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Intervista a Mattia e Giovanni di Casa Sponge

I primi mesi del 2020 sono stati davvero ricchi di eventi, di collaborazioni, di attività condivise: nonostante il dilagare di Covid-19 Donna Vagabonda non si è fermata e come lei anche tanti altri travel blogger e realtà che con me hanno potuto collaborare creando guestpost, interviste e attività di vario genere. Oggi vi presento sul blog qualcosa di molto particolare: Casa Sponge.

Era un giorno di inizio maggio quando Giovanni e Mattia mi hanno contattato per raccontarmi della loro fantastica realtà: Casa Sponge, un luogo dove arte e creatività si fondono. Tra di noi è scattata subita una scintilla: arte, creatività, passione, condivisione. Tutto questo, e altro ancora, accomuna me e questi due giovani ragazzi che hanno deciso di decicare la loro vita a questo progetto innovativo e particolare.

Vi presento dunque Casa Sponge!

Cos’è Casa Sponge?

Come descrivereste questa realtà?

Da dove nasce questo nome?

Un crocevia, un luogo dove più menti si intersecano e si scambiano informazioni e
sensazioni, per arricchirsi o lasciare qualcosa prima di una nuova partenza. Un rifugio per l’arte e per gli artisti contemporanei, affermati o giovani e in erba. Un particolare intreccio di pietre bianche e mattoni ben incasellati che ha la capacità di mutare aspetto in base a chi decide di lasciarvi un segno. La plasticità delle argille su cui si appoggiano le fondamenta in qualche modo permea la stessa struttura, rendendola idonea a nuove mostre e concept; a nuovi modelli di abitare e fruizione.
È il luogo antico concentrato attorno al focolare, che si rinnova grazie al fuoco delle menti che lo alimentano. Il passato che torna contemporaneo, acceso da nuovi concetti e depurato dai vecchi stereotipi.

Il suo nome deriva proprio dall’Inglese: Spugna.

Le spugne filtrano e trattengono,
assorbono, ma sanno anche restituire. Questo è ciò che si propone di fare Casa Sponge con l’arte contemporanea e la cultura nel territorio dove agisce.

Penso che il nome sia davvero azzeccato per una realtà come questa: un luogo dove l’arte impregna e restituisce una forma mentis aperta a tutti coloro che vogliono sperimentare. Un nuovo concetto anche di abitazione, di luogo ameno, sicuro e accogliente.

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Casa Sponge nasce come un luogo d’incontro tra artisti e passione per l’arte: da dove nasce l’idea di concepire un luogo simile?

Casa Sponge nasce, appunto, come luogo di incontro informale, attorno al tavolo della cucina, dove la parola ha l’occasione di fluire liberamente.
Giovanni, come artista, ha voluto rendere tangibile il gesto politico dell’Apertura della porta di casa, quindi dell’Accoglienza. Dare una possibilità ad un confronto libero, scevro da ogni regola sistemica era ed è essenziale in campo artistico come umano. A Casa Sponge è data questa possibilità. Da quel momento, artisti, curatori, giornalisti, appassionati, vicini per l’arte ci hanno omaggiato della loro visita in oltre 10 anni di esistenza. Qui le relazioni umane sono il cardine dell’azione.

Questo processo ha permesso una mutazione costante.
La simulazione di un organismo vivente.

I progetti si sono sviluppati modificando in alcuni casi anche strutturalmente il Casale. Il
più palese, YOU ARE A LEGEND, è l’opera che ha riaperto le finestre cieche del casale,
dedicata a Joseph Beyus, permette al viandante di riflettersi insieme alla natura
circostante diventando così esso stesso parte attiva di questo processo di
consapevolezza.

È un rimando costante dall’interno all’esterno e viceversa, il paesaggio è fuori e dentro.

Così l’opera “Casa” a noi dedicata di Roberto Coda Zabetta, appare
divenire emblema del nostro cammino, un dipinto che apre una nuova finestra sempre aperta sul concetto di visione.

In questo progetto traspare l’idea che l’arte sia fruibile a tutti e che debba esserlo sempre: un’arte accogliente, che apre appunto la porta e non costruisce barriere di sorta, un’arte universale, che può essere apprezzata e creata da tutti. Mi piace molto la similitudine con gli organismi viventi: l’arte è viva, pulsa e respira.

Casa Sponge è anche una struttura ricettiva, potete descrivere la commistione tra
queste due realtà?

Al momento della sua fondazione, come centro di cultura e arte contemporanea, Casa Sponge aveva il potenziale per essere qualcosa di più di un semplice punto di
aggregazione di idee e opere d’arte. Con una storia secolare e la sua architettura
rimaneggiata da più mani, era inevitabile sfociare verso una formula che prevedesse anche l’accoglienza fisica e temporanea degli ospiti in visita alla Casa. Prima di giungere
alla situazione odierna ci sono stati diversi tentativi e molte modifiche alle stanze degli
ospiti, con aggiunte o sottrazioni che hanno dettagliato ogni ambiente e dato una specifica atmosfera.

