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Il Castello di Sartirana

Come ben sapete uno degli obiettivi di Donna Vagabonda è quello di valorizzare il territorio della Provincia di Pavia. Con alcuni comuni ho collaborato in modo proficuo e davvero interessante come per Inverno e Monteleone o per Torricella Verzate. In questo articolo vorrei approfondire un luogo davvero particolare e sconosciuto ai più che si trova in Lomellina, il quale merita di sicuro merita l’attenzione del turista lento e consapevole: il Castello di Sartirana Lomellina.

Tra maggio e agosto 2020 mi sono dedicata ad una più approfondita conoscenza di questa parte della Provincia di Pavia e ho davvero potuto constatare che l’appellativo “La Piccola Loira” le calza davvero a pennello. Tantissimi sono infatti i castelli e le rocche sopravvissuti ai morsi spietati delle guerre e del tempo stesso. Uno dei più interessanti è di sicuro quello di Sartirana che ora scopriremo insieme.

Il Castello di Sartirana fu costruito alla fine del 1300, durante il periodo denominato “dell’incastellamento”,  per volere di Gian Galeazzo Visconti, primo Duca di Milano e Signore di Pavia. Un secolo dopo gli Sforza, conquistato il potere, decisero di intervenire su questo bene rafforzandolo e costruendo altre parti che si aggiunsero al corpo principale: i lavori furono condotti dall’architetto Bartolomeo Fioravanti che contribuì anche alla realizzazione del Palazzo del Podestà e del Palazzo Notai a Bologna (iconici edifici che si affacciano su Piazza Maggiore, e sapete quanto io amo Bologna). Grazie a questi venne consolidata la Torre tonda. Nel XVI secolo il castello passò di mano (con l’avvento del dominio spagnolo) e divenne proprietà della famiglia Arborio di Gattinara che lo trasformò ad abitazione signorile. Il bene rimase della famiglia fino al 1934, dopichè divenne del Duca d’Aosta Amedeo di Savoia. Dopo la seconda guerra mondiale e, fino ai giorni nostri, il bene risulta provato.

All’interno del castello è ospitato il “Centro Studi e Documentazione della Lomellina” e la “Fondazione Sartirana Arte” che cura i Musei delle collezioni di argenti, gioielli, abiti, oggetti di cultura contadina, grafica e arte, sempre ospitati all’interno delle sale del castello.

Gli edifici adiacenti il Castello di Sartirana rappresentano un complesso di corte rurale tipica a ferro di cavallo. La parte iniziale risale alla fine del XVII secolo mentre la parte mediana è ottocentesca e ospita un mulino ad acqua messo in funzione grazie al Roggione di Sartirana. All’interno di questi si trova ancora una pila originale, macchinario utilizzato fino al secolo scorso per la pilatura del riso. Gli edifici, acquistati nel 1990, sono stati ristrutturati e dotati degli impianti espositivi dalla Fondazione Sartirana Arte.

Benvenuti al Castello di Sartirana…

Il castello possiede una pianta quadrangolare con fossato circostante e quattro torri agli angoli di cui una, quella a nord-est, è cilindrica. Possiede inoltre un cortile interno e tre piani fuori terra per una altezza di circa 11 metri.

Le strutture orizzontali sono tutte a volta in mattoni tranne nel locale legnaia e in due sale a piano terra la cui soletta di copertura è costituita da travi e assito in legno.

É presente anche un parco adibito a giardino.

La mia esperienza al Castello di Sartirana

La mia esperienza al Castello di Sartirana è stata davvero incredibile: entrata nel cortile sembra di ritrovarsi all’interno di un mondo fiabesco grazie all’edera cresciuta sulle pareti, all’architettura e al piccolo pozzo. Scattate le fotografie, mi sono diretta alle sale interne e qui davvero si è aperto un mondo: abiti vintage, firmati, d’epoca accostati ad opere d’arte, sculture e installazioni. Letteralmente un altro mondo.

La Fondazione Sartirana Arte si è adoperata per raccogliere in queste sale molti capolavori di alta moda assoluti che portano le firme di notevoli stilisti come Valentino, Roberta di Camerino, Irene Galitzine, Armani, Missoni e molti altri. In questa cornice suggestiva gli abiti e i capi d’abbigliamento risaltano e ritrovano nuova luce facendo da contrasto tra lo storico e il moderno. Accanto ai capi d’abbigliamento si accostano, naturalmente, opere d’arte di Marco Lodola, Francesco Marelli, Lorenzo Gatti e di altri artisti innovativi.

Un patrimonio inestimabile che è davvero sconosciuto ai più e che merita valorizzazione e cura da parte non solo dei cultori della moda ma da tutti, dal visitatore agli enti del territorio.

Il castello si trova in buono stato di manutenzione e conserva ancora degli affreschi originali che sono stati restaurati. A mio parere questo è un luogo che però dovrebbe essere più vissuto e più valorizzato sia dalla proprietà privata che dalla Fondazione attraverso la promozione turistica, l’organizzazione di eventi e il marketing turistico. La Lomellina sa davvero donare molto ma ha bisogno di un rilancio strategico che parta dai suoi luoghi storici e culmina con la valorizzazione dei prodotti locali.

Purtroppo non sono riuscita a visitare la pila e i caseggiati adiacenti ma poco male, c’è tempo per una nuova e incredibile visita.

Consiglio vivamente di visitare questo luogo magari inserendolo all’interno di un tour dei Castelli della Lomellina.

Informazioni utili

Il Castello di Sartirana Lomellina si trova a Sartirana Lomellina in Piazza Lodovico da Breme 4.

Di fronte e nei dintorni si trovano alcuni parcheggi gratuiti.

Il castello è un bene privato aperto al pubblico tutte le domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.30.

L’ingresso al castello è a pagamento ed è di 3 euro per l’intero e gratuito per i bambini fino ai 12 anni.

Su prenotazione è possibile svolgere visite guidate che comprendono la visita al castello, ai musei, agli antichi magazzini del riso e alla pila al costo di 7 euro a persona.

La Piccola Loira: il Castello di Sartirana fa parte dell’Ecomuseo del Paesaggio Lomellino e può essere ben inserita all’interno di un itinerario storico e culturale. Vi consiglio di visitarlo la domenica mattina e, al pomeriggio, di dirigervi al Castello Isimbardi di Castello d’Agogna (controllate gli orari di apertura perchè non è sempre aperto) o a Breme per visitare il complesso monumentale dell’Abbbazia. Se poi volete spingervi ancora di più a conoscere le bellezze lomelline dirigetevi a Vigevano, non ve ne pentirete!

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