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Diario di viaggio: Cipro – Giorno 2

Prosegue il mio racconto del viaggio a Cipro dell’estate del 2022: il secondo giorno è totalmente dedicato alle splendide bellezze archeologiche di Paphos, una città antica ma dal cuore pulsante e dalle mille attrazioni! Siete pronti a seguirmi in questo nuovo viaggio?

 

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Alla scoperta dell’antica Paphos

Per il nostro viaggio a Cipro abbiamo scelto Paphos come base non solo perché sede di uno degli aeroporti più importanti dell’isola, ma anche per il suo indubbio fascino storico: è vero, forse a Paphos non ci sono le spiagge più suggestive del Paese ma questa è di sicuro la città più importante dal punto di vista archeologico dato che conservano Patrimoni dell’Umanità UNESCO. Due appassionati di storia come noi potevano forse lasciarsi scappare l’occasione di poter ammirare con i propri occhi tali meraviglie? La risposta direi che è scontata.

E così, sfidando la canicola estiva, ci siamo diretti in un viaggio alla scoperta degli scavi e dei resti archeologici di Kato Paphos: acquistando il biglietto combinato (a soli 7 euro a testa) è possibile visitare sia il Parco Archeologico che il complesso delle Tombe dei Re e noi abbiamo ben approfittato di questa occasione per farci una vera cultura di Cipro e delle sue eccezionali testimonianze storiche.

Il complesso del Parco Archeologico di Kato Paphos è uno dei più ricchi e maestosi del Mediterraneo e comprende monumenti che vanno dalla preistoria al Medioevo: ciò che però impressiona di più è il comparto più massiccio, quello dell’Antica Roma: qui infatti si sono ritrovate ben quattro ville che preservano incredibili mosaici colorati e quasi del tutto completi, come il mosaico di Teseo.

Donna Vagabonda al Parco Archeologico di Paphos

Grazie a intense campagne di scavo iniziate nel 1965 a opera di alcuni archeologi polacchi, oggi possiamo ammirare un luogo che ha davvero pochi rivali in quanto e bellezza e particolarità: le varie Domus romane sono state rinominate a seconda dei mosaici quivi ritrovati e, oltre a queste dimore signorili, il complesso comprende un teatro, l’agorà, l’odeon e molti altri monumenti ben conservati. La presenza di una così massiccia testimonianza romana indica chiaramente l’importanza strategica dell’Isola di Cipro, non solo a livello militare ma anche a livello commerciale: l’isola fu infatti un crocevia di popoli e di merci e un fulcro della Penisola Ellenica, dell’Asia Minore e perfino del Nord Africa.

Il mosaico di Teseo

Senza dubbio ciò che ci ha lasciati sbalorditi è la bellezza dei mosaici: il colore delle tessere ancora incredibilmente vivido riporta la nostra mente a tempi antichi. Se meditiamo su come tutto ciò fu creato in modo totalmente “artigianale”, senza l’ausilio di particolari macchine ma solo con grande precisione e minuziosità, possiamo ancora una volta rimanere sbalorditi dalle magiche geometrie di opere senza tempo.

Man mano che la visita procede cresce quindi il nostro stupore ma anche… Il caldo estivo: nonostante la sua posizione Paphos non è una città lambita da particolari venti e le temperature sfidano anche il visitatore più intraprendente, figuratevi alla fine di luglio: così, oltre che per ammirare le incredibili opere d’arte, cerchiamo rifugio da quest’ondata torrida entrando all’interno delle ville romane dove l’aria condizionata rinfresca le nostre membra e ci salva “letteralmente” dalla brace. Il Parco Archeologico è infatti sprovvisto di tende o ripari per il sole e quindi è meglio visitarlo quando le temperature non sono troppo elevate: è chiaro che d’estate dovrebbe essere sconsigliato, ma di necessità abbiamo dovuto fare virtù e non ci siamo fatti scoraggiare da questa avventura cocente.

“Ma tu devi sempre visitare questi luoghi con 50 gradi all’ombra?!”

Ebbene sì, non ne posso fare a meno!

Con grande piacere ho notato che il Parco Archeologico è molto apprezzato da turisti di varie nazionalità: ho incontrato famiglie e coppie russe, olandesi, indiane e inglesi, segno che l’Isola di Cipro è davvero una meta ben considerata da visitatori provenienti da diverse parti del mondo. Mi riempie sempre di enorme piacere conoscere così tante persone interessate alla storia e all’archeologia!

Da sottolineare inoltre come il Parco Archeologico non sia solo il centro archeologico di maggior interesse di Paphos, ma anche una riserva naturale per moltissime specie di uccelli: qui ho infatti potuto incontrare gheppi, rondini e anche la sfuggente Cappellaccia di Cipro (Galerida cristata cypriaca), una sottospecie di Cappellaccia diffusa solo a Cipro, Rodi e Scarpanto. Benché non sia di per sé un uccello raro all’interno del suo areale è sicuramente stata una fortuna per me poterla osservare e udire il suo meraviglioso canto: credetemi, ho maledetto più di una volta il fatto di non avere a portata di mano il teleobiettivo, ma in fondo è una costante per tutti i fotografi. Infatti se ne fossi stata provvista senza ombra di dubbio sarei stata vittima della “maledizione del teleobiettivo”, sindrome comunissima che colpisce tutti gli sfortunati fotografi che si caricano dieci chili di attrezzatura nel bel mezzo delle condizioni climatiche più devastanti.

