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Le Aule Storiche dell’Università di Pavia

A luglio del 2019 mi è stato concesso il permesso di realizzare qualcosa di unico: un servizio fotografico in solitaria all’interno delle Aule Storiche dell’Università di Pavia. Purtroppo le Aule Storiche non sono visitabili normalmente quindi la loro apertura è piuttosto eccezionale, se non in occasione di manifestazioni, convegni e sedute di laurea. Le Aule Storiche che ho visitato sono state le seguenti: Aula Magna, Aula Scarpa, Aula Foscolo, Aula Volta.

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Luogo Storico

Ci tengo a ringraziare per la disponibilità la Signora Lucia Pomidoro per avermi dato questa possibilità, il Signor Massimo Lafortezza per avermi accompagnato nella visita delle Aule e il personale universitario che ha reso possibile questo servizio fotografico e la realizzazione del seguente articolo.

Le Aule Storiche dell’Università di Pavia si trovano nell’edificio centrale, in Strada Nuova, a Pavia. Queste sono state restaurate e oggi possono ospitare sedute di laurea, convegni, conferenze e altri eventi divulgativi. Assieme alla Biblioteca Universitaria di Pavia (leggete qui il mio articolo), conferiscono lustro e magnificenza all’ateneo pavese.

Cominciamo dalla prima, nonchè la più grande, aula che ho visitato: l’Aula Magna.

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L’Aula Magna

L’Aula Magna fu opera dell’architetto brianzolo Giuseppe Marchesi: fu lui anche il restauratore dell’Aula Scarpa e dell’Aula Volta. Il progetto di questa grande aula fu esaminato nel 1837 ma i lavori iniziarono solo nel 1845, terminando naturalmente 5 anni dopo. All’interno dell’aula si può ben percepire il gusto classico: assolutamente visibili sono infatti il pronao con colonne corinzie e il timpano adornato da delle sculture. All’interno dell’ampia aula si distinguono numerose colonne con capitelli sempre corinzi, che vanno ad adornare le tre navate e che reggono la cornice su cui si innesta la volta centrale a botte con casse a stucco.

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L’Aula Magna dall’alto

Nell’abside campeggia il ritratto di Vittorio Emanuele II a cavallo. L’aria che si respira è di austerità e di sacralità: si percepisce l’importanza delle cerimonie che qui sono avvenute e che continuano ad avvenire. Ciò che mi ha colpito di più di questa Aula è l’imponenza del soffitto e delle sue decorazioni: non sono un’esperta d’arte ma devo proprio ammettere che questo soffitto sarà difficile da dimenticare!

 

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Proseguo con la mia gentile guida e mi dirigo all’Aula Volta, cioè l’ex Teatro di Fisica.

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L’Aula Volta

Quest’Aula si trova al primo piano, in corrispondenza del cortile delle statue. I lavori di costruzione furono affidati a Leopoldo Pollack (che la iniziò nel 1785 e concluse nel 1787), su ordine dell’Imperatore asburgico Giuseppe II, e l’aula venne poi restaurata da Giuseppe Marchesi. Quest’aula venne intitolata ad Alessandro Volta, che qui svolse i suoi insegnamenti e le ricerche che portarono alla scoperta della famosa “Pila di Volta”. Volta fu anche Magnifico Rettore dell’Università. L’Aula Volta, di minor dimensioni rispetto all’Aula Magna, è stata realizzata ad emiciclo e con soffitto piano (solo in seguito verrà sostituito con quello che possiamo osservare oggi, con una volta a conchiglia). All’interno sono presenti dei trompe-l’oeil che continuano la serie di finestroni sugli scranni a gradinata di fronte alla cattedra. Le colonne che ornano la sala sono in rosso di Francia e alle due estremità dell’Aula si trovano due statue, una di Galileo Galilei e l’altra di Bonaventura Cavalieri. Non poteva poi mancare qualcosa che riconducesse al Volta, ovvero un busto in marmo e un’iscrizione che illustra l’importanza dello scienziato e dei studi.

 

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Mentre realizzo il mio servizio scambio quattro chiacchiere con il mio accompagnatore, che queste aule le conosce molto bene, e mi racconta degli ospiti illustri che hanno calcato questi pavimenti. Sembra davvero di tornare indietro nel tempo!

Proseguiamo il nostro tour e ci dirigiamo verso l’aula a mio avviso più bella: l’Aula Foscolo.

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L’Aula Foscolo

Sono particolarmente legata a questo luogo in quanto proprio qui ho discusso la mia tesi della Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie per la Natura e proprio qui ho potuto assistere ad una conferenza di Paolo Mieli, storico che ammiro moltissimo.

