genere per cui tutti gli hotel erano pieni. Un receptionist ci suggerì però di provare fuori città, all’Hotel Balladins, una sistemazione semplice per famiglie, ed effettivamente lì trovammo un posto per dormire non troppo caro. La stanza però era sporchissima, con il soffitto così basso che lo toccavo alzando le mani, alla vasca mancava un lato di copertura e in bagno c’erano dei fili elettrici scoperti. Sembrava una stanza dismessa in attesa di ristrutturazione. Dopo una notte da incubo, al mattino mi feci rimborsare la seconda notte e investimmo buona parte del nostro budget per spostarci in un cinque stelle, l’unico altro hotel di Cannes con camere libere in quei giorni.
In realtà ho scoperto anni dopo che la catena Balladins è davvero una catena di hotel basici, neanche tutti così orrendi, ma l’hotel Le Cannet di Cannes continua tutt’oggi a venire sconsigliato da quasi tutti i viaggiatori per le sue camere così prive di comfort. Per il resto la vacanza in Costa Azzurra andò benissimo, ma quella notte in hotel è stata davvero indimenticabile.
Da questa esperienza comunque ho imparato: mai lasciare il volante ai compagni di viaggio fino a quando non si è già ad almeno un terzo del percorso, mai fidarsi della definizione “hotel semplice per famiglie” e portarsi sempre dietro la carta di credito per scappare nel più vicino hotel di lusso in caso di necessità.
Riferimenti:
BLOG e articoli su viaggi da incubo: https://pastapizzascones.com/viaggi-da-incubo-europa-asia-africa/
Storie da incubo, che mai avremmo voluto vivere ma che oggi, forse, ci fanno apprezzare ancora di più i nostri viaggi e ci strappano un sorriso dalle labbra.
E voi quali disavventure avete vissuto? Raccontatemele nei commenti o inviatemele via mail a donnavagabonda@gmail.com!
Silvia - The Food Traveler
In genere le mie disavventure di viaggio sono legate a notti trascorse in hotel terrificanti, tipo quello in cui è capitata Paola. Incrocio le dita per il futuro ma fortunatamente è da un po’ che non mi capita.
Per quanto riguarda i bagagli solo una volta mi è capitato di perderlo ma al ritorno, quindi non è stato grave.
Di voli cancellati o in mega ritardo (e anche treni), la lista è lunga!
donnavagabonda
Vedo che nessuna di noi è immune ai disagi! Mi sento meno sola!
freya76
Mamma mia! L’avventura di Paola mi ha fatto ricordare una disavventura sempre in Costa Azzurra che però oggi io e mio marito raccontiamo sempre ammazzandoci dalle risate! Una decina di anni fa, partecipammo ad un corso di arrampicata sportiva (già) e a fine corso ci aspettava una bella gita per una full immersion in ambiente. Wow! La meta prescelta era St. Agnes, un paesino dalle porte pastello sopra Monte Carlo. Uno di quei luoghi che tutti definerebbero “una bomboniera”. Eccitati come non mai, arriviamo a St. Agnes per alloggiare con gli altri corsisti in un ostello (?): poco male, sono una che si adatta… Ma al nostro arrivo, ecco la prima sorpresa: le camere sono finite e ci devono dislocare negli alloggi aggiuntivi poco sotto il paese. Notare che St Agnes è abbarbicato sopra una montagna (per questo ci si va ad arrampicare) e poco sotto il paese implica comunque di dover prendere la macchina… ma noi non avevamo una macchina, eravamo giunti lì col pullman del corso! Non c’è problema ci accompagnerà il personale dell’ostello e già qui potete figurarvi il resto. Dicono che ci presteranno una macchina e…appena arrivati alla macchina, notiamo che si tratta di una vettura scassata che puzza di marcio perché i sedili si sono imbevuti di acqua, probabilmente è ferma da vent’anni e cominciamo a dirci fra noi che forse c’è anche qualche topo morto dentro. A quel punto però ci rendiamo conto che non stiamo tutti nella macchina, perché insieme a noi c’è un’altra coppia e l’attrezzatura. Io e la ragazza cominciamo a solidarizzare dicendo che non saremmo salite in quella macchina e così quelli