La Cappellaccia di Cipro

Il nostro tour tra i resti non può che terminare con un gustoso gelato per pranzo: la freschezza del cioccolato e della panna montata leniscono in parte la fatica e ci donano nuove energie per visitare la seconda tappa di questo tour archeologico: il Castello di Paphos.

Il Castello di Paphos

Il Castello di Paphos è uno dei simboli della città: con la sua forma squadrata domina il porto e protegge la baia. In origine fortezza bizantina oggi è un luogo di cultura dove vengono allestite mostre temporanee e da cui si può godere di un ottimo panorama del Mar Mediterraneo e della ridente cittadina.

La sua morfologia è sicuramente ciò che colpisce maggiormente, non a caso la parte principale è costituita da una grande torre rettangolare con al centro un cortile chiuse. Il piano terra infatti fungeva da prigione durante il periodo ottomano, mentre la torre quadrata, di ridotte dimensioni, era adibita a casa della Guardia.

La sua terrazza oggi è accessibile tramite una scala discretamente ripida: noi non ci siamo fatti scappare l’occasione e proprio qui abbiamo visto per la prima volta qualcosa che davvero ci ha emozionato: uno Stellione (Stellagama stellio cypriaca).

E vi chiederete: “che diavolo è uno stellione?!”

In effetti ne sono rimasta anche io molto sorpresa: avete presente quando vi sembra di aver notato con la coda dell’occhio un’ombra sgattaiolare velocemente e non riuscite a identificare bene di che cosa si possa trattare? Ecco, queste simpatiche e tozze lucertole, di ragguardevoli dimensioni, hanno giocato a noi questo scherzo. Mentre stavamo osservando il mare e il Parco Archeologico da lontano qualcosa si è mosso tra i mattoni, fulmineo: ci avviciniamo non sapendo se avessimo preso un abbaglio per il caldo (possibilissimo) o se invece c’era davvero qualcosa di furtivo che evitava il nostro contatto. Ed eccolo lì, per un istante, che ci ha fissato con il suo sguardo un po’ sornione ma guardingo e poi è sparito tra le crepe della calce.

Trova lo Stellione!

La classificazione di una simile “creatura” è stata oggetto di disputa tra me e il Pirata per giorni: a più riprese “quest’ombra fugace ci ha perseguitato lungo i nostri itinerari” fino a quando, presso lo zoo di Paphos, ne abbiamo visti almeno una dozzina attraversarci la strada, arrampicarsi sugli alberi, intrufolarsi tra i giochi delle tigri: un vero sbeffeggio quello dello stellione che ci ha proprio divertito.

Le Tombe dei Re

Terminata la visita al Castello ci siamo diretti alla nostra “Puffa 2” per raggiungere le Tombe dei Re: a piedi e sotto il sole non sarebbe stato proprio agevole quindi abbiamo optato per l’uso dell’automobile. Ancora un po’ titubante nel “prendere le misure” con la guida al contrario devo dirvi che questo nuovo assaggio di guida all’inglese mi è servito per prendere confidenza e per sentirmi più sicura in vista dei numerosi spostamenti che ci attendevano.

Diversamente da ciò che si possa pensare il caos non deriva dalle rotonde o dalla corsia di transito… Ma dagli incroci: vi giuro, quando bisogna svoltare a destra o a sinistra il “momento confusione” si palesa e se non ci fossero state delle frecce enormi a segnalare la carreggiata da imboccare probabilmente sarei andata più volte in contromano: basta però farci l’abitudine, ve lo garantisco.

Situate a pochi minuti di distanza dal lungomare di Paphos, le Tombe dei Re sono un’immensa necropoli Patrimonio dell’Umanità. Al contrario di quello che si può pensare leggendo tale nome bisogna però precisare che nessun Re è stato effettivamente sepolto qui: tale toponimo deriva infatti dalla vastità del complesso archeologico e dalla sua maestosità.

Le Tombe dei Re

La maggior parte delle tombe risalgono al IV secolo a.C. e sono scolpite nella roccia: si tratta di tombe di aristocratici e alti funzionari vissuti fino al III secolo a.C., adornate da imponenti colonne doriche e da affreschi alle pareti. Nonostante la dominazione greca e romana questo luogo venne utilizzato come necropoli continuativamente fino al IV secolo d.C. e il sito funse da cava per il materiale lapideo per secoli.

Oggi questo luogo è ancora protagonista di scavi archeologici che mirano a individuare altre tombe e luoghi di sepoltura.

Il sito è davvero vastissimo e totalmente esposto al sole: se vi balenasse in testa la magnifica idea che abbiamo avuto noi, cioè visitarlo alle due del pomeriggio, portatevi cappellino, crema solare e un’abbondante riserva di acqua. Presso le Tombe dei Re infatti troverete soltanto una piccola area ristoro con alcuni tavolini all’ombra e una fontanella dove rinfrescarvi ma, credetemi, il sito è talmente ampio che senza una mappa farete fatica a orientarvi.