L’Aula Foscolo fu progettata dall’illustre architetto Giuseppe Piermarini nel 1770, questa volta su volere dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, grande mecenate che fece rimodernare tutta l’Università di Pavia, oltre che costruire l’Orto Botanico e la Biblioteca Universitaria di Pavia. L’Imperatrice desiderava che venisse costruita una sala espressamente destinata alla cerimonia delle lauree e così venne costruita questa illustre aula che ancora oggi spesso viene adibita allo scopo originario. Nel 1927 venne restaurata in occasione del centenario della morte del sommo Foscolo, ma perchè è dedicata a lui? Perchè nel 22 gennaio 1809 il poeta qui tenne la famosa prolusione “Dell’origine e dell’ufficio della letteratura. L’Aula ha una pianta rettangolare ed è illuminata da finestre di grandi dimensioni che danno sul primo piano, su cui è situata. Le pareti sono state dipinte dal pittore pavese Paolo Mescoli nel 1782: sulla volta si riconosce Minerva in compagnia di Nettuno. Nelle porzioni di parete, nelle finestre, furono realizzate specchiature in cui “le Facoltà, che vengono insegnate nella detta Università” sono dipinte “in modo di cariatidi intrecciate fra grotteschi con loro simboli rispettivi”. I due grandi ritratti a olio dei sovrani Maria Teresa e Giuseppe II, dipinti a Vienna da Hubert Maurer nel 1779, furono pensati come parte integrante della decorazione.

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Che dire, la più maestosa e decorata delle Aule storiche non può che impressionare per la sua bellezza e per la sua magnificenza. Tanti sono i ricordi che riaffiorano mentre scatto e forse c’è un po’ di commozione davanti a tutta questa meravigliosa beltà.

L’ultima aula, ma non meno bella, è l’Aula Scarpa, intitolata così in onore dell’anatomo-chirurgo Antonio Scarpa, che venne chiamato dalla corta Asburgica per prestare i suoi servigi all’Università di Pavia dal 1783.

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L’Aula Scarpa

Due anni dopo il Pollack, con accordi presi con lo stesso scienziato, progettò e realizzò l’Aula Scarpa come Teatro Anatomico dell’Università. All’epoca, questo fu il più importante di tutta la Penisola. L’aula ha forma semicircolare e si ispira ai modelli dei teatri antichi. La sala è illuminata da tre finestrone tutto sesto che si aprono su Corso Carlo Alberto e da altre due che si trovano all’innesto del lato curvo. Tra una finestra e l’altra si trovano dipinte le urne cinerarie dedicate a illustri medici del passato (Bartolomeo Eustachio, Gabriele Falloppio, Giovan Battista Morgagni e Bartolomeo Eustachio). Questo però non è l’unico tributo ai grandi della medicina del passato: si possono ben vedere infatti i busti di Luigi Porta, Johann Peter Frank, Antonio Pensa, Luigi Zoja, Bartolomeo Panizza (successore di Scarpa), lo stesso Antonio Scarpa e Giovanni Alessandro Brambilla (chirurgo pavese dell’Imperatore Giuseppe II). L’Aula venne restaurata da Marchesi che inserì la volta ad ombrello al posto del soffitto con decoro a cassettoni. La forma permette l’inserzione delle gradinate utilizzate dagli studenti per assistere alle lezioni di anatomia basate sulla dissezione dei cadaveri. Sulla vela centrale proprio sopra alla cattedra si riconoscono le figure di due uomini che rappresentano la medicina e la chirurgia, in stretto di mano, in segno di riconoscenza: Antonio Scarpa fu uno dei primi pensatori che sostese il collegamento stretto tra medicina e chirurgia (a quell’epoca la chirurgia veniva vista come una scienza inferiore, da affidare a persone di rango più basso). La stretta di mano vuole proprio suggellare questa unione così imprescindibile delle due scienze. Sulle altre vele si alternano delle grottesche a delle figure alate che hanno in mano i ferri del mestiere del chirurgo.

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Dopo aver scattato qualche foto il mio giro si doveva concludere qui ma, grazie alla gentilezza del mio accompagnatore, sono riuscita a visitare anche altre aule: l’Aula del ‘400, l’Aula di Disegno e la Sala delle Lauree della facoltà di lettere. Purtroppo di queste aule non ho trovato informazioni esaustive da potervi scrivervi qui, quindi mi limito a mostrarvi gli scatti che ho realizzato.

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Poter scattare all’interno di queste aule è per me un sogno che davvero si è avverato. Il silenzio, la maestosità e la bellezza si fondevano in un tutt’uno e davano vita ad un’atmosfera incredibilmente suggestiva.

Ringrazio ancora la Signora Lucia Pomidoro per avermi seguito nella richiesta di utilizzo delle Aule Storiche, il Signor Massimo Lafortezza per avermi accompagnato nel mio tour aprendomi le porte di un mondo meraviglioso e tutto il personale dell’Università di Pavia per aver reso tutto questo possibile.

GRAZIE!!

Commenti

  • 6 Luglio 2020

    Caspita che meraviglia! Sei stata davvero fortunata a poterle visitare, sono veri capolavori!😍

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  • 17 Settembre 2020

    Molto interessante questo post perchè nel mio immaginario l’università di Pavia era molto diversa da quello che ho scoperto invece essere con il tuo post.

    Rispondi
  • 16 Ottobre 2020

    Bellissimo tour, non mi aspettavo di vedere tanta bellezza percorrendo gli spazi dell’università di Pavia! Grazie per avercelo fatto scoprire.

    Rispondi
  • 12 Febbraio 2021

    L’Universita di Pavia è una delle più rinomate d’Italia, ma davvero non sapevo che le sue aule fossero così belle e neanche che si potessero visitare. Buono a sapersi 😜

    Rispondi
  • 26 Maggio 2021

    Queste aule universitarie sono bellissime, se penso a dove mi sono laureata io, non c’è proprio paragone! Peccato non si possano visitare, però con queste foto almeno mi sono fatta una bella idea.

    Rispondi

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