dell’ostello ci dicono che io e l’altra ragazza saremmo state accompagnate dal personale. Scusate se la faccio lunga, ma bisogna capire i dettagli. Il mio futuro marito e l’altro ragazzo quindi si avviano col catorcio mentre aspettiamo… arriva un tizio molto rocker, ubriaco come un topo che fa molto Paura e Delirio a St. Agnes: è lui il nostro uomo. Io e la ragazza saliamo in macchina tenendoci per mano… a quel punto inizia il viaggio lungo una stradina di montagna che ad ogni curva e tornante ci spinge ad abbracciarci e a urlare come aquile. Non so come, arriviamo vive al nostro alloggio e appena lo vediamo ci prendono le risate isteriche! Ci troviamo davanti a un tugurio, credo una casa mobile, vecchia e macilenta. I nostri alloggi sono divisi da una parete di un materiale plastico tipo plexiglass, tant’è che cominciamo a parlare con l’altra coppia dal muro… potete immaginare il resto: una di quelle visioni da bidonville, ma peggio: perché nelle bidonville almeno c’è un po’ d’amore di chi le abita. Per fortuna trovo dell’insetticida e lo spruzzo ovunque e almeno le lenzuola sono pulite. Ecco il mio ricordo di quel lembo di Francia very VIP! Devo dire che, alla fine, a forza di parlarci dal muro, siamo diventati amici dell’altra coppia con cui abbiamo condiviso tutto il resto del soggiorno e tutt’oggi siamo molto amici…ed è questo che mi sono portata a casa dalla Costa Azzurra.Delle persone normai avrebbero denunciato il tutto… noi ci siamo limitate (io e la ragazza, naturalmente) a fare presente la nostra situazione agli organizzatori del corso che, almeno per l’anno successivo, hanno cambiato struttura. Ma sicuramente si tratta di una delle più rocambolesche avventure che abbia vissuto in viaggio! St Agnes: proprio una bomboniera!
donnavagabonda
Mamma mia anche tu hai proprio vissuto un’esperienza da incubo! Incredibile come spesso i luoghi blasonati si rivelino in realtà delle delusioni! L’importante è però farsi una bella risata quando ci si ripensa!
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Maria Grazia
In viaggio mi sono spesso capitate delle disavventure, che oggi racconto ridendo, ma che al momento… Mmm… Le ultime in Giordania, tra Natale e l’Epifania! Diciamo che appena arrivata in aeroporto, con mio marito, ho dovuto fare quattro chiacchiere con la polizia, che ha sequestrato la mia GoPro perché senza un particolare permesso non poteva essere introdotta nel paese! Fortunatamente alla fine del viaggio mi è stata restituita! Questo cosa poi, tra l’altro, ha fatto si che fossimo gli ultimi dei mille clienti del noleggio auto, che ad un certo punto ha terminato le macchine disponibili e dunque… Siamo stati portati in un’altra sede della compagnia ed abbiamo atteso diverse ore finché è finalmente arrivata un’automobile per noi, per fortuna di categoria superiore rispetto a quella prenotata! Ve beh… Tutto bene quel che finisce bene! 😆😅😂
mery_worldwide
In viaggio spesso mi sono capitate delle disavventure. Oggi le racconto ridendo, ma al momento mmmhhh… L’ultima volta è stata tra Natale e l’Epifania, in Giordania! Innanzitutto appena arrivata, in aeroporto, ho dovuto fare quattro chiacchiere con la polizia che mi ha sequestrato la GoPro, perché pare servisse un permesso speciale per portarla nel paese. Fortunatamente però alla fine del viaggio mi è stata restituita. Questa vicenda poi, tra l’altro ha fatto si che io e mio marito fossimo gli ultimi dei mille clienti dell’auto noleggio. Alla fine non avevano più macchine disponibili, hanno dovuto portarci in un’altra sede della compagnia e solo dopo ore (circa a mezzanotte) ci hanno dato la macchina, per fortuna di categoria superiore. Quando si dice… Tutto bene quel che finisce bene!
Donna Vagabonda
Che strana questa legge, non ne avevo idea! Ti sei poi per caso informata quando te l’hanno ridata sul dove è scritto tutto ciò? Almeno poi con l’auto è andata bene!