L’ingresso di una delle tombe

Una volta entrati si ha la sensazione di camminare letteralmente nella storia: in ogni angolo si trovano resti di tombe, scale che conducono sotto terra, colonne imponenti e grandi massi accatastati: il silenzio è interrotto solo da qualche cinguettio di cappellaccia che, anche qui, ama saltellare tra i resti e mettersi in bella mostra. Nonostante la sua totale esposizione agli agenti atmosferici la necropoli è ottimamente conservata e fa intuire come Paphos, ma anche tutta Cipro, fosse un luogo densamente abitato e tenuto molto in considerazione dai vari popoli che la conquistarono.

La nostra visita è durata circa un’ora e mezza, tempo più che sufficiente per prendere le misure di questo imponente sito archeologico ed esplorare le tombe principali e più suggestive: molte di esse sono collegate tramite stretti cunicoli, alcuni di essi percorribili; è stato divertente fingersi Indiana Jones ed esplorare gli antri più nascosti di tale sito e, stando a ciò che abbiamo visto, non eravamo i soli a provare il “brivido dell’avventura”: altri visitatori folli come noi, soprattutto una famiglia di francesi, ha cercato di visitare le tombe in questo modo, sempre assicurandosi di non arrecare danni alle strutture.

Gatto sornione alle Tombe dei Re

Dopo la nostra esplorazione è stato davvero necessario fermarci all’ombra di alcuni alberi presso l’uscita prima di poter rimettersi in auto: qui si trova un’altra fontanella con cui potersi ristorare, ma… Un bel gattone, bianco e nero, sonnecchiava ignaro nascosto dalle foglie degli alberi. Vi giuro, l’espressione della pace interiore. Noi ansimanti e bisognosi di acqua e di ombra, lui indifferente alla nostra sofferenza e ben poco infastidito dalla nostra presenza, ma con uno sbadiglio sorniore ci ha congedato senza alcun rimorso.

Una cena da veri ciprioti

Accaldati e, ammetto, stanchi, l’unica cosa che volevamo fare era tuffarci in acqua e così siamo tornati presso la piccola spiaggia di Alykes Beach e abbiamo trascorso il resto della giornata a mollo, letteralmente. La spiaggia, per niente affollata, ci ha dato occasione di sfruttare la nuova attrezzatura da snorkeling per poter esplorare i bassi fondali e gli scogli vicini alla riva: certo, non c’era la barriera corallina, ma il fondo si è rivelato estratemente pulito e alcuni pesci hanno fatto capolino per regalarci un fugace saluto. Un toccasana per i nostri corpi e le nostre menti.

La naturale conclusione di una giornata così ricca ed eccitante non poteva non essere una cena a base di piatti tipici: proprio davanti al nostro hotel si trova una taverna, un ristorante tipico del luogo che propone cucina locale e porzioni generose: la Mandra Tavern. Appena ci siamo avvicinati incuriositi dal menù, una persona del luogo ci ha subito indicato come questa fosse una delle migliori taverne di Paphos. Non ce lo siamo fatti ripetere due volte: accolti da un vero oste dai modi burberi ma genuini ci siamo subito accomodati in un ambiente informale e caratteristico. I tavoli di legno, la tovaglia bianca e rossa, il profumo di una griglia sfrigolante: insomma, siamo proprio nel posto giusto!

La cena è stata caratterizzata da due leitmotiv: gusto e abbondanza. I piatti che abbiamo assaggiato si sono subito rivelati davvero squisiti e premiati da porzioni più che generose!

Io mi sono letteralmente fatta tentare dalla pita con aglio e prezzemolo e dalle spare ribs di maiale, mentre il Pirata ha scelto il mix di souvlakia e sheftalia, quindi una ricetta dalle influenze greche ma molto locale data la preparazione di agnello e maiale. Una delle cene più goduriose che davvero abbiamo mai avuto il piacere di gustare! Che dire poi del servizio: autentico e genuino, divertente e molto famigliare.

Per finire non si poteva non bene un buon bicchiere di Ouzo (io avevo chiesto un piccolo bicchierino, mi è arrivato un bicchiere da 0,33 cl) e così, felici e anche un po’ su di giri terminiamo la nostra giornata con il sorriso, pronti per un’altra avventura.

Visitare le meraviglie archeologiche di Paphos: se si visita Paphos non si possono davvero non scoprire le sue meraviglie storiche come il Parco Archeologico e le Tombe dei Re. Il biglietto del Parco costa 4,50 euro, ma è possibile anche acquistare un biglietto cumulativo al costo di 8 euro e 50 che vi permette di visitare tutti i siti storici e archeologici della città come il Castello, le Tombe dei Re, il Museo Archeologico e altri ancora. Per ulteriori informazioni visitate i siti ufficiali:

Parco Archeologico di Paphos

Tombe dei Re

Castello di Paphos

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