Non c’è nessun elemento che sia veramente fisso e tutto può cambiare per conformarsi alla nostra creatività. Gli ambienti cambiano veste ogni anno, arricchendosi senza mai uniformarsi.

Il concetto chiave è l’infiltrazione dell’arte negli ambienti dedicati agli ospiti per coinvolgerli nella nostra realtà; per fargliela vivere e toccare con mano. Una forma di educazione e arricchimento indiretti per quanti giungono qui e scelgono di pernottare tra le opere collezionate in dieci e più anni di attività.

Da persona che viagga molto e che ha, nel suo cuore, il progetto di aprire un’attività ricettiva, trovo che sia lodevole l’iniziativa di combinare un luogo d’incontro artistico con l’ accoglienza turistica: un luogo dunque dove l’arte attornia il fruitore 24 ore su 24 e che muta, ineluttabilmente, come un essere vivente durante la sua vita: nasce, cresce e si trasforma (nel caso dell’animale si decompone mentre nel caso dell’arte può sempre mutare in qualcosa di nuovo). L’arte dunque è portata ai massimi livelli e avvolge il viandante a 360° che si trova ad essere coinvolto emotivamente e non è solo un mero fruitore.

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Sul vostro sito c’è scritto che Casa Sponge “nasce nel 2008 a Mezzanotte di
Pergola (PU) in un casale sulle colline marchigiane, in provincia, per scelta precisa”
– potete spiegare i motivi di questa scelta?

Accade che decisioni estreme a volte conducano a risultati solo parzialmente attesi e del
tutto particolari. È il caso di Casa Sponge, nata in conseguenza della scelta di Giovanni di allontanarsi dalle meccaniche non sempre trasparenti borghesi e dell’arte contemporanea
dei maggiori centri urbani.

Ritornare alla Radice è stata una decisione ragionata e
meditata in un momento caotico della sua vita; anche azzardata se vogliamo. Si è però
rivelata sana e profittevole per il territorio in cui è nata Casa Sponge, in quanto esso può
beneficiare di un piccolo faro puntato oltre il dolce oscillare delle colline roveresche o il
muro della dorsale appenninica.

Amo i luoghi lontani dalle dinamiche caotiche dei grandi agglomerati urbani: penso che ognuno di noi debba ritrovare una propria dimensione più legata al territorio, alle tradizioni, alla natura. Giovanni in questo si è lanciato ed è atterrato con stile: puntando sulle sue origini ha giocato la carta vincente.

Casa Sponge è un punto di riferimento per l’arte e per gli artisti: quali sono i vostri obiettivi a lungo termine?

Proseguire la linea tracciata. L’arte, la cultura, il paesaggio: sono elementi che possono permettere lo sviluppo sostenibile del nostro territorio.

Parafrasando il concetto espresso nel docuvideo del 2013, girato da Alessandra Galletta per Artribune: crediamo che questo sia il momento opportuno per un viaggio sinergico insieme ad imprenditori illuminati e agli enti locali. Un futuro possibile c’è, bisogna agire subito per coglierlo.

Una mission chiara e incisiva: coinvolgimento degli enti locali e delle realtà presenti sul territorio per uno sviluppo sostenibile e sempre meno impattante. Un’ottica green in cui l’arte è protagonista e in cui Mattia e Giovanni, oltre che la sottoscritta, credono davvero molto.

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L’Italia è un Paese dotato di un patrimonio artistico unico: qual è il ruolo di Casa
Sponge nella valorizzazione di questo patrimonio?

Siamo un Hub di idee e menti votate alla cultura e all’arte. Circolano spesso tra di noi
dibattiti su quali strade sia utile seguire per dare rilievo al passato, a quella complessa condensa che ci influenza durante la nostra crescita.
Collaboriamo con il Fai e con le istituzioni comunali per contribuire a sensibilizzare quanti
vengono in contatto con Casa Sponge. Raccontiamo, indichiamo, suggeriamo e quando possiamo portiamo le persone a vedere concretamente quanto il territorio ha da offrire. Cerchiamo di puntare i nostri riflettori su quanto di Bello esiste attorno a noi, dando il nostro supporto alle istituzioni che ne sono meritevoli.

La valorizzazione del patrimonio è dunque uno degli obiettivi primari di Casa Sponge: che sia patrimonio artistico o paesaggistico, tutto deve essere tutelato e Casa Sponge è capofila in tutto ciò. Il tutto dunque si espleta con manifestazioni, attività e collaborazioni con enti e con associazioni promotrici della tutela del bello. E’ anche per tale motivo che sono onorata di collaborare con la realtà di Casa Sponge!

Qual è il vostro rapporto con la fotografia? Avete ospitato mostre fotografiche?

Il nostro dialogo è con l’arte e con i suoi artisti. Non possiamo scegliere un linguaggio, un
canale, preferenziale piuttosto che un altro, quindi anche la fotografia è parte integrante del nostro viaggio. Molte le opere e gli artisti da ricordare. Citiamo: una straordinaria visione di Venezia di Silvia Camporesi, la Sardegna nuragica di Aischa Gianna Müller, gli affascinanti scatti in bianco e nero delle pianure iberiche di Piero Roi e l’opera di Giampaoli, ora incastonata nel tavolo delle discussioni. Fotografia di un nudo femminile, sul quale si appoggiano una miriade di foglie di acero nere.

Essendo io fotografa e grande appasionata di fotografia naturalistica e di viaggio questa domanda per me era obbligatoria: sono estremamente contenta che anche questa forma d’arte sia contemplata da Casa Sponge. Magari un giorno, speriamo non molto lontano, potremo organizzare una mostra insieme!

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Quali sono i vostri ultimi progetti realizzati? Quali progetti avete in cantiere?

In questo tempo di crisi generato da un nemico invisibile, il COVID-19, che ci ha costretti
all’isolamento e di conseguenza a ripensare e ridisegnare le nostre esistenze, la nostra
Regione è stata dimenticata pur essendo una delle più colpite. È rimasta schiacciata nella
diatriba tra Stato e Governo locale. Poca l’attenzione mediatica dedicata a questa terra e ancora meno alla Cultura in genere.

Prima del Lock Down avevamo appena piantato i Platani con Gabriele Germano Gaburro, per creare un anfiteatro naturale dove tenere futuri simposi sull’amore, in onore di Fedro e Platone. Un progetto, sincronizzato con M’illumino di Meno di Radio 2 e Caterpillar, che ha messo letteralmente le radici e che continua a procedere con il suo bioritmo e senza interferenze.

Abbiamo scelto di dare voce ai 9 artisti della mostra INCROCI che avevamo appena
inaugurato e che stiamo riaprendo. Gli autori: Marco Bacoli, Sara Bisacchi, Edoardo Loi, Delphi Morpurgo, Arianna Pace, Simona Pavoni, Fabio Perino, Enrico Pierotti e Ricardo Aleodor Venturi, si sono raccontati ed hanno descritto la loro opera in mostra. Una serie di video-clip di poco più di un minuto ciascuno. Le opere si vedono soltanto nel decimo video con cui siamo entrati in casa. La voce della curatrice, in lingua inglese, per rendere il
messaggio più universale, ci racconta la loro mostra collettiva.

Il secondo progetto è “LA ROSA: orizzonti surreali” che si è sviluppato invece sotto forma di diario. Io e Giovanni abbiamo comunicato quotidianamente con l’artista Chris
Rocchegiani. Un botta e risposta, un input iniziale dalla casa ed una risposta da Chris con
video, fotografie, disegni e poesie. L’intero percorso è visionabile nel nostro sito, alla voce
Special Project. Il breve viaggio è preliminare ad una futura mostra fisica di Chris
Rocchegiani a Casa Sponge.

Tantissimi i progetti in cantiere e in corso di realizzazione che non aspettano altro che (ri)prendere vita e di coinvolgere più artisti possibili e appassionati: di sicuro tra tutti questi ci sarà lo spazio per altri progetti condivisi.

Ringrazio davvero di cuore Mattia Galantini e Giovanni Gaggia per avermi concesso questa ricca intervista che di sicuro ha arricchito il mio blog con una bella sprizzata di colore, di voglia di vivere e di condividere il bello dell’arte. Spero proprio di venire nelle Marche e di alloggiare presso Casa Sponge per vivere a 360° questa esperienza immersiva e per conoscervi di persona: sarà davvero un grande piacere ed un immenso onore!

Non mi resta che consigliarvi di visitare il sito di Casa Sponge e i suoi canali social!

Facebook: Casa Sponge

Instagram: @casasponge

Commenti

  • 28 Maggio 2020

    Mi sembra un bellissimo progetto questo di Casa Sponge, adoro i posti in cui si fa, si respira e si parla di Arte in ogni sua forma, li trovo così stimolanti.

    Rispondi
  • foodeviaggi
    30 Maggio 2020

    Progetto bellissimo e ambizioso! Servono progetti come questo per valorizzare il patrimonio, grazie a Giovanni e Mattia per averlo realizzato!

    Rispondi
  • 16 Giugno 2020

    Mi piace questo progetto: l’amore per l’arte e per la libertà di espressione e linguaggio traspare in ogni angolo. Chissà se fanno rete anche con altri progetti simili. Ricordo che nella mia zona (Bergamo) qualche anno fa avevano iniziato qualcosa di simile, ma poi non ne ho saputo più nulla.

    Rispondi

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